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Subject: [Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Euskal Herria Paso a Paso n. 204:"DISTINTE VALUTAZIONI RISPETTO ALLA CARATTERIZZAZIONE E STRATEGIA REPRESSIVA DEL GOVERNO SPAGNOLO. (I) "


Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA PASO A PASO
Servicio informativo de ASKAPENA Nº204

_DISTINTE VALUTAZIONI RISPETTO ALLA CARATTERIZZAZIONE E STRATEGIA
REPRESSIVA DEL GOVERNO SPAGNOLO. (I) _

L'ondata repressiva promossa da Madrid, in coordinamento con
Parigi, ha dato luogo all'attuale stato di eccezione che si vive in
Euskal Herria: giudizi farsa, detenzioni massicce, persecuzione della
libertà di espressione, illegalizzazioni senza limiti, torture
estreme... Sono molte le persone che, davanti a questo cumulo di
oltraggi, rimangono impassibili o perfino festeggiano i deterrenti.
Per fortuna, abbondano anche le menti splendide e le coscienze
solidali che, da fuori di Euskal Herria, denunciano la barbarie che
si sta commettendo. Raccogliamo in questo bollettino alcune di queste
attestazioni chiedendo scusa agli autori dei testi se facendo la
selezione dei frammenti travisiamo il contenuto del loro messaggio.

/_Agli españolistas":... _/Siete i nemici della Spagna;
españolistas ospitati nel nazional-cattolicesimo e nel franchismo.
Españolistas che vi rifugiate in un partito" socialista" centralista
e predatore. Españolistas della sinistra addomesticata e canina che
militate nei dintorni del partito comunista... Tutti, tutti voi, non
potrete mai fermare quanti hanno la determinazione di essere quello
che sono. Non ci sono prigioni che imprigionino la volontà di
identità... Quando risuonano gli spari di Las Landas e quando uno
vede prigionieri i baschi per il fatto di essere baschi, non possiamo
meno che pensare che la Spagna è stata la domestica dei signorini,
quelli che pensano ancora che è la loro proprietà e la loro tenuta
personale", Manuel F. Trillo, Professore,

/_Dove crede di andare la Spagna? _/"...La triste Cenerentola
europea sta affondando. Centinaia di migliaia gridano dentro lo Stato
che non sono spagnoli né vogliono esserlo... La Spagna piegò la
democrazia ai piedi del feretro del Generalissimo, la prostituì con
la non scrupolosità di Aznar e la compiacenza del PSOE. Mantiene
vigenti gli stessi patti, continua con le stesse concezioni fasciste,
la legislazione antiterrorista e la strategia di guerra contro i
baschi... Prese la decisione di fare fallire il processo di soluzione
e la via pacifica e negoziatrice coi baschi. La strategia della Spagna
non lascia alternativa per chi ha messo sul tavolo le proposte di
Anoeta ed Uztaritze e ha rinnovato più volte la volontà
negoziatoria... Sta riempendo le prigioni di oppositori Ha prigioni
sufficienti? La sua destrificata società nonostante tutto tace ma
dove crede di andare negando diritti, illegalizzando partiti,
imprigionando oppositori...?" , Daniel C. Bilbao. Giornalista e
scrittore,

/_Il problema della libertà"... _/La Spagna ha vissuto tutta la sua
storia al margine della libertà, in regime di caudillismo, accoglienza
ad un pensiero unico e" eroico" che è quello che si confronta
violentemente col mezzo sul quale agisce data la sua incapacità di
governarlo. La Spagna ha respinto sempre la libertà che ha temuto e
ha sostituito con le razzie contro tutto quello che significhi
offerta di cambiamento o responsabilità storica e sociale matura. Con
frase orteguiana è corretto affermare che il governo è stato ridotto,
quasi sempre in Spagna al comando, all'impero. La Spagna non è una
nazione ma una proprietà... Spoglie le masse spagnole di ogni senso
critico rispetto alla politica che le sottomette, negli ultimi
duecento anni ha continuato a crescere uno spirito coloniale che
l'occupa tutta, dal proprio essere spagnolo - il principale atto
colonizzatore - a paesi come il basco o il catalano la cui richiesta
di libertà è stata qualificata come una dimostrazione di
delinquenza... Stiamo, dunque, davanti ad una situazione di gravità
somma per attentato istituzionale contro la democrazia, equivalente
ad un colpo di stato", Antonio Álvarez - Solís. Giornalista,

