RIFIUTI: USCIRE DALL`EMERGENZA CON POLITICHE DEFINITIVE E CONDIVISE
Intervento della Capogruppo Monica Sgherri e dell'Assessore Baronti
Oltre alla doverosa solidarietà di tutte le Regioni al fine di garantire il diritto di tutti i cittadini italiani a non essere sommersi dall’immondizia, la drammatica emergenza della Campania chiede impegni seri e immediati tra cui la certezza su tempi e quantità. Dunque chiede di uscire dall’emergenza, ma chiede anche che siano accertate le responsabilità di chi ha determinato questa situazione. È evidente che le ragioni di chi ha paura che si determini l’emergenza nel 2011 in Toscana si rafforzano, ma questo aprirebbe una strada estremamente pericolosa e senza uscita se si approfittasse di questa tragedia per spingere sulla soluzione degli inceneritori. Dal 2001 la Toscana è la regione con la media procapite di rifiuti urbani e assimilati più alta d’Italia, rispetto anche a Regioni simili per economia, tessuto industriale, tenore di vita. L’aumento costante della produzione dei rifiuti ha annullato l’aumento della raccolta differenziata, e ben difficilmente raggiungeremo le percentuali di raccolta differenziata previste a livello nazionale. Il 75% dei rifiuti finisce in discarica. Dunque come si esce dall’emergenza? Ridurre la produzione dei rifiuti subito e produrre risultati consistenti e visibili entro pochi mesi. Si può, prima di tutto mettendo a sistema la raccolta porta a porta per almeno il 30% della popolazione toscana. Esperienze egregie in Toscana (Capannori) e in Italia ci sono, basta applicarle. Secondo: modernizzando e rivedendo gli impianti di selezione: molti di quelli funzionanti producono risultati del tutto ininfluenti nella separazione del rifiuti e nel loro recupero. Anche in questo caso esperienze importanti in Europa e nel mondo ci sono, come gli impianti di trattamento meccanico e biologico per il recupero di materia e di compost di buona qualità, come quello di Tudela in Spagna. Terzo, aggredendo la questione dei rifiuti assimilati, avviando una seria politica di loro reimmissione nel circolo delle materie prime seconde. Questo chiede di predisporre subito una contabilità separata. Per riorganizzarne il recupero. La corsa agli inceneritori è mistificatoria, oltre che pericolosa e inquinante. Non dobbiamo scordarci che oltre il 30% dei rifiuti inceneriti diventa cenere, altamente inquinante da portare in discarica! Se non si inverte decisamente il trend sulla produzione dei rifiuti, non ci emanciperemo mai dalla necessità di nuovi inceneritori e nuove discariche. Questa è la vera situazione drammatica ed emergenziale che potrebbe crearsi anche per la Toscana. Anche in Toscana preoccupazioni, allarmi e lotte contro questi impianti inquinanti esistono e si rafforzano. La vittoria dei no al referendum di Campi Bisenzio ci dice che ormai il lavoro dei comitati e delle associazioni si sta radicando sempre di più. Mettere in atto politiche responsabili e condivise con le popolazioni è la carta vincente per uscire definitivamente dall’emergenza. Oggi è responsabilità grave non diminuire la produzione dei rifiuti perché significa non combattere l’emergenza. La fermezza è necessaria non nel contrapporsi alle preoccupazioni delle popolazioni bensì nell’avviare politiche definitive e condivise per il presente e il futuro. PRC GRUPPO TOSCANA