Autore: massimiliano.piacentini@tin.it Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] franca Rame si dimette
----Messaggio originale----
Da: schaefer.mc@???
Data: 19-gen-
2008 5.12 PM
A:
interessanti, le motivazioni di una senatrice "non di
sinistra".
leo
venerdì, 18 gennaio 2008
Gentile Presidente Marini,
con questa lettera Le presento le mie dimissioni irrevocabili dal
Senato
della Repubblica, che Lei autorevolmente rappresenta e presiede.
Una
scelta sofferta, ma convinta, che mi ha provocato molta ansia e
anche
malessere fisico, rispetto la quale mi pare doveroso da parte mia
riepilogare qui le ragioni.
In verità basterebbero poche parole,
prendendole a prestito da Leonardo
Sciascia: «Non ho, lo riconosco, il
dono dell'opportunità e della
prudenza, ma si è come si è».
Il grande
scrittore siciliano è, in effetti, persona che sento molto
vicina,
(eravamo cari amici) sia per il suo impegno culturale e sociale
di
tutta la vita, sia perché a sua volta, nel 1983, a fine legislatura
decise di lasciare la Camera dei Deputati per tornare al suo lavoro di
scrittore.
Le mie motivazioni, forse, non sono dissimili dalle sue.
Del resto, io mi
sono sentita "prestata" temporaneamente alla politica
istituzionale,
mentre l'intera mia vita ho inteso spenderla nella
battaglia culturale e
in quella sociale, nella politica fatta dai
movimenti, da cittadina e da
donna impegnata. E questo era ed è il
mandato di cui mi sono sentita
investita dagli elettori: portare un
contributo, una voce,
un'esperienza, che provenendo dalla società
venisse ascoltata e magari a
tratti recepita dalle istituzioni
parlamentari.
Dopo 19 mesi debbo constatare, con rispetto, ma anche con
qualche
amarezza, che quelle istituzioni mi sono sembrate impermeabili
e
refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè
non
proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un
gruppo
di interesse organizzato.
Nel marzo del 2006, l'Italia dei
Valori mi propose di candidarmi come
senatrice alle elezioni. Ho
riflettuto per un mese prima di sciogliere
la mia riserva, mossa da
opposti sentimenti, ma alla fine ho maturato la
convinzione che per
contribuire a ridurre i danni prodotti al Paese dal
governo retto da
Silvio Berlusconi e dall'accentramento di poteri da lui
rappresentato,
ogni democratico dovesse impegnarsi in prima persona
nell'attività
politica.
Ho infine accettato, ringraziando l'On. Di Pietro per
l'opportunità che
mi aveva offerto, pensando, senza presunzione, che
forse avrei potuto
ricondurre alle urne, qualcuna o qualcuno dei molti
sfiduciati dalla
politica.
Ecco così che il 12 aprile 2006 mi sono
ritrovata a far parte, alla mia
giovane età (!!), del Senato della
Repubblica carica d'entusiasmo,
decisa a impegnarmi in un programma di
rinnovamento e progresso civile,
seguendo le proposte portate avanti
durante la campagna elettorale
dell'Unione, soprattutto quella di
riuscire a porre fine all'enorme e
assurdo spreco di denaro pubblico.
Ho così impegnato la mia indennità parlamentare per lavorare in questa
direzione, anche organizzando (giugno 2006) un convegno con un gruppo
di
professionisti tra i più valenti, al fine di tracciare le linee di
un
progetto in grado di tagliare miliardi di euro di spese dello Stato
nel
settore dei consumi energetici, delle disfunzioni della macchina
giudiziaria e dell'organizzazione dei servizi.
A questo convegno ho
invitato Senatori della commissione ambiente e altri
che ritenevo
sensibili ai temi in discussione.
Non ne è venuto uno.
Ho inoltre
presentato un disegno di legge (4 luglio 2006) con cui
chiedevo che i
funzionari pubblici, condannati penalmente, venissero
immediatamente
licenziati, trovando su questo terreno l'adesione di
parlamentari
impegnati nella stessa direzione, quali i Senatori
Formisano,
Giambrone, Caforio, D'Ambrosio, Casson, Bulgarelli, Villecco
Calipari,
Russo Spena e molti altri, compresi numerosi deputati.
E' nato così il
progetto delle "10 leggi per cambiare l'Italia".
