Il Ciclo dei Rifiuti a Genova
Amici del Chiaravagna, Italia Nostra, Legambiente Liguria
Genova, 14/01/2008 Comunicato stampa
Modello Genova : raccolta differenziata di tipo domiciliare (o porta a porta) all’interno di un percorso di condivisione del Ciclo Integrato dei Rifiuti gestito dall’ Amministrazione Comunale con il consenso dei cittadini
In merito alle aspre polemiche che, favorite anche dai recenti avvenimenti legati all’ennesima emergenza rifiuti di Napoli, si sono scatenate tra gli stessi partiti che governano la nostra Citta’, le Associazioni ambientaliste intendono confermare il proprio appoggio all’assessore all’ambiente Carlo Senesi, per cio’ che riguarda la sua posizione, assunta con il pieno appoggio della Sindaco, in merito alla gestione del ciclo dei rifiuti, che mette da parte l’inceneritore e punta sulla raccolta differenziata di tipo domiciliare o porta a porta.
La Giunta comunale, insediatasi lo scorso anno, ha infatti accolto positivamente l’iniziativa delle Associazioni e di conseguenza si e’ fatta promotrice e garante, attraverso l’Assessorato all’ Ambiente, di una collaborazione tra AMIU e le Associazioni stesse per la definizione di Progetti di raccolta differenziata domiciliare da estendere progressivamente a tutta la Citta’.
I primi, su cui AMIU e Associazioni stanno lavorando ormai da mesi, sono quelli di Pontedecimo e Sestri Ponente : inizieranno gia’ dal prossimo Febbraio e permetteranno di studiare le modalita’ migliori affinche’ anche i cittadini genovesi possano , alla pari di quelli di altre citta’ italiane in cui e’ gia’ in corso da tempo, attuarla nella maniera piu’ efficace, contribuendo cosi’, in pochi anni, al miglioramento dell’ attuale percentuale di raccolta differenziata, passando da un misero 13% scarso ai valori di legge (Dlgs nº152 del 3/4/06).
Poiche’ risulta strategicamente importante, ai fini del successo, la capacita’ di saper condurre il nuovo rapporto, che inevitabilmente si viene a creare, nell’ambito del processo di raccolta differenziata di tipo domiciliare, tra l’ente gestore e i cittadini, le associazioni ambientaliste metteranno a disposizione la propria esperienza nell’ambito della comunicazione, favorendo la comprensione e la attuazione delle procedure a cui ciascuno dovra’ attenersi.
Si faranno carico inoltre di controllare lo svolgimento di entrambi i progetti attraverso l’analisi dei risultati della raccolta grazie ad un sistema di monitoraggio puntuale di tipo qualitativo e quantitativo messo a punto, di comune accordo con AMIU, cosi’ come pure eventuali modifiche che si rendessero necessarie per migliorare l’efficacia della raccolta differenziata.
In base alle scelte dell’ Assessore, che noi abbiamo appoggiato, la raccolta differenziata si colloca all’interno di un ciclo dei rifiuti la cui gestione si discosta sia da quella del modello Brescia sia, piu’ recentemente, da quella indicata dal governo per l’emergenza Napoli.
Diversamente da quelli, che risultano vincolati dalla decisione di prevedere a priori la costruzione di un inceneritore finale, il modello, che potremmo definire Genova, favorirebbe un percorso di condivisione con la cittadinanza per la scelta del metodo migliore di chiusura del ciclo da farsi dopo aver valutato criticamente i risultati e l’efficacia della raccolta differenziata attuata e considerando l’impiego di nuove tecnologie, gia’ attualmente in fase di sperimentazione in Italia e nel Mondo.
Riteniamo pertanto che, invece di litigare, sia indispensabile accelerare i tempi per la definizione dei progetti di raccolta differenziata, attualmente in corso, permettendo cosi’ ad AMIU di farli iniziare nei tempi previsti, dopo una incisiva campagna di comunicazione, da svolgere in collaborazione con le associazioni ambientaliste, atta ad informare efficacemente i cittadini su quale dovra’ essere il loro comportamento piu’ adeguato per il successo delle iniziative.
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Una soluzione innovativa per la gestione dei materiali post consumo
nazionali viene dalla Liguria.
I proponenti sono Italia Nostra, Legambiente e Amici del Chiaravagna
(comitato degli abitanti che sopportano le servitù della discarica di
Genova) .
