[RSF] I: Emergenza Campania

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著者: pilar
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題目: [RSF] I: Emergenza Campania
.......La politica ha tratto dal sistema dei consorzi 13.000 voti e 9 milioni
di euro all'anno, mentre il fatturato dei clan e’ stato di 6 miliardi di euro
in 2 anni.


Ma guadagnano cifre immense anche i proprietari delle discariche come dimostra
il caso di cipriano chianese, un avvocato imprenditore di un paesino, parete,
il suo feudo.



Aveva gestito per anni una società specializzata nel trasporto di rifiuti
speciali dall'estero: da ogni parte d'europa trasferiva rifiuti a giugliano-
villaricca; trasporti irregolari senza aver mai avuto l'autorizzazione dalla
regione.



Aveva però l'unica autorizzazione necessaria, quella della camorra.



Accusato dai pm di concorso esterno in associazione camorristica ed estorsione
aggravata e continuata, è l'unico destinatario della misura cautelare firmata
dal gip di napoli.



Al centro dell'inchiesta la gestione delle cave x e z, discariche abusive di
località scafarea, a giugliano, acquisite dal commissariato di governo durante
l'emergenza rifiuti del 2003.



Secondo le accuse, è uno di quegli imprenditori in grado di sfruttare
l'emergenza e riuscì con l'attività di smaltimento a fatturare al commissariato
straordinario oltre 35 milioni di euro, per il solo periodo compreso tra 2001-
2002.



Gli impianti utilizzati avrebbero dovuto essere chiusi e bonificati.



Invece sono divenute miniere in tempo di emergenza.



Grazie all'amicizia con alcuni esponenti di clan, hanno raccontato i
collaboratori di giustizia, aveva acquistato a prezzi stracciati terreni e
fabbricati di valore, aveva ottenuto l'appoggio elettorale nelle politiche del
1994 (candidato nelle liste di forza italia, non fu eletto) e il nulla osta
allo smaltimento dei rifiuti sul territorio del clan.



La procura ha posto sotto sequestro preventivo i beni riconducibili
all'avvocato-imprenditore di parete: complessi turistici e discoteche a formia
e gaeta oltre che di numerosi appartamenti tra napoli e caserta.



L'emergenza di allora, la città colma di rifiuti, i cassonetti traboccanti, le
proteste, i politici sotto elezione hanno trovato con lui, la loro soluzione.
sullo smaltimento dei rifiuti in campania ci guadagnano le imprese del nord-
est.

Come ha dimostrato l'operazione houdini del 2004, il costo di mercato per
smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che andavano dai 21
centesimi a 62 centesimi al chilo.



I clan fornivano lo stesso servizio a 9 o 10 centesimi al chilo.



I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800 tonnellate di terre
contaminate da idrocarburi, proprietà di un'azienda chimica, fossero trattate
al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto compreso.



Un risparmio dell'80% sui prezzi ordinari.


Se i rifiuti illegali gestiti dai clan fossero accorpati diverrebbero una
montagna di 14.600 metri con una base di tre ettari, sarebbe la più grande
montagna esistente sulla terra.



Persino alla moby prince, il traghetto che prese fuoco e che nessuno voleva
smaltire, i clan non hanno detto di no.



Per legambiente è stata smaltita nelle discariche del casertano, sezionata e
lasciata marcire in campagne e discariche.



In questo paese bisognerebbe far conoscere biùtiful cauntri (scritto alla
napoletana): vedere il veleno che da ogni angolo d'italia è stato intombato a
sud massacrando pecore e bufale e facendo uscire puzza di acido dal cuore delle
pesche e delle mele annurche.



Ma forse è in un altro paese che si conoscono i volti di chi ha avvelenato
questa terra.



E' in un altro paese che i nomi dei responsabili si conoscono eppure ciò non
basta a renderli colpevoli.



E' in un altro paese che la maggiore forza economica è il crimine organizzato
eppure l'ossessione dell'informazione resta la politica che riempie il
dibattito quotidiano di intenzioni polemiche, mentre i clan che distruggono e
costruiscono il paese lo fanno senza che ci sia un reale contrasto da parte
dell'informazione, troppo episodica, troppo distratta sui meccanismi.



