[Incontrotempo] La Sapienza ostaggio del Papa

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La Sapienza ostaggio del Papa

Si avvicina l’inaugurazione dell’anno accademico, si avvicina la visita di papa Ratzinger all’università La Sapienza di Roma. Come un monito o una prefigurazione la scorsa settimana abbiamo proposto di difendere la Minerva dall’Inquisitore e l’Inquisitore non ha fatto tardare la risposta. Dentro la Sapienza vige uno stato di militarizzazione mai visto prima, affincato da uno stato d’emergenza che ha messo al bando ogni potere “secolare” e ogni ambito di decisione legittima. Comanda il Rettore, comanda la Questura di Roma o comanda il Vaticano? Domanda non priva di interesse laddove è impossibile ottenere l’autorizzazione, da studenti, di poter vivere la propria università il 17 mattina e di poterlo fare esprimendo il proprio dissenso e la propria contrarietà. Contrarietà alla visita di chi ha ritenuto (Parma 1990) e ritiene «giusto e ragionevole» il processo perpetrato dalla chiesa contro Galileo, di chi ogni giorno umilia le
donne attaccando la 194, di chi vuole soldi pubblici per la formazione e la sanità cattoliche (ma Veltroni le ascolta le parole del papa?), di chi bandisce la differenza culturale e religiosa promuovendo un pensiero cattolico forte, esclusivo, aggressivo.
Veniamo definiti minoranza, al pari dei docenti che hanno espresso la propria indignazione: ma in democrazia non vanno rispettate anche le minoranze? O piuttosto l’arroganza del potere papale ha imposto la sospensione delle regole democratiche? Chi decide cosa è minoranza e cosa maggioranza? Noi siamo convinti che l’indignazione nei confronti di Benedetto XVI sia forte, che non si limiti all’università e al corpo vivo della comunità scientifica, ma che sia un’indignazione che coinvolge donne e uomini che sentono in pericolo la propria libertà, di fronte ad un dispositivo di linguaggio e di potere che propone e impone di normare la vita e i desideri di tutti e di ciascuno.
In questi giorni, inoltre, è divampata l’attenzione mediatica: “sarà un altro ‘91 (in quell’anno gli studenti che contestavano la presenza di papa Wojtyla furono pestati e arrestati)?”. A dirla tutta siamo noi a rovesciare la domanda e a chiedere alle forze dell’ordine se hanno intenzione di fare un altro ‘91, perchè la nostra intenzione è quella di circolare liberamente nella città universitaria e di esprimere il nostro dissenso. In un paese liberal-democratico, come l’Italia si professa, tutto ciò dovrebbe esser garantito.
Evidentemente la democrazia è carta staccia di fronte alla rivoluzione teocon?
Evidentemente sì, evidentemente la spinta teocon è qualcosa di molto serio che mette in crisi in modo deciso paradigmi politici consolidati. Evidentemente la Sapienza è già ostaggio del pontefice e della sua arroganza (si prevedono infatti zone rosse, presenza sovrabbondante di celere, cecchini e molto altro), evidentemente non sbagliavamo la scorsa settimana, quando abbiamo proposto di difendere la Minerva dall’Inquisitore.
Contro tutte le zone rosse, contro la militarizzazione di un luogo pubblico come l’università, per la libertà di espressione e di dissenso, invitiamo tutt* all’assemblea pubblica di domani, ore 16 presso la facoltà di Scienze politiche e mercoledì alle ore 12 sotto la statua della Minerva per una conferenza stampa di denuncia.

Il papa è nemico del sapere, dei desideri, della ragione



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