Il sito di Repubblica
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riprende oggi e rilancia la notizia 
dell'inchiesta sul cosiddetto "scandalo del sangue infetto", che vede 
coinvolto, tra gli altri, Guelfo Marcucci.
L'anno scorso, insieme a 
Giovanna e Massimo Duranti, organizzammo a Castelnuovo Garfagnana 
un'iniziativa pubblica per presentare l'inchiesta del settimanale 
"Diario" su questo tema.
Invitammo Gianni Barbacetto (giornalista di 
Diario), Elena Cosentino,giornalista di diario e della BBC, autrice 
dell'inchiesta, e Angelo Magrini, presidente dell'associazione 
Politrasfusi (si vede nel video di Repubblica).
Pensavamo (e lo 
pensiamo ancora), che compito della politica sia di denunciare certi 
fatti, che hanno determinato l'infezione di migliaia di persone.
Appena si sparse la voce, i vertici dei più importanti partiti del 
centrosinistra lucchese si misero in fibrillazione.
Ci fu un 
susseguirsi di telefonate ai più alti livelli, specie all'interno della 
Provincia, e il messaggio che scaturii, fu che non si doveva parlare di 
una vicenda che riguardava "uno dei nostri", perché era un 
comportamento autolesionista.
Contemporaneamente, la sera prima 
dell'iniziativa, gli avvocati del gruppo Marcucci si premurarono di 
diffidarci dallo svolgere il dibattito, pena una querela per 
diffazione.
Decidemmo di andare avanti, e di presentare l'inchiesta.
Nonostante il maltempo, la sala che avevamo scelto si riempì 
completamente, ma nessun politico, di nessun partito, era presente (in 
molti,si sa, "tengono famiglia"...).
Nessuna querela è arrivata, ad 
oggi, da parte dei Marcucci (così come non era arrivata a Diario o ad 
Elena Cosentino, al momento della pubblicazione dell'inchiesta).
Questa esperienza mi ha insegnato che quando la politica non guarda in 
faccia gli "amici degli amici", è una gran bella cosa, che avvicina le 
persone e crea una coscienza civile.
http://www.youtube.com/watch?
v=gxw5VOsMdrk