Non è affatto la camorra ad aver innescato quest'emergenza.



La camorra non ha piacere in creare emergenze, la camorra non ne ha bisogno, i
suoi interessi e guadagni sui rifiuti come su tutto il resto li fa sempre, li
fa comunque, col sole e con la pioggia, con l'emergenza e con l'apparente
normalità, quando segue meglio i propri interessi e nessuno si interessa del
suo territorio, quando il resto del paese gli affida i propri veleni per un
costo imbattibile e crede di potersene lavare le mani e dormire sonni
tranquilli.


Quando si getta qualcosa nell'immondizia, lì nel secchio sotto il lavandino in
cucina, o si chiude il sacchetto nero bisogna pensare che non si trasformerà in
concime, in compost, in materia fetosa che ingozzerà topi e gabbiani ma si
trasformerà direttamente in azioni societarie, capitali, squadre di calcio,
palazzi, flussi finanziari, imprese, voti.



E dall'emergenza non si vuole e non si può uscire perché è uno dei momenti in
cui si guadagna di più.



L'emergenza non è mai creata direttamente dai clan, ma il problema è che la
politica degli ultimi anni non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti.



Le discariche si esauriscono, ma si è finto di non capire che fino a quando
sarebbe finito tutto in discarica non si poteva non arrivare ad una situazione
di saturazione.



In discarica dovrebbe andare pochissimo, invece quando tutto viene smaltito
lì, la discarica si intasa.


Ciò che rende tragico tutto questo è che non sono questi i giorni ad essere
compromessi, non sono le strade che oggi solo colpite delle sacchette di
spazzatura a subire danno.



Sono le nuove generazioni ad essere danneggiate.



Il futuro stesso è compromesso.



Chi nasce neanche potrà più tentare di cambiare quello che chi li ha preceduti
non è riuscito a fermare e a mutare.



L'80 per cento delle malformazioni fetali in più rispetto alla media nazionale
avvengono in queste terre martoriate.


Varrebbe la pena ricordare la lezione di beowulf, l'eroe epico che strappa le
braccia all'orco che appestava la danimarca: il nemico più scaltro non è colui
che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più
nulla.



Abituarsi a non avere il diritto di vivere nella propria terra, di capire
quello che sta accadendo, di decidere di se stessi.. abituarsi a non avere più
nulla. –



Roberto Saviano

Quello che sta accadendo e' grave, perche' divengono straordinari i diritti piu' semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo.. vivere senza avere l'ossessione di emigrare o arruolarsi.



E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi.


Si muore di una peste silenziosa che ti nasce in corpo dove vivi e ti porta a finire nei reparti oncologici di mezza italia.

I dati pubblicati dall'organizzazione mondiale della sanita' mostrano che la situazione campana e' incredibile, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro.

pancreas, polmoni, dotti biliari piu' del 12% rispetto alla media nazionale.



La rivista medica the lancet oncology gia' nel settembre 2004 parlava di un aumento del 24% dei tumori al fegato nei territori delle discariche e le donne sono le piu' colpite.

E' bene ricordare che il dato nelle zone piu' a rischio del nord italia e' un aumento del 14%.



Ma forse queste vicende avvengono in un altro paese.



Perché chi governa e chi è all'opposizione, chi racconta e chi discute, vive in un altro paese.



Perché se vivessero nello stesso paese sarebbe impensabile accorgersi di ciò solo quando le strade sono colme di rifiuti.



Forse accadeva in un altro paese che il presidente della commissione affari generali della regione Campania fosse proprietario di un'impresa l'Ecocampania che raccoglieva rifiuti in ogni angolo della regione e oltre, e non avesse il certificato antimafia.



Eppure non avviene in un altro paese che i rifiuti sono un enorme business.



Ci guadagnano tutti: è una risorsa per imprese, politica, clan, una risorsa pagata maciullando corpi e avvelenando terre.



