2008/2/2, info@??? <info@???>:
> fino ad un paio di ossa rotte si può continuare a correre.
Beh, tecnicamente anche molte di più, soprattutto se a rompersele non
è il ciclista.
Poniamo un partecipante alla "competizione" vada addosso a qualcuno/a
(che so, un pedone che attraversa col verde senza guardare...) e gli
causi un danno, il pedone per prima cosa se la prenderà (giustamente)
col ciclista, ma se il ciclista è squattrinato potrebbe pensare di
rivalersi nei confronti dell'organizzazione, senza la quale quel
ciclista non si sarebbe trovato in quel luogo e in quel momento a
rompergli le ossa.
Io non sono assolutamente un esperto legale, ma quando in Fiab ci
hanno tenuto i corsi per le guide di escursioni hanno fatto anche un
po' di "terrorismo psicologico", visto che a quanto pare la legge
italiana, rispetto a quelle del resto del mondo, è particolarmente
punitiva nei confronti degli organizzatori di eventi (col doppio
risultato di ingrassare le assicurazioni e tagliare le gambe alle
iniziative "dal basso").
Non vogliatemene, ma da pessimista tendo a pensare sempre al peggio,
se avete un avvocato, o semplicemente un laureando, da consultare...
fatelo. Anche solo per serietà nei confronti di chi aderirà e si
affiderà a voi (quantomeno chiarendogli che il corpus legislativo
italiano vieta espressamente di gareggiare sulle pubbliche strade
aperte al traffico veicolare... magari non tutti/e se ne rendono
conto).
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
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"Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiar se
stesso." - L. Tolstoj