L'ong attacca «Il documento non considera i civili uccisi e le distruzioni in
Libano»
Gerusalemme «Tutti al lavoro, i nostri impegni ci aspettano». Un Olmert con il
sorriso stampato sul volto si è rivolto con queste parole ai suoi collaboratori
per dire che il rapporto Winograd sulla guerra in Libano ormai è acqua passata.
Il rischio di dimissioni è ridotto al minimo dopo che la commissione
d'inchiesta ha «assolto» il premier israeliano dal fallimento della guerra e ha
puntato l'indice contro le forze armate.
Olmert può dormire tranquillo. Tra qualche settimana in Israele della guerra
in Libano avranno memoria solo le famiglie dei 119 soldati e 44 civili morti.
Non la dimenticheranno invece i libanesi - 1.200 morti e distruzioni immense -
ignorati dall'indagine svolta dalla Commissione Winograd. Sui crimini di guerra
commessi da Israele è intervenuto Malcom Smart, direttore del programma di
Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, denunciando che
Winograd e i suoi colleghi non hanno preso in alcuna considerazione i raid
aerei e i cannoneggiamenti indiscriminati contro i libanesi. «Alla uccisione di
libanesi non coinvolti nelle ostilità e alla distruzione deliberata e massiccia
di proprietà e infrastrutture civili, il rapporto ha dedicato un'attenzione
minima», ha protestato Smart.
La commissione d'inchiesta, ha aggiunto, avrebbe potuto indicare i
responsabili di crimini contro i civili, ma ha preferito occuparsi di strategie
militari e di decisioni politiche e ha anche affermato che l'interpretazione
delle leggi umanitarie è «controversa». Amnesty International - che non manca
di condannare Hezbollah per aver sparato razzi katiusha contro i centri abitati
israeliani - ha chiesto al governo israeliano di nominare una commissione
indipendente con l'incarico di accertare i responsabili di crimini di guerra e
delle violazioni dei diritti umani.
L'unico vero passaggio del rapporto Winograd sui crimini di guerra è quello
riguardante le bombe a grappolo sganciate dall'aviazione israeliana in Libano
del sud e che continuano a fare morti 18 mesi dopo il conflitto: oltre trenta,
tra cui alcuni sminatori. La commissione ha raccomandato che l'esercito dello
Stato ebraico riconsideri il suo regolamento sull'uso delle bombe a grappolo ma
evita nel modo più assoluto di condannare di Israele che, secondo Winograd, non
avrebbe violato la legge internazionale ma mostrato solo una carenza di
«disciplina operativa e di controllo».
Tutto ciò mentre le Nazioni Unite e varie Ong sono impegnate in una gigantesca
opera di bonifica del Libano del sud, per disinnescare oltre un milione di
piccoli ma micidiali ordigni disseminati in un territorio ampio e popolato,
peraltro senza aver ancora ricevuto da Israele le mappe delle aree dove sono
state sganciate le bombe a grappolo. L'Irin, un'agenzia dell'Onu, ha riferito
fa che gli sminatori scoprono ogni mese almeno 10 nuovi siti «infetti», ovvero
pieni di ordigni.
«Le forze armate israeliane hanno sistemi di attacco computerizzati e sanno
dove sono state sganciate le bombe a grappolo. La mancanza delle mappe è
l'ostacolo principale al nostro lavoro», ha denunciato Dalya Farran, portavoce
del Centro di coordinamento delle Nazioni Unite per lo sminamento del Libano
del sud. Sino ad oggi, ha aggiunto Farran, sono stati individuati e
disinnescati 137 mila ordigni, appena il 10% delle bombe a grappolo sganciate
dall'aviazione israeliana.
michele Giorgio "ilmanifesto"
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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