Guadagnano le imprese di raccolta: oggi le imprese di raccolta rifiuti campane sono tra le migliori in italia e addirittura capaci di entrare in relazione con i più importanti gruppi di raccolta rifiuti del mondo.



Le imprese di rifiuti napoletane infatti sono le uniche italiane a far parte della emas, francese, un sistema di gestione ambientale, con lo scopo di prevenire e ridurre gli impatti ambientali legati alle attività che si esercitano sul territorio.



Se si va in liguria o in piemonte numerosissime attività che vengono gestite da società campane operano secondo tutti i criteri normativi e nel miglior modo possibile.



A nord si pulisce, si raccoglie, si è in equilibrio con l'ambiente, a sud si sotterra, si lercia, si brucia.



Guadagna la politica perché come dimostra l'inchiesta dei pm dell'antimafia di napoli su imprenditori passati dal centrodestra al centrosinistra in questo momento il meccanismo criminogeno attraverso cui si fondono tre poteri: politico imprenditoriale e camorristico.. è il sistema dei consorzi.


Il consorzio privato-pubblico rappresenta il sistema ideale per aggirare tutti i meccanismi di controllo.



Nella pratica è servito a creare situazioni di monopolio sulla scelta di imprenditori spesso erano vicino alla camorra.



Gli imprenditori hanno ritenuto che la società pubblica avesse diritto a fare la raccolta rifiuti in tutti i comuni della realtà consorziale, di diritto.



Questo ha avuto come effetto pratico, situazioni di monopolio e di guadagno enorme che in passato non esistevano.



Nel caso dell'inchiesta di milite e cantone accadde che il consorzio acquistò per una cifra enorme e gonfiata (circa nove milioni di euro) attraverso fatturazioni false la società di raccolta Eco4.



I privati tennero per se gli utili e scaricarono sul consorzio le perdite.



La politica ha tratto dal sistema dei consorzi 13.000 voti e 9 milioni di euro all'anno, mentre il fatturato dei clan e' stato di 6 miliardi di euro in 2 anni.


Ma guadagnano cifre immense anche i proprietari delle discariche come dimostra il caso di cipriano chianese, un avvocato imprenditore di un paesino, parete, il suo feudo.



Aveva gestito per anni una società specializzata nel trasporto di rifiuti speciali dall'estero: da ogni parte d'europa trasferiva rifiuti a giugliano-villaricca; trasporti irregolari senza aver mai avuto l'autorizzazione dalla regione.



Aveva però l'unica autorizzazione necessaria, quella della camorra.



Accusato dai pm di concorso esterno in associazione camorristica ed estorsione aggravata e continuata, è l'unico destinatario della misura cautelare firmata dal gip di napoli.



Al centro dell'inchiesta la gestione delle cave x e z, discariche abusive di località scafarea, a giugliano, acquisite dal commissariato di governo durante l'emergenza rifiuti del 2003.



Secondo le accuse, è uno di quegli imprenditori in grado di sfruttare l'emergenza e riuscì con l'attività di smaltimento a fatturare al commissariato straordinario oltre 35 milioni di euro, per il solo periodo compreso tra 2001-2002.



Gli impianti utilizzati avrebbero dovuto essere chiusi e bonificati.



Invece sono divenute miniere in tempo di emergenza.



Grazie all'amicizia con alcuni esponenti di clan, hanno raccontato i collaboratori di giustizia, aveva acquistato a prezzi stracciati terreni e fabbricati di valore, aveva ottenuto l'appoggio elettorale nelle politiche del 1994 (candidato nelle liste di forza italia, non fu eletto) e il nulla osta allo smaltimento dei rifiuti sul territorio del clan.



La procura ha posto sotto sequestro preventivo i beni riconducibili all'avvocato-imprenditore di parete: complessi turistici e discoteche a formia e gaeta oltre che di numerosi appartamenti tra napoli e caserta.



