[NuovoLab] Polemiche e boicottaggio

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Autore: Edoardo Magnone
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Oggetto: [NuovoLab] Polemiche e boicottaggio
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From: Forumpalestina <forumpalestina@???>
Date: 14-gen-2008 8.42
Subject: Polemiche e boicottaggio

"Perché il mondo permette ad Israele di fare quello che fa?"

Polemiche e boicottaggio sulla prossima Fiera del Libro di Torino

di Sergio Cararo*

L'edizione 2008 della Fiera del libro di Torino sarà dedicata ad
Israele. Questa è la decisione presa dal consiglio di amministrazione
dell'evento in programma per la metà di maggio.

La decisione ha suscitato prima preoccupazioni e poi la messa in campo
di iniziative di controinformazione e boicottaggio da parte di diverse
associazioni di solidarietà con il popolo palestinese (Forum
Palestina, International Solidarity Movement, UDAP etc.)

In discussione – ovviamente – non è la Fiera del Libro nè la presenza
di scrittori e autori israeliani. Tenendo conto che gli attivisti e
gli intellettuali solidali con i diritti storici dei palestinesi
appartengono a quella ristretta "nicchia sociale" di frequentatori di
librerie e lettori di libri, difficilmente possono essere accusati di
prevenzione ed ostilità verso la più importante – anche se appare
sempre più ipotecata dal marketing che dalla qualità delle proposte
editoriali – manifestazione italiana del settore.

A essere contestata è la decisione di dedicare questa edizione ad uno
stato come Israele in occasione dei sessanta anni dalla sua nascita,
cioè di un evento che nessuno può omettere nelle sue ricadute concrete
sui diritti dei palestinesi che la definiscono appunto come Nakba (la
catastrofe). Ma non è questa l'unica ragione di "inopportunità".
Occorre infatti tenere conto anche di un contesto odierno in cui la
politica di oppressione coloniale, di discriminazione razziale e di
"politicidio" (per usare le parole di Kemmerling) contro i palestinesi
è diventata ancora più spietata e "normale" di quanto lo fosse anni
fa.

Il quotidiano stillicidio di palestinesi ammazzati dai soldati, dagli
aerei o dai droni israeliani a Gaza dovrebbe già di per sè far
riflettere e indignare. Solo la sistematica subalternità delle agenzie
di stampa ai bollettini ufficiali delle forze armate israeliane riesce
a trasformare in "terroristi" pastori palestinesi o coppie di
fidanzati uccisi perchè si sono avvicinati troppo al confine
israeliano o bombardati nelle loro case. Il progetto di strangolamento
e annientamento militare, economico, umano dei palestinesi di Gaza da
parte delle autorità israeliane è evidente e non si può accettare
alcuna impossibile simmetria con il lancio dei rudimentali razzi
palestinesi che producono più rumore che danni. Non esiste e non può
esistere nessun paragone al riguardo, i fatti non lo consentono. Ma il
silenzio e la complicità politica ed intellettuale consente queste ed
altre aberrazioni.

In Cisgiordania – ad esempio – mentre tutte le diplomazie e i mass
media si sforzano di presentare una situazione tranquilla e normale
dovuta alle buone relazioni e ai negoziati tra l'ANP e il governo
israeliano, la cronaca ci regala ogni giorno notizie di arresti,
soprusi, raid israeliani contro le città palestinesi. Sulla base di
quale presupposto la comunità internazionale dovrebbe accettare questa
"normalità"?

Dedicare la Fiera del Libro ad Israele nel 2008 significa legittimare
uno stato di cose inaccettabile da ogni punto di vista, ma soprattutto
significa accettare il tentativo di rendere Israele uno stato
"normale" mentre non lo è e difficilmente appare in grado di
diventarlo, ostaggio com'è dei circoli sionisti e oltranzisti che ne
determinano le scelte strategiche e il rapporto verso i palestinesi e
il resto dei paesi circostanti.

A maggio dunque la Fiera del Libro di Torino dovrà fare i conti con
una iniziativa di contestazione forte e dispiegata a tutti i livelli.
Dalle pressioni sul marketing al boicottaggio delle case editrici che
accetteranno di esporre alla fiera senza prendere una posizione
decente sulla inopportunità di dedicarla ad Israele, dall'allestimento
di un contro-salone del libro alternativo a quello ufficiale a
manifestazioni all'interno e all'esterno del padiglione della Fiera.

Da qualche parte la coscienza civile ed internazionalista di questo
paese dovrà pure cominciare a darsi e a fare coraggio a tutti coloro
per i quali vale la domanda con cui lo storico israeliano Ilan Pappe
concluse una sua conferenza a Tokio nel marzo 2007: "Perché il mondo
permette ad Israele di fare quello che fa?".

* (co-fondatore del Forum Palestina)

N.B. Da richiesta della redazione, il presente articolo uscirà sul
settimanale "La Rinascita della sinistra" della prossima settimana.
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Sito: http://www.forumpalestina.org
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