Ho anche acquistato
spazi su alcuni quotidiani e sul web, per comunicare
i punti essenziali
di questo progetto. Ma anche questa iniziativa non ha
suscitato
interesse nei dirigenti dei partiti del centro sinistra.
Nei quasi due
anni trascorsi in Senato, ho presentato diverse
interrogazioni.
Tutte
rimaste senza risposta.
Ho presentato numerosi emendamenti, ma non sono
stati quasi mai accolti.
Questa, per la verità, è la sorte che capita a
quasi tutti i Senatori.
In seguito a una inchiesta da me condotta sul
precariato in Parlamento,
sei mesi fa mi sono impegnata nella stesura
di un disegno di legge
(presentato 18 luglio) in difesa dei diritti dei
collaboratori dei
parlamentari: illegalità, evasione contributiva e
sfruttamento proprio
all'interno della istituzione parlamentare!
Mi
sono contemporaneamente impegnata su questioni drammatiche e
impellenti, quali la necessità che il ministero della Difesa
riconoscesse lo status di "vittime di guerra" ai reduci dei conflitti
nei Balcani, Iraq e Afghanistan, avvelenati dai residui dell'esplosione
dei proiettili all'uranio impoverito.
Quanti sono i militari deceduti?
Mistero.
Quanti gli ammalati ignorati senza assistenza medica né
sostegno
economico? Mistero. Le cifre che si conoscono sono molto
contraddittorie
.
Quello che si sa con certezza è che ci sono famiglie
che per curare il
figlio si sono dissanguate e alla morte del congiunto
non avevano
nemmeno i mezzi per pagare la tomba.
Anche per questa
tragica campagna d'informazione ho acquistato spazi su
quotidiani e
web. Grazie ad alcuni media e a "Striscia la notizia" di
Antonio Ricci,
il problema è stato portato per quattro volte al grande
pubblico:
giovani reduci dei Balcani gravemente colpiti, raccontavano la
tragedia
che stavano vivendo. Dopo tanto insistere, finalmente il
Ministro
Parisi, se ne sta occupando: speriamo con qualche risultato
concreto.
Posso dire serenamente di essermi, dall'inizio del mio mandato ad oggi,
impegnata con serietà e certamente senza risparmiarmi.
Ma non posso
fare a meno di dichiarare che questi 19 mesi passati in
Senato sono
stati i più duri e faticosi della mia vita.
A volte mi capita di
pensare che una vena di follia serpeggi in
quest'ambiente ovattato e
impregnato di potere, di scontri e trame di
dominio.
L'agenda dei
leader politici è dettata dalla sete spasmodica di
visibilità,
conquistata gareggiando in polemiche esasperate e
strumentali, risse
furibonde, sia in Parlamento che in televisione e su
i media. E spesso
lo spettacolo a cui si assiste non "onora" gli
"Onorevoli".
In Senato,
che ho soprannominato "il frigorifero dei sentimenti" non ho
trovato
senso d'amicizia. Si parla... sì, è vero... ma in superficie. Se
non
sei all'interno di un partito è assai difficile guadagnarsi la
"confidenza". A volte ho la sensazione che nessuno sappia niente di
nessuno... O meglio, diciamo che io so pochissimo di tutti.
In Aula,
quotidianamente, in entrambi gli schieramenti (meno a sinistra
per via
dei numeri risicati), vedi seggi vuoti con il duplicato della
tessera
da Senatore inserita nell'apposita fessura, con l'intestatario
non
presente: così risulti sul posto, anche se non voti e non ti vengono
trattenuti 258 euro e 35 centesimi per la tua assenza, dando inoltre la
possibilità ai "pianisti" di votare anche per te, falsando i risultati.
Questo comportamento in un Paese civile, dove le leggi vengono
applicate
e rispettate, si chiama "truffa".
La vita del Senatore non è
per niente comoda e facile per chi voglia
partecipare seriamente ed
attivamente ai lavori d'Aula.
Oltre l'Aula ci sono le commissioni. Ne
ho seguite quattro: Infanzia,
Uranio impoverito, Lavori pubblici e
comunicazione, Vigilanza Rai.
A volte te ne capitano tre
contemporaneamente e devi essere presente ad
ognuna o perché è
necessario il numero legale o perché si deve votare.
E' la pazzia
organizzata!
