Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA PASO A PASO
Servicio informativo de ASKAPENA Nº205
__
_DISTINTE VALUTAZIONI RISPETTO ALLA CARATTERIZZAZIONE E FORMA DI
AGIRE DELLA GIUSTIZIA SPAGNOLA. (II) _
In date recenti la Corte Europea di Diritti umani ha ammesso a
tramite la denuncia interposta da Batasuna contro lo stato spagnolo.
Detta denuncia, presentata a suo tempo dagli avvocati della sinistra,
intende che le risoluzioni e procedimenti giudiziari che misero
fuorilegge Batasuna ed altre espressioni politiche di sinistra non si
adattava al diritto.
Mentre questo succedeva a Strasburgo, la giustizia spagnola -
specialmente l'Udienza Nazionale - sta dettando successivi atti che
ostacolano la libertà di espressione e che si risolvono con
incarceramenti massicci, preventivi e senza prove. La più scandalosa
è stata la risoluzione per la quale si imprigiona la direzione
politica di Batasuna e la sentenza del maxiprocesso 18/98 mediante la
quale 47 dei 56 processati sono stati imprigionati con una pena di 525
anni. Come dicevamo nel Bollettino anteriore, sono molte le persone
che, davanti a questi oltraggi giudiziari, rimangono impassibili o
perfino festeggiano le condanne ed incarceramenti. Anche rispetto a
questo fenomeno, menti splendide e coscienze solidali di fuori di
Euskal Herria, stanno denunciando la prostituzione della giustizia
che sta essendo protagonista nello Stato spagnolo. Raccogliamo in
questo bollettino alcune di queste attestazioni chiedendo scusa agli
autori dei testi se, facendo la selezione dei frammenti, travisiamo
il contenuto del loro messaggio.
/_L'Udienza Nazionale, alla caccia del Tribunale di Ordine
Pubblico".... _/l'Udienza Nazionale è un organo che, attraverso i
suoi giudizi, continua a pronunciarsi contro tutto quello che odori
di un vero esercizio della democrazia, perché quel sistema politico,
applicato alla spagnola che viene ad essere la stessa cosa dire alla
nordamericana, si fa beffa nel diritto più elementare, come Bush
sugli iracheni che il suo esercito di mercenari segue assassinando,
senza che nessun tribunale o udienza osi giudicarlo per crimini di
guerra.
I diritti umani si sono violati nuovamente, in forma ostinata e
ripetuta, non solo durante il periodo nel quale si preparava il
processo, bensì durante il suo sviluppo e finale che potrebbe firmare
un giurista come Blas Piñar, senza che la coscienza gli bruciasse. Si
è emesso un verdetto, basato su mille ed una irregolarità e
presupposti mai dimostrati che è logico sollecitare non già a
Strasburgo l'annullamento della propria sentenza, bensì reclamare il
procedimento immediato contro tutti i giuristi che fanno parte di
quell'intollerabile mostriciattolo. Il suo delitto: prevaricazione in
sessione continua." (Carlos Tena) giornalista.
/_Garzón e la politica"... _/Dalla posizione di un giurista,
osservatore esterno, risulta impossibile smettere di passare senza
commento l'operazione di Garzón con la detenzione di 23 membri di
Batasuna, tanto per lo scandalo del fatto in sé - inviare alla
prigione i partecipanti di una riunione politica - come perché
constitusce un passo in più nel processo di giudizio della politica
che veniamo denunciando da tempo... Il potere giudiziario abbandonò
cioè il ruolo che ha riconosciuto in una società democratica, la sua
dimensione strettamente giurisdizionale. Tradendo la sua posizione di
arbitro, il giudice passa a trasformarsi in agente politico diretto
che si situa e si intromette nel centro del dibattito e condiziona
con le sue decisioni lo sviluppo della vita politica... i veri centri
di decisione dai quali dipende la vita politica di questo paese si
trovano nell'Udienza Nazionale ed il Tribunale Costituzionale... La
cosa più notevole della risoluzione giuridica, per la quale si
imprigionarono i 23 membri di Batasuna, è la totale assenza di
argomentazione giuridica che giustifichi una misura di tale
gravità... Convertito in analista politico, il giudice di istruzione
si permette di stimare le intenzioni presenti e future di un
collettivo politico come postulare l'inevitabile criminalizzazione di
un'opzione politica alla quale si richiama quasi il venti percento
della società basca. , August Gil Matamala. Avvocato della Scuola di
Bar celona ed ex presidente dell'AED.
