*
*
*Giovedì 17 gennaio 2008
al cinema Centrale ore 21.30
il circolo del cinema
proietta
**La giusta distanza di Carlo Mazzacurati *
*con Giovanni Capovilla, Valentina Lodovini, Ahmed Hafiene, Giuseppe 
Battiston,  Fabrizio Bentivoglio. Italia 2007. Dur: 110'.*
*La maestrina bella e giovane, che arriva da fuori nella profonda 
provincia del nord-est ( il Polesine)
 e attizza appettiti erotici nei maschi del paese: il silenzioso 
meccanico tunisino, il tabaccaio arricchito gioviale e volgare, il 
giovanissimo giornalista apprendista, quasi un voyer, l'autista 
belloccio, ma fidanzato, quasi sposato... *
*Sembra una commedia dei sentimenti, quando improvvisamente svolta nel 
giallo... **
E' un film da vedere?
Sì, nonostante dei limiti, perché Mazzacurati fa vivere il paesaggio 
italiano più autentico, ancora non ** **omologato, che suscita il 
desiderio di viverlo, perché esso è, ha un'anima. Su questo paesaggio il 
regista inserisce alcuni personaggi tratteggiati efficacemente: il 
tabaccaio ricco, ma cafone, il giornalista navigato e paternalista, 
l'avvocato cinico e sbrigativo, e soprattutto il meccanico tunisino, 
serio e solitario, ma anche incapace, per i suoi retaggi culturali, di 
capire il bisogno di libertà femminile. ** *
  
*e poi...*
*Giovedì 24 gennaio 2008 *
*  Due giorni a Parigi **(/Deux jours à Paris/) *********di * Julie Delpy *
*con Julie Delpy, Adam Goldberg, Alex Nahon*******.* Francia/Germania 
2007; *durata*: 98'*
*J**ack e Marion decidono di fare una vacanza a Parigi: per lei è un 
ritorno a casa, per lui un susseguirsi di situazioni aliene e ostili. Le 
romantiche aspettative sono presto disilluse e il loro rapporto messo a 
dura prova...*
*/Due giorni a Parigi/ -- progetto sentito dalla Delpy, che cura anche 
montaggio e musiche -- sfugge alle trappole della commedia sentimentale 
deviando verso una satira di costume briosa e puntuale che non risparmia 
nessuno, né l'autrice, né tantomeno i concittadini, sempre altezzosi e 
sprezzanti. Il film affonda nello stereotipo, ma in maniera consapevole 
e pertanto efficace, così che lo sguardo obiettivo dell'attrice-autrice 
sul proprio paese colpisce per la precisione con cui coglie gli aspetti 
inediti della Parigi cinematografica.   Una commedia brillante, una 
bizzarra storia d'amore, una divertente riflessione sul sesso, ma anche 
un'acuta critica alla società americana e a quella francese.** //Dalle 
belle immagini costruite con molta attenzione, il film risulta davvero 
godibile in ogni sua parte, a cominciare dai dialoghi quasi sempre sopra 
le righe, ma molto ben congegnati. *
*Giovedì 31 gennaio- Venerdì 1 febbraio - Sabato 2 febbraio 2008*
*I 60 anni del Circolo del Cinema*
*Tre giorni di proiezioni, incontri, *
*con "La promessa dell'assassino" di Cronenberg e "Il vento fa il suo 
giro"* *di Giorgio Diritti*
*e poi film di Bellocchio, Bertolucci, Godard, Bergman, Cassavetes, 
Coen, Alina Marazzi...                         *
*   *
*Giovedì 2 febbraio 2008 *
*Tideland **di Terry Gilliam*
* con Jeff Bridges, Jodelle Ferland, Janet McTeer, Dylan Taylor, Wendy 
Anderson, Sally Crooks. Canada, Gran Bretagna 2005. Dur: 122'  *
*Grazie al coraggio di una piccola casa di distribuzione, la Officine 
Ubu, arriva nelle sale /Tideland/ di Terry Gilliam. /Tideland/ è un film 
personalissimo, in pieno stile Gilliam, fantasioso e macabro, spaventoso 
e divertente, fiabesco e stratificato. Il film segue la storia di una 
bambina di dieci anni, Jeliza-Rose, figlia di una coppia di tossici. La 
madre muore subito e il padre, a cui la bimba prepara le dosi e inietta 
la droga, poco dopo. Sola in luoghi sconosciuti, la piccola si inventa 
un mondo fatto di personaggi al limite, teste di bambole e animali 
parlanti. Gilliam costruisce una sorta di /Alice nel paese degli orrori/ 
in totale e anarcoide libertà realizzando un film più affascinante che 
compiuto ma con una ricchezza, una raffinatezza di stile, un'inventiva 
tale da farsi perdonare tutte le inconcludenze, frutto più di generosità 
creativa che di vere e proprie lacune.  **/[Federico Pedroni da FilmTv/*]
*Giovedì 14 febbraio 2008 *
*Accross the Universe (**/Across the universe/) di** Julie 
