[NuovoLab] Il cavallo di Troia del Ministero degli Interni

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Autor: Edoardo Magnone
Data:  
A: Mailing list del Forum sociale di Genova
Assumpte: [NuovoLab] Il cavallo di Troia del Ministero degli Interni
Firenze - Due centri di identificazione per richiedenti asilo

Il cavallo di Troia del Ministero degli Interni

Dopo gli attacchi xenofobi contro i lavavetri e le ordinanze degne
della Lega Nord, il PD fiorentino continua a sperimentare nuove forme
di controllo dei flussi di migrazione e di esodo che abbandonano il
sud e l'est del mondo devastati dalla guerra e dallo sfruttamento
delle risorse. Negli ultimi anni Firenze è stata un intenso crocevia
di vite e di storie anche per i e le migranti dal corno d'Africa:
Somalia, Eritrea, Etiopia, paesi ancora oggi devastati dalla guerra e
dalla fame. Le centinaia di uomini e donne che arrivano annualmente a
Firenze vengono regolarmente ospitate in gran parte dal Movimento di
Lotta per la Casa che mantiene oggi occupati tredici stabili salvati
dalla svendita del patrimonio pubblico.
Le istituzioni, a seconda della convenienza politica, tollerano,
cercano di strumentalizzare e quando non ci riescono, sgomberano e
reprimono. Questo è in sintesi il modello toscano applicato alle
emergenze umanitarie ormai permanenti.

Nelle scorse settimane l'assessore alle politiche sociali Lucia De
Siervo ha firmato, su mandato diretto del sindaco, un accordo con il
governo "ai sensi dell'articolo 15 della legge 7 dell'agosto 1990"
nella persona del prefetto Andrea De Martino per la realizzazione e
gestione di due centri di identificazione per richiedenti asilo. A
Firenze però la protesta sta già crescendo e al di là della forzatura
fatta da Comune e Ministero non sembra facile che questo progetto veda
la luce.
La richiesta non è infatti passata in consiglio comunale, ma
direttamente per ordine del sindaco Leonardo Domenici è arrivata
all'assessore. Le forze politiche del centro-sinistra, al governo a
Firenze ed in gran parte della regione, si sono, per convinzione o per
convenienza elettorale, opposte in passato alla apertura dei CPT e
sono tutt'ora sensibili alle forti pressioni dalle loro basi e dai
movimenti, che contestano l'estensione delle forme di detenzione
amministrativa. Infatti i due nuovi centri avrebbero un carattere di
centro semi-chiuso, con un forte controllo sui residenti poiché chi
vedesse respinta la sua richiesta di asilo o revocato il suo status di
rifugiato, sarebbe passibile di ferme e di espulsione. Questa scelta
impopolare arriva però in un contesto caratterizzato negli ultimi mesi
da una campagna di crescente allarmismo e criminalizzazione della
povertà, i cui promotori politici, l'assessore alla sicurezza Graziano
Cioni ed il sindaco della città devono a loro volta tenere rapporti di
scambio e di interesse con il Ministero degli interni e con il mondo
della cooperazione sociale legata al nuovo PD.
Tuttavia anche per la cooperazione sociale non è semplice entrare in
questo meccanismo, il Movimento di Lotta per la Casa infatti annuncia
una opposizione dura, e per giovedì 31 gennaio alle 21 ha convocato in
una assemblea anche quelle forze dell'associazionismo e della
cooperazione che potrebbero essere contattate per collaborare nel
nuovo progetto. Con buona probabilità, come successo in altri casi, il
Movimento dovrebbe riuscire a rompere il fronte del silenzio. intanto
un corteo di richiedenti asilo e rifugiati è stato convocato per il 9
febbraio. Non a caso, una delle due strutture indicate dal progetto, è
una scuola attualmente occupata dal Movimento di Lotta per la Casa con
duecento richiedenti asilo dalla Somalia e dall'Eritrea.

I paradossi dei dispositivi di controllo biopolitici sono anche questi.

