secolo xix
Rifiuti, si spacca la maggioranza
la bagarre
Caos in consiglio comunale dove sull'inceneritore il Pd si scontra con la sinistra radicale
IL SEGNALE, forse un po' trash, arriva verso le quattro del pomeriggio. Quando il consigliere comunale Umberto Lo Grasso (Pd) prende parola e strilla nel microfono della Sala Rossa: «C'è un medico in sala? No, perché evidentemente questi qui ne hanno bisogno... ». "Questi" sono i consiglieri che da almeno dieci minuti si stanno attaccando (verbalmente) con urla e insulti da un banco all'altro, che respirano con affanno per la foga (Giuseppe Cecconi, FI, poi andrà a bersi un bicchiere d'acqua), che tirano in ballo «Stalin e i comunisti» (Alberto Gagliardi, FI, che risponde al provocatorio e scontato affondo del Pdci Roberto Delpino) e via così mentre il sindaco Marta Vincenzi e il presidente Giorgio Guerello assistono attoniti alla scena (trasmessa in diretta tv). Oggetto dello scontro, il ciclo dei rifiuti, con l'annosa discussione sul termovalorizzatore (insomma, l'inceneritore o l'impianto che in qualche modo dovrà smaltire i rifiuti urbani "alla fine" del ciclo). Con gli schieramenti in campo che mutano in fretta. IL FRONTE SINISTRO. La novitàè contenuta nelle parole dell'assessore Carlo Senesi pubblicate dal Secolo XIX: stiamo pensando al gassificatore, perché offre più garanzie rispetto al termovalorizzatore. Sulla carta, il Pd può anche trovarsi in sintonia con la svolta (che però non ha ancora il timbro della giunta). Ma al capogruppo Simone Farello (che pure ha applaudito per le decise aperture dell'assessore sul «sì» all'impianto e sul «sì» a Scarpino) non sono piaciuti due passaggi: primo, Senesi avrebbe dovuto prima parlarne in maggioranza; secondo, Senesi dice che prima bisogna potenziare la differenziata e poi (con le tecniche che avremo valutato) realizzeremo l'impianto finale. No, Farello crede che il bando per la costruzione dell'impianto debba avvenire subito, per non costringere Scarpino alla saturazione, e nello stesso tempo la differenziata deve essere portata a livelli alti («Certo che se la Regione non avesse cambiato normativa, unica in Italia, oggi non saremmo al 12% ma al 25%). Su questa impostazione, il Pd, dice Farello, è pronto a votare anche con Forza Italia (sulla stessa linea).
Diversa, però, la situazione tra i partiti della cosiddetta sinistra radicale. Antonio Bruno, ambientalista eletto con Rifondazione, sposa in pieno la teoria-Senesi, anzi: «Giusto dare priorità alla differenziata. Abbiamo il tempo per cercare soluzioni: non c'è solo il termovalorizzatore, neppure solo il gassificatore. Pensiamo alla torcia al plasma o allo stabilizzatore biomeccanico...». Ancor più pesante la posizione di Delpino («c'è un partito dell'inceneritore», accusa), mentre ieri i Verdi non si sono fatti sentire (ma le loro posizioni sono note). Il problema è che fa testo una delibera del luglio 2006, quando Rifondazione era fuori dalla maggioranza. Sullo sfondo, restano le attese polemiche dei comitati di Scarpino e di Sestri, che radunano elettori tradizionalmente unionisti.
Il fronte destro. Se Alleanza nazionale tiene le distanze, già al tempo della famosa delibera del 2006 ciascun consigliere votò per proprio conto, Forza Italia ha una posizione più compatta. Sintetizzata da Gagliardi: «Lo sforzo deve essere quello di modernizzare la città. E dotarla di strutture che in tutto il resto del mondo occidentale sono date per acquisite; per altro, altrove non si fanno questioni politiche su infrastrutture così fondamentali. Facciamo subito questo impianto, per quanto mi riguarda si tratta del termovalorizzatore. Il principato di Monaco ha un inceneritore da oltre un secolo; Nizza e Antibes lo hanno. A Zurigo i due terzi degli abitanti non pagano il riscaldamento perché lo paga l'impianto. Siamo noi i furbi o siamo noi gli scemi? Bene fa il Pd a provare ad accelerare, ma la veritàè che loro restano ostaggio della sinistra e dei Verdi. Per questo noi perdiamo la pazienza».
Ecco, Zurigo. Quel modello che il capogruppo del Pd Farello ha eretto a simbolo della sua campagna: «Non esiste un partito dell'inceneritore né un partito dell'Amiu. Zurigo fa il 37% di differenziata, noi abbiamo cinque-sei anni prima che la discarica di Scarpino sia definita satura. Da quel momento siamo a rischio Napoli anche noi». Vincenzi lo sa bene. Nel suo programma ha rimesso in discussione i volumi e le caratteristiche tecniche dell'impianto, ma lo ha dato per scontato. Da ieri, nonostante le polemiche e gli scontri, appare inevitabile. Anche a costo di lacerare l'Unione.
Giovanni Mari
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