/_La sicurezza degli spagnoli_/" Dopo le detenzioni di 46 dei
processati nel sommario 18/98, il PSOE si vanta della" fermezza
contro il terrorismo"; il PP esprime la sua immensa soddisfazione e
noi spagnoli, naturalmente, ci sentiamo più contenti e molto più
sicuri... Perché la violazione di tutti i fondamenti di Diritto ci fa
sentire tanto contenti e sicuri fuori dei Paesi Baschi? Solo
un'inquietante combinazione di densa alienazione sociale e bassa
cultura democratica può spiegare questo mistero. In fin dei conti,
l'immensa maggioranza degli spagnoli ci troviamo nella stessa
situazione di quegli imprigionati: nessuno può dimostrare che abbiamo
nessuna relazione con ETA... Basterà non volere l'indipendenza di
Euskal Herria, neanche per vie pacifiche e democratiche? Ma temo di
no. Dopo tutto, se Euskal Herria stesse in Serbia o in Turchia molti
spagnoli parlerebbero ora dei baschi coraggiosi ed oppressi come si
parla dei kosovari o dei curdi, ed altri molti parleremmo di sinistra
colpita dalla rappresaglia e perseguiti come lo facciamo coi
sindacalisti della Colombia..." , Santiago Alba e Carlos Fernández
Liria. Filosofi,

/_Stato di eccezione permanente_/" Trenta due anni dopo la morte di
Franco, (in Spagna), si continuano ad imprigionare le idee e si
trattiene chiunque la pensa differente. Curioso parallelismo con
epoche che avrebbero dovuto passare già al dimenticayoio. Stiamo in
pieno stato di eccezione mascherato e, quello che è più grave, con
l'approvazione o, almeno, la negligenza della classe politica,
contando tra questa vari che si autoproclamano di sinistra... Per me
ci sono due fatti indiscutibili per il risultato della pace in
Euskadi: il diritto di autodeterminazione e l'avvicinamento dei
prigionieri. Quello sarebbe dovuto succedere all'inizio della tregua,
quando le posizioni della sinistra indipendentista bascae di ETA
scommettevano chiaramente e nettamente sulla pace. Naturalmente,
bisogna essere molto poco intelligenti e non avere ogni sensibilità
ed intuizione per non comprendere che la scommessa per la pace era
autentica... Il silenzio della classe intellettuale davanti a quanto
accaduto nei Paesi Baschi è già qualcosa di osceno. Neanche la
posizione del PNV è stata di grande solidarietà. Magari esistesse una
risposta ferma e chiara davanti ai gravi fatti che si stanno
producendo..." , Cristina Maristany. Scrittrice,

/_SOS da Euskal Herria".. _/Sono epoche di cui dare testimonianza,
con tutto il dolore e la rabbia di sentire questa terra, investita da
una dittatura simile a quella che vivemmo e subimmo in America latina
negli anni 60 e 70. Benché costi crederlo a quanti stanno lontano di
qui, quello che subisce giorno per giorno Euskal Herria è né più né
meno che un'offensiva fascista in tutta l'estensione della parola.
Non esagero di una virgola: non c'è un'altra denominazione da
applicare al comportamento di un potere, quello degli Stati spagnolo
e francese che slega tutta la sua furia contro l'indipendentismo
basco e lo fa attraverso le più diverse atrocità che vanno dalla
tortura fino all'incarceramento ingiustificato e fino alla morte per
zittire il grido dei ribelli. Vogliono fare sparire baschi e basche
come il Pinochet, i Videla ed i Rios Montt cercavano di far sparire
migliaia di lottatori latinoamericani. Là, mediante metodi estratti
dalle scuole di terrore che la Francia applicò in Algeria o che l'USA
progettò in Corea e Vietnam. Qui, inviando centinaia di giovani alla
prigione e seppellendoli nella stessa durante decine di anni...
Questo succede in una" democrazia" che si tratta di una dittatura
militare della peggiore specie. Una dittatura con facciata civile
dove i poliziotti bastonano, torturano ed umiliano con l'impunità che
concede loro la classe politica..." , Carlos Aznárez. Giornalista,
della Squadra di Direzione di Resumen Latinoamericano,


                                                                                    Euskal
Herria, 9 Gennaio di 2008.

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