Autore: norma Data: To: aderentiretecontrog8, forumgenova Oggetto: [NuovoLab] 297° ora in silenzio o per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 6 febbraio dalle 18 alle 19, sui gradini del palazzo ducale di Genova, 297° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito
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30.1.2008
Dal sito di Peacereporter
La guerra non va in crisi
La crisi di governo non compromette il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Anzi.
Venerdì 25 gennaio, all'indomani della caduta del governo Prodi, il Consiglio dei Ministri approvava il decreto legge di rifinanziamento in blocco di tutte le missioni militari italiane all'estero, compresa la missione di guerra in Afghanistan (350 milioni di euro fino a fine anno).
Essendo ormai venuto meno ogni vincolo di coalizione, i quattro ministri di sinistra, Alessandro Bianchi (Pdci), Paolo Ferrero (Prc), Fabio Mussi (Sd) e Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) non hanno partecipato alla votazione.
Il decreto, automaticamente entrato in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, deve però essere convertito in legge dal Parlamento entro la fine di marzo, pena il suo decadimento retroattivo.
La Sinistra Arcobaleno (Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica) annuncia battaglia, chiedendo il cosiddetto 'spacchettamento', ovvero la possibilità di stralciare la missione afgana dal decreto, così da poterla discutere e votare separatamente dalle altre missioni (Libano, Kosovo, Iraq, Sudan e Somalia). Un voto che, da parte della sinistra, si preannuncia negativo per lo stesso motivo di cui sopra (la fine del vincolo di coalizione), ma che sarà del tutto simbolico, visto che non comprometterà l'approvazione del decreto, destinato a ricevere i voti favorevoli di tutti gli altri partiti, dal Partito Democratico alla Fiamma Tricolore.
(Enrico Piovesana)
a.. Senza tenere conto della collocazione e delle caratteristiche dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni, siamo sempre stati contrari alle missioni militari italiane all'estero, sottolineandoche la solidarietà non ha bisogno di armi; come hanno sempre sostenuto anche i medici di Emergency che rifiutano ogni collaborazione con le forze armate.
a.. Ed anche in vista di questo nuovo finanziamento ad un pacchetto di missioni militari, tra cui quella in Afghanistan, dove è ormai evidente che i soldati italiani sono direttamente coinvolti in combattimenti, chiediamo ai parlamentari di votare NO; anche se tra noi esistono opinioni differenti sulle scelte di ministri che per ben due volte negli ultimi anni hanno dato il proprio appoggio alle missioni militari e si sono invece astenuti solo dopo la caduta del governo Prodi; e su quelle dei parlamentari che per due volte hanno votato "SI" e solo ora si apprestano (forse) a votare "NO"
a.. Ci impegniamo fin d'ora rinnovare a Genova la nostra protesta nei confronti dei partiti e dei parlamentari che armeranno i soldati italiani e li invieranno all'estero ; ed a partecipare alla manifestazione nazionale del primo marzo, contro tutte le missioni militari italiane