2 dicembre:
l’Università decide unilateralmente la chiusura di 3 aule
studio (via Belle Arti, via Acri e Santa Maria Maggiore), le sole in
centro aperte fino alle 11 di sera e il sabato.
Gennaio:
noi studenti e studentesse coi nostri bisogni e desideri
rispondiamo con una mobilitazione dal basso; chiediamo la riapertura
delle aule studio sottratte e diamo vita ad una riflessione collettiva
sullo spazio pubblico in città, sui luoghi di socialità e d’incontro
che ci vengono tolti uno ad uno.
31 gennaio:
dopo numerose assemblee partecipate, che hanno portato all’
occupazione temporanea del rettorato prima e della biblioteca di via
zamboni 36 poi, abbiamo ottenuto un incontro. In risposta alle nostre
richieste la prorettrice Monari ha garantito l’apertura delle aule
studio in viale Berti Pichat e via Filippo Re oltre l’ orario stabilito
(le 19), fino alle 23 nei giorni feriali. Ha inoltre riconosciuto la
nostra esigenza di spazi d’ aggregazione e di libera espressione.
Su questi impegni terremo viva e costante la nostra attenzione, affinché
non restino parole al vento.
Nonostante questa parziale vittoria la mobilitazione non si arresta.
Abbiamo bisogno di spazi per studiare aperti di sera e nei giorni
festivi per tutto il tempo che ci serve.
Li vogliamo per studiare, ma anche per socializzare, condividere saperi,
cooperare, co-spirare.
Perché per noi l’ università è anche questo.
ASSEMBLEA STUDENTESCA
MERCOLEDI' 6 FEBBRAIO H16
all'AULA AUTOGESITA DI VIA ZAMBONI 34