Se queste riunioni si facessero via web si ridurrebbero i
tempi e si
potrebbe arrivare velocemente alle conclusioni, ma l'era del
computer
non ha ancora toccato i vertici dello Stato!
E tutto questo
attivismo produce un effetto paradossale: la lentezza.
Si va lenti...
"lenti" in tutti i sensi.
Nel nostro Parlamento l'idea del tempo è
quella che probabilmente hanno
gli immortali: si ragiona in termini di
ere geologiche, non certo sulla
base della durata della vita umana e
degli impellenti bisogni della
gente.
Oltretutto mi sento complice di
una indegnità democratica. Stiamo
aspettando da 19 mesi, che vengano
mantenute le promesse fatte in
campagna elettorale. Non è stata ancora
varata, ad esempio, la legge sul
conflitto d'interessi, e ritengo
questo ritardo gravissimo. Non è stata
liberata la Rai dai partiti, non
è stato fissato un antitrust sulle
televisioni, mentre in compenso
tutte le leggi del governo Berlusconi,
assai criticate anche
all'estero, sono in vigore, il falso in bilancio
continua a essere
depenalizzato, la ex Cirielli continua a falcidiare
migliaia di
processi. Contemporaneamente il governo ha bloccato il
processo sul
sequestro di Abu Omar sollevando due conflitti
d'attribuzione davanti
alla Corte costituzionale. E ha creato i
presupposti perché al Pubblico
Ministero Luigi De Magistris vengano
tolte le indagini su politici di
destra e di sinistra e il Giudice
Clementina Forleo venga fatta passare
per esaltata e bizzarra.
Nonostante gli impegni programmatici sulla
legge Bossi-Fini e sui Centri
di permanenza temporanea, che sarebbe più
appropriato definire centri di
detenzione, dove sono negati i diritti
più elementari, non ci sono
novità.
Ora stiamo aspettando anche in
Senato il disegno di legge che vieta ai
giornali di pubblicare le
intercettazioni e gli atti d'indagini
giudiziarie, già votato alla
Camera da 447 deputati, con soli 7 astenuti
e nessun contrario.
Come
andrà in Senato?
In tante occasioni ho fatto prevalere, sui miei
orientamenti personali la
lealtà al governo e allo schieramento in cui
sono stata eletta, ma
questa volta non potrei che votare contro.
Il
Paese si trova in gran difficoltà economica: disoccupazione,
precarietà, caro vita, caro affitti, caro tutto... pane compreso.
Che
dire della lontananza sconvolgente che c'è tra il governo e i reali
problemi della popolazione?
E che dire dei 1030 morti sul lavoro nel
solo 2007 (cifra peraltro
destinata a crescere con la stabilizzazione
dei dati Inail) Ben venga il
disegno di legge del ministro Damiano e il
nuovo Testo Unico sulla
sicurezza sul lavoro.
Non è mai troppo tardi.
Solo un po'...
Che dire dell'indulto di "tre anni" approvato con una
maggioranza di 2/3
del Senato, con l'appoggio di UDC, Forza Italia e
AN?
Era certamente indispensabile alleggerire il disumano e incivile
affollamento delle carceri, ma con un criterio che rispondesse davvero
al problema nella sua essenza, con un progetto di riforma strutturale
del sistema penitenziario, con il coinvolgimento delle innumerevoli
associazioni del volontariato privato-sociale, che storicamente operano
sul territorio nazionale e locale.
A migliaia si sono trovati per
strada e molti senza un soldo né una casa,
né tanto meno un lavoro.
Dodici donne italiane e straniere furono
dimesse dal carcere di
Vigevano a notte fonda in piena e desolata
campagna!
La notte stessa e
nei mesi a seguire, circa il 20% degli scarcerati è
ritornata in cella.
Sono anni che le carceri scoppiano... nessuno ha mai
mosso un dito. Di
colpo arriva l'indulto!
E' difficile non sospettare che il vero
obiettivo di questa legge
proposta dal governo, fosse soprattutto
quello di salvare, in fretta e
furia, dalla galera importanti e noti
personaggi incriminati,
industriali e grandi finanzieri, e soprattutto
politici di destra e
qualcuno anche di sinistra...
Che dire dei
deputati e senatori condannati e inquisiti che ogni giorno
legiferano e
votano come niente fosse?
Che dire di una finanziaria insoddisfacente
alla quale siamo stati
obbligati a dare la fiducia, altrimenti non
avrebbe avuto i voti per
passare?
