[Badgirlz-list] [fwd]Donne in attesa

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Se sei in amara attesa di un figlio nella Tuscia ad
esempio, e non lo vuoi e non puoi tenerlo, devi
sbrigarti ad andare a Roma e trovare un medico che non
sia obiettore. Apprendo dalla stampa locale, e per la
precisione il Corriere di Viterbo del 21.1.2008, che
titola coraggiosamente in prima pagina la notizia.
Nella provicia di Viterbo c'è un solo presidio
nell'ospedale di Ronciglione con tre medici che non
obiettano. Tutti si affrettano a dire la 194 consente
di "scegliere" in questo senso, ed è desolantemente
vero. In un pezzo d'Italia dove le immigrate tirano su
l'indice mortalmente sterile della crescita
demografica doc, non me ne faccio una ragione e
denuncio. In tutta la provincia viterbese e nella
provincia dei Papi c'è un solo centro antiviolenza,
l'associazione Erinna, costituito come primo centro
antiviolenza per donne maltrattate. Era l'8 marzo 2006
e l'assessore alle politiche sociali, Mauro Mazzola,
diceva che: "Le finalità del centro sono molteplici:
costruire cultura e spazi di libertà per le donne
vittime di maltrattamenti, fornire una struttura di
riferimento stabile per chi ha subìto violenze
fisiche, sessuali, psicologiche o economiche....Due
numeri di telefono, e una sede per motivi di privacy e
sicurezza che rimarrà sconosciuta". "E' un modo -
concludeva Mazzola - per tutelare le donne che vi si
recheranno".Ancora oggi la sede può ospitare colloqui
ma non fisicamente le donne, neanche per una notte. Il
tutto per qualche migliaio di euro annuali, perchè gli
interventi di sostegno economicamente "adeguati" ai
Centri Antiviolenza e alle Case Rifugio, sono
destinati a ben altre iniziative encomiabili, come il
portale on line Italia.it, il più costoso e
fallimentare progetto web mai varato dal Governo,
costato 45 milioni di euro e fallito. E le donne
continuano a rimanere in attesa, che tutto torni come
prima, che il soldato torni a casa, che il marito non
le riempia di botte,che il conoscente in politica
trovi il lavoro al figlio, che l'autobus passi, che il
parroco le perdoni, che l'amica le chiami, che la
Madonna le ascolti ... Le donne attendono le leggi,
che non siano distrutte o ridiscusse le leggi già
fatte, attendono l'amore, i 30 anni prima di avere un
figlio, in fila alla cassa di un supermercato quasi
fosse un piacere, le donne attendono il dovere-diritto
del voto , l'unico che hanno e Loro vogliono che sia
esercitato.. le donne attendono un regalo, un
pensiero, fosse pure un fiore, le donne attendono il
ritorno di chi amano. Per tutti è scontato che le
donne facciano, senza remunerazione economica, lavoro
non pagato all’interno della famiglia,spesso la stessa
dove subiscono violenza sessuale, malgrado non siano
le disgraziate donne del sud del mondo. Intendiamoci,
queste pulizie a terremoto delle borse mondiali, non
miglioreranno la condizione economica, l'offerta di
lavoro, il potere dell'euro, la tutela del risparmio,
il pagamento del mutuo e delle bollette. Tant'è che le
file sono sempre più frequentate da donne davanti ai
botteghini: attendono di giocare e grattare la
fortuna. Si dice anche che le donne non vanno mai in
pensione, aspettano magari l'arrivo di un nipote a cui
far trovare un piatto caldo e i soldi da mettergli in
mano sulla porta... le donne depresse diventano
iperattive o per un po' tanto brutte da starsene
sempre a casa ad aspettare una sorte diversa. Le donne
attendono che il datore di lavoro non le licenzi
perchè sono in attesa, alcune acculturate, aspettano
risposte politiche concrete. Spesso le donne attendono
con timore La Punizione divina o umana, se si mettono
di traverso, se lottano con forza e determinazione, se
non mettono olio nell'ingranaggio dell'omertà. Solo a
pensarci, c'è da uscire pazze, come un'amica di mia
nonna che passò la vita in manicomio, perchè sentiva
le voci, e il marito pensò bene che doveva liberarsi
di quella donna a cui erano morti i due figli il
giorno della comunione e non era più buona a niente:
erano gli anni dell'epidemia della spagnola. Oggi ce
ne sono altre che continuano a farci fuori di epidemie
ed invettive e noi, ancora impreparate a difenderci,
rimaniamo in attesa di un protocollo, di un'intesa che
metta d'accordo il diavolo e l'acqua santa, ad
aspettare la medicina che salva e il dottore che ce la
propina. Quasi tutte dicono: " io non ci capisco
niente di politica". Magari fosse e la diffidenza e
l'attesa vana, diventassero ribellione partecipata...
Doriana Goracci


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