[NuovoLab] Quello strano concorso Amiu parenti e amici strac…

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Auteur: brunoa01
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Sujet: [NuovoLab] Quello strano concorso Amiu parenti e amici stracciano tutti
lavoro repubblica

IL CASO
Centinaia di pretendenti per 12 posti al nuovo ufficio riscossioni: i nomi dei vincitori fanno discutere
Quello strano concorso Amiu parenti e amici stracciano tutti

L´ex consigliere: "Mia figlia assunta? Non ha mai detto a nessuno chi era"
L´amministratore delegato D´Alema: "Abbiamo preso soltanto i migliori"
MARCO PREVE


Vincoli di sangue e parentele acquisite, legami sindacali e politici.
Delle prime 12 assunzioni effettuate dall´ufficio dell´Amiu dedicato alla riscossione della Tia (Tariffa di igiene ambientale) almeno la metà presenterebbero collegamenti con esponenti politici e sindacali.
«Voci che circolavano già da tempo in città» spiega il presidente dell´Amiu Paolo Momigliano, che subito aggiunge «ma che andrebbero prese per quello che sono: malignità in un periodo in cui si cerca la "Casta" anche dove non c´è».
Partiamo dalla fine del 2005, quando l´Amiu deve avviare il servizio di riscossione fino ad allora gestito dal Comune. L´azienda decide di non ricorrere ad un concorso pubblico, bensì ad una selezione privata che viene affidata ad una società del ramo con sede a Torino.
Come ricorda lo stesso amministratore delegato Amiu, Pietro D´Alema, all´annuncio sui principali quotidiani liguri rispondono centinaia di persone.
Un posto pubblico, in un ufficio centrale, contratto a tempo per un anno con quasi certa conferma definitiva, è un´occasione che fa gola non solo ai disoccupati ma anche all´esercito dei precari.
Piovono i curricula, i colloqui si susseguono e a gennaio del 2006 ci sono le prime nove assunzioni seguite da altre due nel 2007 e poi da altre ancora negli ultimi mesi («In tutto sono una ventina gli addetti» precisa D´Alema).
E già nelle settimane successive c´è chi punta il dito su alcuni cognomi e parentele.
C´è ad esempio la figlia di Otello Parodi, diessino ex presidente della circoscrizione e consigliere della società Bagni Marini controllata da Amiu.
«Quando si è iscritta alla selezione - spiega - non ho detto ad alcuno che era mia figlia. Lo hanno scoperto dopo ma io non ho mosso un dito. Penso che in Amiu come in Comune o nelle altre partecipate si troveranno decine di parenti di politici; è statisticamente normale, non è questione di raccomandazioni».
È grosso modo la tesi sostenuta anche da altri due protagonisti, loro malgrado, dell´affaire Tia: l´ex assessore della giunta Pericu Andrea Sassano, oggi consigliere Amiu, e Simone Farello al secondo mandato in consiglio comunale nelle liste Ds.
Due famigliari acquisiti sono entrambi finiti all´ufficio Tia.
«Sono dispiaciuto per due ragioni - dice Sassano - . Intanto perché si tirano in ballo relazioni personali, magari anche concluse, che non hanno mai avuto nulla da spartire con l´assunzione. Percorsi indipendenti. Io inoltre sono diventato consigliere Amiu solo nell´autunno del 2007».
Amareggiato Simone Farello: «È un collegamento assolutamente fuorviante e sbagliato. È vero che si tratta di una persona che conosco, ma con la quale, essendo legata alla nuova famiglia di mio padre (ex alto dirigente Arte, ndr), ho pochissimi rapporti. E soprattutto non mi sono mai interessato delle sue attività».
L´elenco prosegue con parenti di autisti di assessori, mogli di delegati sindacali, di politici.
C´è chi parla anche della fidanzata del nipote di un illustre personaggio.
Ma i vertici di Amiu respingono con sdegno lo spettro della raccomandazione.
«Premetto che per ragioni personali questo è un tema cui sono sensibile e che ogni volta, quando si tratta di illazioni, mi amareggia - dice l´amministratore delegato Pietro D´Alema, lontano cugino del ministro degli esteri - . Amiu sulla Tia si giocava la faccia. Fallire in una struttura nuova con il Comune contrario non potevamo permettercelo, era un passaggio epocale e non potevamo sbagliare le assunzioni. Per questo ciò di cui discutiamo è un falso problema, aldilà delle situazioni oggettive. Oggi l´utenza è soddisfatta e l´ufficio è un punto di riferimento nazionale.
Nel calderone c´è sempre qualcuno segnalato o parente "di", perché magari avevano saputo della ricerca di personale.
Ma tantissimi figli "di" non sono stati presi.
È vero, ci sono queste situazioni di parentela, ma loro avevano l´esperienza e le caratteristiche che cercavamo. Per la selezione di personale ci serviamo di quattro società che facciamo ruotare proprio per evitare situazioni discutibili. Ogni anno assumiamo con vari contratti mille persone».
«Siamo stracontenti di quelli che abbiamo assunto - conclude D´Alema - . Non è giusto lanciare insinuazioni su una struttura che funziona perfettamente. A noi di fare un favore, se il servizio peggiora, non conviene. Abbiamo detto: segnalateci chi volete, ma noi prendiamo i migliori. E così è accaduto».



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