Taymor*************
**con *Jim Sturgess, Evan Rachel Wood, Joe Anderson, Dana Fuchs, Martin 
Luther******. USA, 2007; *durata*: 133'*
*Gli esplosivi, travolgenti, colorati e immaginifici anni '60, 
rivisitati in un musical che - seguendo un filo rosso rappresentato 
dalle canzoni dei Beatles - racconta della storia d'amore tra Jude e 
Lucy, della loro progressiva presa di coscienza e del loro impegno 
contro la guerra in Vietnam e per i diritti civili. .Trentatré canzoni 
dei Beatles sono il meraviglioso tappeto sonoro su cui Julie Taymor 
racconta un'educazione sentimental-politica nei Sixties.  Meno 
fantasioso e bizzarro di quanto vorrebbe, corretto ma freddo, il film 
non è aiutato dalle coreografie ginniche di Daniel Ezralow; ma in 
compenso i giovani protagonisti hanno un'energia che li rende credibili 
anche quando cantano.  Vari camei: Salma Hayek infermiera sexy, Bono 
guru psichedelico e Joe Cocker barbone.   [Emiliano Morreale da 
"FilmTV"]                 *
*In collaborazione con il Circolo "Lucca Jazz"*
*Giovedì 21 febbraio 2008 *
*Piano, solo di Riccardo MIlani*
*/con/ Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca, Paola Cortellesi, Michele 
Placido, Sandra Ceccarelli, Corso Salani, Mariella Valentini. Italia 
2007. Dur: 104'.
*
////*//Piano, solo //**filma la storia di Luca Flores, geniale pianista 
vissuto tra il 1956 e il 1995, che ha suonato con mostri sacri del jazz: 
da Massimo Urbani a Chet Baker. A farlo rivivere è stato Walter 
Veltroni, nel suo libro **//libro "Il disco del mondo".// Fedele alla 
ricostruzione letteraria, *Riccardo Milani* ne coglie i momenti più 
significativi: l'infanzia africana, la morte della madre, l'affermazione 
come pianista fino al progressivo tracollo psichico.*
*E' un film da vedere? Sì, **soprattutto per il personaggio e 
l'interpretazione di Kim Rossi Stuart. Come personaggio, perchè è 
l'unico nel film davvero complesso e ricco di sfumature; come attore, 
perché riesce a dare ad esso sia la forza creativa del pianista, che è 
sempre misteriosa, inafferrabile e coinvolgente sia un dolore, meglio 
sarebbe definirlo un trauma che, in ogni momento, lo segna e che lo fa 
diventare quasi allucinato e sempre compresso, imprigionato in una 
ossessione, la morte della madre, che ama simbioticamente e verso cui si 
sente colpevole.** E Luca Flores attraverso gli occhi "sempre altrove" 
di Kim Rossi Stuart ci porta in un viaggio psichico-musicale, che non 
sarà facile cancellare. [Gianni Quilici da "Lo schermo"] *
*28 febbraio 2008 *
*Paranoid Park di Gus Van Sant*
***********con * *Gabe Nevins, Taylor Momsen, Jake Miller. ****** 
Francia-USA 2007; *Durata*: 85'*
*Gus Van Sant, vince il premio speciale della 60esima edizione del 
Festival di Cannes con /Paranoid Park/, confrontandosi con il mondo 
degli skaters in una miscela stilistica di fiction e documentario. 
Paranoid Park é il parco di Portland, rifugio degli skaters più esperti. 
Ed è in un pomeriggio qualunque che, da questo incrocio di rampe e 
scivoli, Alex, il giovanissimo protagonista, vedrà la propria vita 
prendere una piega drammaticamente inaspettata....
Van Sant si concede più volte il lusso di giocare a nascondino con la 
traccia narrativa principale. Da subito è evidente la voglia di 
allargare il proprio sguardo a tutto ciò che di collaterale può anche 
solo lambire lo spunto del romanzo da cui il film prende piede. 
Visivamente sembra impegnarsi a farlo abbandonandosi al movimento ora 
ondeggiante ora fulmineo degli skate, seguendo direzioni sinuose e 
circolari, quasi del tutto spontanee. Ma è tale la bellezza di alcune 
sequenze, che immediatamente si percepisce come l'invisibilità della 
macchina da presa sia solo fittizia, celando, in realtà, una regia 
fortemente preordinata. La scelta di girare le evoluzioni degli skaters  
in Super8, è già di per sé una scelta stilistica e funziona bene, grazie 
anche alla fotografia di Chris Doyle, storico collaboratore di Wong Kar 
Wai con la sua abilità di rendere, nel manipolare la luce,  gli attimi 
di silenzio del protagonista, lunghi passaggi interiori. [Salvatore 
Salviano Miceli]
*