L'emergenza di allora, la città colma di rifiuti, i cassonetti traboccanti, le proteste, i politici sotto elezione hanno trovato con lui, la loro soluzione.
sullo smaltimento dei rifiuti in campania ci guadagnano le imprese del nord-est.

Come ha dimostrato l'operazione houdini del 2004, il costo di mercato per smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che andavano dai 21 centesimi a 62 centesimi al chilo.



I clan fornivano lo stesso servizio a 9 o 10 centesimi al chilo.



I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprietà di un'azienda chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto compreso.



Un risparmio dell'80% sui prezzi ordinari.


Se i rifiuti illegali gestiti dai clan fossero accorpati diverrebbero una montagna di 14.600 metri con una base di tre ettari, sarebbe la più grande montagna esistente sulla terra.



Persino alla moby prince, il traghetto che prese fuoco e che nessuno voleva smaltire, i clan non hanno detto di no.



Per legambiente è stata smaltita nelle discariche del casertano, sezionata e lasciata marcire in campagne e discariche.



In questo paese bisognerebbe far conoscere biùtiful cauntri (scritto alla napoletana): vedere il veleno che da ogni angolo d'italia è stato intombato a sud massacrando pecore e bufale e facendo uscire puzza di acido dal cuore delle pesche e delle mele annurche.



Ma forse è in un altro paese che si conoscono i volti di chi ha avvelenato questa terra.



E' in un altro paese che i nomi dei responsabili si conoscono eppure ciò non basta a renderli colpevoli.



E' in un altro paese che la maggiore forza economica è il crimine organizzato eppure l'ossessione dell'informazione resta la politica che riempie il dibattito quotidiano di intenzioni polemiche, mentre i clan che distruggono e costruiscono il paese lo fanno senza che ci sia un reale contrasto da parte dell'informazione, troppo episodica, troppo distratta sui meccanismi.



Non è affatto la camorra ad aver innescato quest'emergenza.



La camorra non ha piacere in creare emergenze, la camorra non ne ha bisogno, i suoi interessi e guadagni sui rifiuti come su tutto il resto li fa sempre, li fa comunque, col sole e con la pioggia, con l'emergenza e con l'apparente normalità, quando segue meglio i propri interessi e nessuno si interessa del suo territorio, quando il resto del paese gli affida i propri veleni per un costo imbattibile e crede di potersene lavare le mani e dormire sonni tranquilli.


Quando si getta qualcosa nell'immondizia, lì nel secchio sotto il lavandino in cucina, o si chiude il sacchetto nero bisogna pensare che non si trasformerà in concime, in compost, in materia fetosa che ingozzerà topi e gabbiani ma si trasformerà direttamente in azioni societarie, capitali, squadre di calcio, palazzi, flussi finanziari, imprese, voti.



E dall'emergenza non si vuole e non si può uscire perché è uno dei momenti in cui si guadagna di più.



L'emergenza non è mai creata direttamente dai clan, ma il problema è che la politica degli ultimi anni non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti.



Le discariche si esauriscono, ma si è finto di non capire che fino a quando sarebbe finito tutto in discarica non si poteva non arrivare ad una situazione di saturazione.



In discarica dovrebbe andare pochissimo, invece quando tutto viene smaltito lì, la discarica si intasa.


Ciò che rende tragico tutto questo è che non sono questi i giorni ad essere compromessi, non sono le strade che oggi solo colpite delle sacchette di spazzatura a subire danno.



Sono le nuove generazioni ad essere danneggiate.



Il futuro stesso è compromesso.



Chi nasce neanche potrà più tentare di cambiare quello che chi li ha preceduti non è riuscito a fermare e a mutare.



L'80 per cento delle malformazioni fetali in più rispetto alla media nazionale avvengono in queste terre martoriate.


Varrebbe la pena ricordare la lezione di beowulf, l'eroe epico che strappa le braccia all'orco che appestava la danimarca: il nemico più scaltro non è colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più nulla.



Abituarsi a non avere il diritto di vivere nella propria terra, di capire quello che sta accadendo, di decidere di se stessi.. abituarsi a non avere più nulla. -



Roberto Saviano