[Lecce-sf] I: Equonewsletter della Bdm "Made in Dignity" di …

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Autor: siempre@virgilio.it
Datum:  
To: forumlecce, forumcentrosalento
Betreff: [Lecce-sf] I: Equonewsletter della Bdm "Made in Dignity" di Lecce - Gennaio 2008
BOTTEGA del MONDO del Commercio EQUO E SOLIDALE

via PALMIERI n. 6 (a
50 mt dal DUOMO) Tel. 0832/303335



Carissime/i,
cominciamo questo
nuovo anno con qualche informazione e appuntamento.

TATAWELO: UN CAFE'
A SABOR DIGNIDAD (Tatawelo: un caffè dal sapore dignitoso)
SABATO 26/01
presso il Circolo ARCI-Zei di Lecce (h. 18.00, Corte dei Chiaromonte)
incontro con Francesca Minerva, giornalista free-lance (corrispondente
x CARTA, LEFT, ecc.) e responsabile dell'Associazione TATAWELO per il
progetto di sostegno alla produzione di caffè dei contadini del Chiapas
(Mexico). Nella serata sarà anche presentata la campagna di
prefinanziamento per l'importazione del nuovo container di caffè; una
mostra fotografica illustrerà la situazione dei contadini organizzati
nelle "Juntas de BUEN GOBIERNO" nonchè le varie fasi relative alla
produzione del caffè. Aperitivo solidale e degustazione caffè. (seguirà
invio locandina invito; altre info in www.solidariasud.org; www.zei.
le.it )

COSE NUOVE DAL MONDO......EQUO
Si amplia la gamma dei prodotti
BIO a marchio BAULE VOLANTE con cui abbiamo cominciato una
collaborazione territoriale. Sono disponibili il MUESLI ORIGINARIO, il
dado per Brodo vegetale SENZA LIEVITO, il SALE ATLANTICO, il grano
BOULGUR e quello SARACENO, le gallette di RISO o KAMUT e tanti altri
prodotti senza glutine o per le diete da intolleranze alimentari.
Novità anche per il riso: alla vasta scelta già presente (BASMATI,
INTEGRALE, THAI, INDICA, ecc.) si aggiunge il RISO ROSA e ROSSO del
MADAGASCAR e quello MISTO (nero, rosso, integrale) della linea Baule
volante. Sono anche disponibili in bottega tutti i prodotti della linea
LYNPHA BIO SOLIDALE, La prima linea di detergenti equosolidali ed
ecologici frutto del lavoro di rete delle organizzazioni di commercio
equo e solidale (www.lympha.eu). Detersivi per bucato, pavimenti,
piatti, mani: tutti ricavati dall'olio di babaçu, una noce di cocco
brasiliana. Prodotti frutto di innovazione tecnologica (non è facile
realizzare un tensioattivo sfuggendo al controllo delle multinazionali)
e di una filiera equa e solidale.E non è l'unica novità per la casa.
In
arrivo anche i primi prodotti dal nostro PROGETTO in PALESTINA:
artiginato in legno d'olivo e ceramica, saponi naturali all'olio
d'oliva e il famoso ZA'ATAR (mix di spezie arabe).
Rinnovata anche la
gamma delle BOMBONIERE SOLIDALI per festeggiare cerimonie importanti
(battesimi, comunioni, matrimoni, lauree ed altre occasioni) oltre che
con parenti ed amici, con persone lontane che vivono in paesi
dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia, scegliendo di regalare
bomboniere del Commercio Equo e Solidale: oggetti unici ed originali di
diverse forme e colori con un valore aggiunto, la giustizia.