Che dire del consenso dato dal
governo Prodi nel 2006 e riconfermato, "di
persona" dal Presidente
Napolitano a Bush nel 2007, per la costruzione
della più grande base
americana d'Europa a Vicenza?
Gli impegni presi da Berlusconi sono
stati mantenuti.
I vicentini hanno diritto di manifestare in centinaia
di migliaia, con la
solidarietà di molti italiani, ma non di ottenere
attenzione e rispetto
delle proprie ragioni.
Che dire del costante
ricatto, realizzato da questo o quel onorevole, di
far cadere il
governo per cercare di ottenere privilegi o cariche?
Quante volte, per
non farlo cadere, 'sto benedetto governo, ho dovuto
subire il ricatto e
votare contro la mia coscienza?
Troppe. Tanto da chiedermi spesso:
"Cosa sono diventata? La vota
rosso-vota verde?"
La prima volta che ho
sentito forte la necessità di allontanarmi da
questa politica svuotata
di socialità, è stato proprio con il
rifinanziamento delle missioni
italiane "di pace" all'estero. Ero decisa
a votare contro, ma per senso
di responsabilità, e non mi è stato
facile, mi sono dovuta ancora una
volta piegare.
E non mi è piaciuto proprio. Credo che il mio malessere
verso queste
scelte sia ampiamente condiviso dai molti cittadini che
hanno voluto
questo governo, e giorno dopo giorno hanno sentito la
delusione
crescere, a seguito di decisioni sempre più distanti da loro,
decisioniche li hanno alla fine, allontanati dalla politica.
In queste
condizioni non mi sento di continuare a restare in Senato
dando, con la
mia presenza un sostegno a un governo che non ha
soddisfatto le
speranze mie e soprattutto quelle di tutti coloro che mi
hanno voluta
in Parlamento e votata.
La prego quindi signor Presidente di mettere
all'ordine del giorno
dell'Assemblea le mie irrevocabili dimissioni.
Non intendo abbandonare la politica, voglio tornare a farla per dire
ciò
che penso, senza ingessature e vincoli, senza dovermi preoccupare
di
maggioranze, governo e alchimie di potere in cui non mi riconosco.
Non ho mai pensato al mio contributo come fondamentale, pure ritengo
che
stare in Parlamento debba corrispondere non solo a un onore e a un
privilegio ma soprattutto a un dovere di servizio, in base al quale ha
senso esserci, se si contribuisce davvero a legiferare, a incidere e
trasformare in meglio la realtà. Ciò, nel mio caso, non è successo, e
non per mia volontà, né credo per mia insufficienza.
E' stato un
grande onore, per il rispetto che porto alle Istituzioni
fondanti della
nostra Repubblica, l'elezione a Senatrice, fatto per il
quale ringrazio
prima di tutto le donne e gli uomini che mi hanno
votata, ma, proprio
per non deludere le loro aspettative e tradire il
mandato ricevuto,
vorrei tornare a dire ciò che penso, essere
irriverente col potere come
lo sono sempre stata, senza dovermi mordere
in continuazione la lingua,
come mi è capitato troppo spesso in Senato.
Mi scuso per la lunga
lettera, signor Presidente, ma sono stata "in
silenzio" per ben 19
mesi! Roba da ammalarmi!
Prima di accomiatarmi non posso non ricordare
quelle colleghe e colleghi
di gran valore intellettuale e politico che
ho avuto l'onore di
conoscere. Tra questi una particolare gratitudine
va ad Antonio Boccia,
che fin dall'inizio mi ha tenuta sotto la sua ala
protettrice con
amichevole affetto, consigliandomi e rincuorandomi nei
momenti difficili.
Un pensiero particolare al Ministro Di Pietro e i
Senatori di Italia dei
Valori e a chi ha dimostrato simpatia nei miei
riguardi.
Rimane il rammarico di non aver potuto frequentare, se non
rarissime
volte, i colleghi oltre le mura del Senato.
Infine un
ringraziamento sentito alla Senatrice Binetti e al Senatore
Tomassini
che con grande umanità hanno superato le ideologie che ci
dividono, per
soccorrere uniti, un bimbo di 6 anni in grande difficoltà.
Augurandomi
che Lei possa comprendere le mie motivazioni, desidero
ringraziarLa per
la gentilezza e disponibile accoglienza che mi ha
accordato.