Dopo gli attacchi xenofobi contro i lavavetri e le ordinanze degne
della Lega Nord, il PD fiorentino continua a sperimentare nuove forme
di controllo dei flussi di migrazione e di esodo che abbandonano il
sud e l'est del mondo devastati dalla guerra e dallo sfruttamento
delle risorse. Negli ultimi anni Firenze è stata un intenso crocevia
di vite e di storie anche per i e le migranti dal corno d'Africa:
Somalia, Eritrea, Etiopia, paesi ancora oggi devastati dalla guerra e
dalla fame. Le centinaia di uomini e donne che arrivano annualmente a
Firenze vengono regolarmente ospitate in gran parte dal Movimento di
Lotta per la Casa che mantiene oggi occupati tredici stabili salvati
dalla svendita del patrimonio pubblico.
Le istituzioni, a seconda della convenienza politica, tollerano,
cercano di strumentalizzare e quando non ci riescono, sgomberano e
reprimono. Questo è in sintesi il modello toscano applicato alle
emergenze umanitarie ormai permanenti.

Nelle scorse settimane l'assessore alle politiche sociali Lucia De
Siervo ha firmato, su mandato diretto del sindaco, un accordo con il
governo "ai sensi dell'articolo 15 della legge 7 dell'agosto 1990"
nella persona del prefetto Andrea De Martino per la realizzazione e
gestione di due centri di identificazione per richiedenti asilo. A
Firenze però la protesta sta già crescendo e al di là della forzatura
fatta da Comune e Ministero non sembra facile che questo progetto veda
la luce.
La richiesta non è infatti passata in consiglio comunale, ma
direttamente per ordine del sindaco Leonardo Domenici è arrivata
all'assessore. Le forze politiche del centro-sinistra, al governo a
Firenze ed in gran parte della regione, si sono, per convinzione o per
convenienza elettorale, opposte in passato alla apertura dei CPT e
sono tutt'ora sensibili alle forti pressioni dalle loro basi e dai
movimenti, che contestano l'estensione delle forme di detenzione
amministrativa. Infatti i due nuovi centri avrebbero un carattere di
centro semi-chiuso, con un forte controllo sui residenti poiché chi
vedesse respinta la sua richiesta di asilo o revocato il suo status di
rifugiato, sarebbe passibile di ferme e di espulsione. Questa scelta
impopolare arriva però in un contesto caratterizzato negli ultimi mesi
da una campagna di crescente allarmismo e criminalizzazione della
povertà, i cui promotori politici, l'assessore alla sicurezza Graziano
Cioni ed il sindaco della città devono a loro volta tenere rapporti di
scambio e di interesse con il Ministero degli interni e con il mondo
della cooperazione sociale legata al nuovo PD.
Tuttavia anche per la cooperazione sociale non è semplice entrare in
questo meccanismo, il Movimento di Lotta per la Casa infatti annuncia
una opposizione dura, e per giovedì 31 gennaio alle 21 ha convocato in
una assemblea anche quelle forze dell'associazionismo e della
cooperazione che potrebbero essere contattate per collaborare nel
nuovo progetto. Con buona probabilità, come successo in altri casi, il
Movimento dovrebbe riuscire a rompere il fronte del silenzio. intanto
un corteo di richiedenti asilo e rifugiati è stato convocato per il 9
febbraio. Non a caso, una delle due strutture indicate dal progetto, è
una scuola attualmente occupata dal Movimento di Lotta per la Casa con
duecento richiedenti asilo dalla Somalia e dall'Eritrea.

I paradossi dei dispositivi di controllo biopolitici sono anche questi.

V.S.

http://www.meltingpot.org/articolo12079.html


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"Non vedo nessun Dio quassù"
(Yuri Gagarin)
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"L'intelligenza militare è una contraddizione in termini"
(Groucho Marx)
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"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perche' saranno giustiziati"
(Piergiorgio Bellocchio)
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