CHIUDI IL
CONTO CON LA GUERRA

Pubblichiamo l'elenco ufficiale delle banche che,
a vario titolo, finanziano i Signori della Guerra, e invitiamo a
sottoscrivere e diffondere la Campagna Banche Armate promossa dal 2000
dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia. Ne trovate
ampia documentazione sui siti www.nigrizia.it, www.banchearmate.it
I
38 istituti di credito che meritano la definizione di Banche Armate, si
spartiscono un miliardo e mezzo di euro d'incassi provenienti
dall'esportazione di armamenti: la cifra più alta degli ultimi
vent'anni. Dati alla mano - resi ufficiali nella relazione annuale del
Presidente del Consiglio dei Ministri (www.governo.
it/Presidenza/UCPMA/relazione2006.html) sulle operazioni di
esportazione, importazione e transito di materiali di armamento svolte
nel 2006, prevista dall'art. 5 della legge 185/90 - le operazioni di
incassi che le banche si sono viste autorizzar e nel 2006 per l'export
di armamenti sono precisamente 1.492.605.875,64 euro. Il giro di affari
in uscita legalizzato ha superato i 2,1 miliardi di euro, con
un'impennata del 61% rispetto il 2005. Fra i 38 istituti di credito
armati di cui pubblichiamo la lista - aggiudicatisi compensi di
intermediazione per oltre 32,6 milioni di euro - il gruppo San Paolo
Imi, nonostante la dichiarata politica restrittiva, è per il secondo
anno consecutivo in testa alla classifica. Un primato raggiunto grazie
a quel 30% circa (29,9%) di operazioni totali di incassi e pagamenti.
Ma con una nota successiva alla pubblicazione del documento da parte
del Consiglio dei Ministri, il gruppo Intesa-San Paolo (oggetto di
fusione recente) ha prontamente annunciato di sospendere
definitivamente "la partecipazione a operazioni finanziarie che
riguardano il commercio e la produzione di armi". San Paolo Imi è
dunque ancora la reginetta della lista, triplicando quasi
il valore
delle movimentazioni: dai 164 milioni di euro nel 2005 ai 446 milioni
nel 2006. Segue Bnp-Paribas, che controlla l'italiana Bnl: con 290,5
milioni di euro è la prima banca estera operante in Italia, attiva nel
settore. Al terzo posto troviamo Unicredit: nel 2001 aveva dichiarato
di voler cessare questo tipo di operazioni, ma da due anni a questa
parte ricompare con quote rilevanti (86,7 milioni di euro nel 2006). E
ancora: Banca Nazionale del Lavoro che ha accresciuto del 33% il
proprio giro d'affari rispetto al 2005, portandolo ad oltre 80,3
milioni. Risultano invece in calo le operazioni della Deutsche Bank
(78,3 milioni), crescono quelle della Commerz Bank (74,3 milioni) e
torna alla grande il Banco di Brescia, vecchia conoscenza tra le Banche
Armate con incassi per oltre 70 milioni. La Banca Popolare Italiana
passa da 14 a 60 milioni di euro e guida il gruppo degli istituti di
credito sotto i sessanta milioni di euro di giro d'affari. In questa
fascia preoccupa la ripresa delle operazioni di Banca Intesa: dai
163mila euro del 2005 ai 46 milioni del 2006, nonostante già nel 2004
avesse annunciato - e attuato - la sospensione delle operazioni in
appoggio al commercio degli armamenti. Banca Intesa nel 2003 aveva
effettuato operazioni per più di 97 milioni di euro, scendendo a
163mila nel 2005, ma risalendo nel 2006 a circa 47 milioni di euro:
"operazioni per cui erano state aperte linee di credito - ha spiegato
Valter Sorrentino, responsabile Csr di Intesa-Sanpaolo -
precedentemente alla decisione di sospendere l'appoggio dell'istituto
al commercio di armi". Un colosso recentemente fusosi con San Paolo-
Imi, detentore della palma d'oro del giro d'affari tra le Banche
Armate. Da segnalare anche la presenza di Banca Popolare di Milano (con
17 milioni di euro ha dimezzato l'impegno rispetto al 2005), al centro
di un serrato dibattito insieme a Banca Etica, di cui è socia
fondatrice e per la quale opera anche all'interno di Etica Sgr e della
gestione fondi. Infine una nota lieta dal Rapporto 2006: la drastica
discesa, da 133 al 36 milioni di euro, delle autorizzazioni relative a
Banca di Roma. Va aggiunto, e sottolineato, che il nostro Governo ha
messo a disposizione delle Forze Armate risorse sempre crescenti.
"L'anno scorso hanno avuto un aumento del 13% e quest'anno del 10% -
affermano da "Sbilanciamoci!", la campagna a favore di un'economia di
giustizia e di un nuovo modello di sviluppo fondato sui diritti,
l'ambiente, la pace - Ma di risorse ne sprecano tantissime e hanno il
tasso più alto di assenteismo nella Pubblica Amministrazione. E' di ben
quasi 2 miliardi di euro l'aumento nel 2008 per le spese militari".
Analizzando i dati nel quindicennio dall'entrata in vigore della legge
185/90 vediamo che più del 40% delle esportazioni di armi italiane è
diretta a paesi fuori dall'Unione Europea e della Nato e, nello
specifico, a Paesi del Sud del mondo. Per il futuro la Rete per il
Disarmo auspica che dalle banche vengano segnalate "non solo le
transazioni di pagamento relative a vendita di armamenti, ma anche
destinatari e importi dei finanziamenti e delle aperture di credito".
Al primo posto delle esportazioni italiane: gli Stati Uniti, per un
totale di oltre 349,6 milioni di euro di armamenti acquistati in
Italia. Seguono: gli Emirati Arabi (non certo paladini nella difesa dei
diritti umani...) con oltre 338,2 milioni di euro. Potrebbe forse
rasserenare il fatto che la destinazione principale delle
autorizzazioni rilasciate riguardano i Paesi dell'Ue e della Nato che
insieme ricoprono il 63,7%, ma le esportazioni effettuate per l'area
extra Ue-Nato salgono ad oltre il 44,2% e più del 20,2% dei sistemi
d'arma finisce in una delle zone più calde del pianeta: il Medio
Oriente e l'Africa settentrionale al quale sono destinate armi per un
valore complessivo di 442,8 milioni di euro.






COOP. SOC. COMMERCIO
EQUO E SOLIDALE
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