Il Modello Genova che si sta avviando nel capoluogo ligure è in netta
e voluta contrapposizione con il Modello Brescia, quello che si è
cercato di imporre in Campania, sicura concausa della cronica
emergenza rifiuti campana e del suo disastro ambientale e sanitario.
Il Modello Brescia privilegia gli interessi economici dei gestori
grazie alla "termovalorizzazione assistita", in cui la stessa raccolta
differenziata è finalizzata ad incrementare la quantità e il potere
calorifico dei rifiuti da "termovalorizzare". E il Modello Brescia,
non bada a spese, intanto pagano tutto i cittadini: tasse rifiuti,
energia elettrica e calore prodotti con i loro rifiuti
"termovalorizzati", incentivi dei Certificati Verdi, ecotassa del
Consorzio Nazionale Imballaggi per gli imballaggi di plastica e di
alluminio termovalorizzati.
Il Modello Genova privilegia gli interessi collettivi, riduce i costi
complessivi a carico della comunità, realizza vere forme di risparmio
energetico, utilizza in modo responsabile le risorse, tutela e
migliora la qualità dell'ambiente e la salute dei cittadini, crea
nuova occupazione e promuove l'innovazione.
La formula del Modello Genova non è magica e neppure utopistica; è il
risultato del rispetto, alla lettera, delle priorità previste dalle
norme nazionali ed europee: un' energica politica di riduzione della
produzione alla fonte, una raccolta differenziata di qualità
finalizzata al massimo riciclo dei materiali raccolti, recupero
energetico dalle frazioni biodegradabili con la produzione ed utilizzo
razionale di biogas (scelta strategica, in quanto il 60 % del totale
dei Materiali Post Consumo è biodegradabile). Infine, chiusura dei
cicli per il trattamento della frazione indifferenziata residuale, con
impianti che non ostacolano il pieno raggiungimento degli obiettivi di
riduzione e riciclo.
Quest'ultima caratteristica è posseduta dai sistemi meccanico
biologici, tecnologicamente maturi, econonomicamente vantaggiosi ed
intrinsecamente a basso impatto ambientale.
Il Modello Genova ha molte possibilità di realizzarsi: Provincia di
Genova e Regione Liguria concordano, nei fatti e nella sostanza, con
la proposta; l' Azienda che gestisce il ciclo dei rifiuti non è
apertamente contraria; una scelta politica simile è già stata fatta e
deliberata dalla Provincia di Savona che, per raggiungere l'obiettivo
di far risparmiare i cittadini e di garantire loro il minor impatto
ambientale, ha cassato la termovalorizzazione dalle sue precedenti
scelte e ha deciso di puntare sulla riduzione e il Porta a Porta,
affidandone il progetto al Corsorzio Priula che nel Trevigiano, grazie
a scelte innovative in questo campo, può vantare raccolte
differenziate al 70% e oltre.
E entro i primi mesi del 2008 il "Porta a Porta" partirà in due
quartieri di Genova, scelti appositamente per le loro diverse e
complesse realtà urbanistiche, rappresentative di quelle esistenti a
Genova. E in questo caso la progettazione è affidata ad un'altra
società italiana, la Idecom, che ha realizzato con successo piani di
raccolta Porta a Porta a Reggio Emilia e nel centro storico di Venezia.
E il Porta a Porta, dopo questo primo rodaggio , certamente positivo,
si estenderà progressivamente al resto della città, in base a quanto
ha già dichiarato il Sindaco Marta Vincenzi, e già questa è una prima
vittoria delle Associazioni che stanno promuovendo il Modello Genova,
in quanto esse, per prime, hanno operato affinchè si raggiungesse
questo obiettivo.
Insomma, tutto sembra rendere possibile il fatto che la Liguria possa
essere la prima Regione Italiana a chiudere compiutamente il ciclo
dei suoi Materiali Post Consumo senza "termovalorizzatori" in quanto,
al momento, non c'è nessuno di questi impianti e nessuna provincia ha
approvato definitivamente la sua realizzazione.
Ovviamente non ci facciamo illusioni, proprio per questo motivo, nella
stessa Giunta del Comune di Genova e nel Paese, il Modello Genova ha
molti nemici, molto agguerriti: tutti quelli che vedono svanire il
facile affare della "Termovalorizzazione Assistita" e devono impedire
che il Modello Genova, grazie al suo successo, possa estendere al
resto del Paese.
Vedremo quali interessi prevarranno.