[CSSF] La scommessa della pace riparte dal basso

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Lähettäjä: Gabriele De Blasi
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Aihe: [CSSF] La scommessa della pace riparte dal basso
Contrariamente all’immagine di “pacifismo imbelle”, esistono una serie di azioni che cercano di rendere la pace qualcosa di più concreto

L A    S C O M M E S S A    D E L L A    P A C E    R I P A R T E    D A L


B A S S O





E’ un vero peccato che la stragrande maggioranza degli italiani abbia scarse notizie delle tante iniziative che, anche nel nostro paese, cercano di recare al mondo un messaggio di pace. Un vero peccato perché questo tipo di informazione rafforza nell’immaginario collettivo l’idea di un pacifismo idealista lontano dalle decisioni che contano. Eppure, la stessa marcia Perugia – Assisi di quest’anno ha costituito soltanto il momento più alto di una serie di azioni che hanno contribuito a rendere la pace qualcosa di più concreto per la sensibilità della gente. Nello stesso tempo, però, ha anche tentato di iscrivere i temi della pace tra le priorità dell’azione politica. Una caratteristica di queste iniziative è stata la presenza di tanti giovani studenti. Questa partecipazione è stato il risultato di percorsi di educazione alla pace che hanno coinvolto un numero sempre più alto di scuole che riflettono sulle cause della miseria nel mondo, conoscono la Dichiarazione universale dei diritti umani e cercano così di avvicinarsi alle istituzioni internazionali che sono chiamate a garantire la pace nel mondo globalizzato. La missione educativa diventa così sempre più una priorità per chi ha scommesso di ripartire dal basso per creare nuova consapevolezza e dare gambe al progetto di un mondo nuovo possibile e urgente. Testimonianza di tutto ciò, la terza Assemblea dell’Onu dei giovani, tenutasi a Terni lo scorso anno, che ha visto impegnati centinaia di giovani provenienti da tante parti del mondo per approfondire il tema “Giovani in azione per i diritti umani e la pace”.

E, poi, a Perugia, la settima Assemblea dell’Onu dei popoli che ha dato la parola ai rappresentanti dei movimenti provenienti dall’Africa, dall’America Latina, dall’Asia e dal Medioriente. E, ancora, le 455 iniziative presso i comuni che hanno contribuito ad invitare i rappresentanti dei popoli. Un patrimonio che contribuisce a far crescere la coscienza di questo paese sui temi cruciali dei diritti umani e della pace. Come mostrato anche dal recente convegno romano di “Libera” (associazioni, nomi e numeri contro le mafie) dal titolo piuttosto significativo “Più diritti uguale più sicurezza per tutti”. In quell’occasione la risposta migliore a tanto agitarsi di vento sui lavavetri, sui graffitari o sui posteggiatori abusivi è arrivata dai rappresentanti delle organizzazioni di base del Brasile e dell’Est europeo. Ovvero quelli che attraverso una fitta rete di microcredito cercano di creare motivi reali per scoraggiare l’immigrazione e si sforzano di mettersi in ascolto effettivo dei bisogni e dei vissuti per cercare “insieme” le risposte in termini di diritti. Si tratta di un pacifismo politico che tenta di far accogliere il dolore dei popoli del mondo all’agenda politica, ma anche alla quotidianità. Una marcia partita molto prima di Perugia per andare ben oltre la Rocca di Assisi.                                                                                    (Gabriele De Blasi)






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