/_La logica della guerra ed il maxiprocesso 18/98. _/"Da allora,
l'entrata in vigore della Legge di Partiti, la pendenza scivolosa del
taglio di libertà civili e politiche rimase avviata. Si chiusero
giornali, si proibirono raggruppamenti elettorali, manifestazioni o
riunioni, si introdussero nuovi delitti di opinione nel Codice
Penale.... In un contesto così, il kafkiano labirinto del quale fa
parte il maxiprocesso 18/98 non può considerarsi un episodio isolato.
Pensare che risulta sufficiente che un'azione politica o sociale si
consideri" aiuto" ai" fini" di ETA affinché possa trattarsi come un
delitto di terrorismo è addentrarsi in una pericolosa strada nella
quale si sfumano le frontiere tra il dissidente ed il nemico della
patria, l'innocente ed il colpevole. Di più, se tutto quello che
suona come indipendentismo, a nazionalismo periferico o,
semplicemente, non comunichi coi posti comuni del nazionalismo
spagnolo è destinato ad essere" ambiente di ETA", o peggio, parte
delle sue" viscere", la logica di guerra è servita. Quello che si
spingerà, inevitabilmente, sarà un Diritto Penale di autore ispirato
in un'antica e mai spenta tentazione totalitaria: l'idea che deve
punirsi non per quello che si è fatto bensì per quello che si è o,
perfino, per quello che si suppone che si sia... Si può essere
terroristi senza saperlo o collaboratore di ETA senza nemmeno essere
indipendentista basco. La persecuzione di persone od organizzazioni
che, senza ricorrere alla violenza, discutono aspetti essenziali
dell'ordine costituzionale non costituiscono semplici danni
collaterali della lotta antiterrorista bensì piuttosto una seria
sconfitta dello Stato di diritto. Magari l'avvertenza raggiunga anche
quanti oggi applaudono o semplicemente guardano verso da un?altra
parte. (Jaume Asens) Vocale della Commissione di Difesa della Scuola
di Avvocati di Barcellona e Gerardo Pisarello, Professore di Diritto
Costituzionale dell'Università di Barcellona.
/_La strumentalizzazione del Diritto nel 18/98. _/"...Nel nostro
paese, la violazione di diritti fondamentali in diversi processi
penali è moneta corrente. Questo è il caso dei processi conosciuti
sotto la generica denominazione di 18/98 nei quali si sono prodotte
gravi violazioni di garanzie giuridiche e processuali... Tra le
garanzie violate vogliamo segnalare le più rilevanti che ci sembrano
centrali:
* L'expansività delle norme, espressamente proibite dal principio
di legalità.
* Le società non delinquono; sono le persone quelle che lo fanno.
La responsabilità penale è personale, non collettiva: i delitti di
Botìn non hanno supposto la dissoluzione della Banca Santander
Centrale Ispanica.
* Si sono violati i diritti delle persone arrestate e processate:
si è superato il periodo legale di detenzione, si sono violati i loro
domicili, il segreto di comunicazioni, la libera designazione di
avvocato, il diritto all'intimità, all'onore, alla dignità,
all'integrità fisica, incarceramento prima che si dettasse la
sentenza. Il carico politico del processo ha spazzato i diritti
processuali e le garanzie giuridiche dei processati.
* Si sono vulnerati diritti e libertà fondamentali: quello di
libertà di espressione mediante la chiusura di media...
Nello Stato spagnolo, l'equilibrio tra il potere esecutivo e
giudiziario è rotto. La politicizzazione della giustizia vicino al
giudizio della politica, l'uso strumentale delle leggi e delle
istituzioni del potere giudiziario ci situa in una permanente
insicurezza giuridica... Il potere conta sulla forza ma non sulla
legittimazione democratica. Cioè, non siamo in uno stato di diritto",
Amelia Alejandre Casado e José Manuel Hernández de la Fuente. Avvocati
ed Osservatori nel processo 18/98 per E.H Watch,
Euskal Herria, 15 Gennaio di 2008.
www.askapena.org[1]
info@???[2]
VÃnculos:
---------
[1]
http://www.askapena.org
[2]
mailto:info@askapena.org