26 GENNAIO 2008
GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA GUERRA E I SUOI STRUMENTI SUI NOSTRI TERRITORI
Il 26 gennaio è la data proposta dal Forum Sociale Mondiale per il Global Day of Action, ossia per iniziative in tutto il mondo contro la guerra, il liberismo, il razzismo e il patriarcato.
Per questa data, le reti e le organizzazioni che hanno promosso la manifestazione a Roma contro la visita di Bush e contro la politica militarista del governo Prodi il 9 giugno 2007, che ritengono scandalose le politiche di guerra sia se gestite da un governo di centrodestra sia di centrosinistra, e che, nellAssemblea del 25 novembre, hanno dato vita al Patto permanente contro la guerra, propongono una giornata di iniziative coordinate in tutte le regioni dItalia
Gli obiettivi di questa giornata di mobilitazione attengono al ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra, la chiusura delle basi militari e e l'opposizione a che se ne costruiscano di nuove (a partire da Vicenza con il Dal Molin), la drastica riduzione delle spese di guerra e laumento delle spese sociali, la riconversione delle fabbriche darmi e degli altri luoghi/strumenti di guerra, la smilitarizzazione dei territori, la revoca dellaccordo per la produzione e lacquisto dei caccia F35.
Il 26 gennaio in Italia dovrà essere una giornata contro l'insieme della politica militarista del governo Prodi che ha imposto l'ulteriore aumento dei finanziamenti alle Forze armate (per un totale del 24% in due anni), alle missioni militari (a gennaio il governo presenterà il decreto per il rinnovo delle missioni in Afghanistan e negli altri teatri di guerra), alle basi e al complesso militare-industriale, e che include l'accordo militare Italia-Israele, l'embargo alla Palestina, l'adesione allo scudo missilistico USA, la nuova grande minaccia alla pace mondiale.
A tale scopo si propone una mobilitazione articolata con lotte sui territori a partire dai luoghi di guerra: basi militari, siti di assemblaggio dei nuovi armamenti, caserme e luoghi di partenza delle truppe, ambasciate, consolati e ministeri coinvolti nella guerra permanente.
Il potenziamento del movimento contro la guerra, che a Vicenza il 15 dicembre ha confermato la propria forza e il proprio solenne impegno ad impedire la costruzione della nuova base, si impone come esigenza cruciale in un momento in cui la guerra globale permanente coinvolge sempre più lItalia e il suo governo, compartecipe delle scelte USA-NATO.
Lo scenario di guerra in Afghanistan, travisato con la menzogna della missione di pace, è ulteriormente peggiorato con il passaggio del comando NATO in mano italiana. I carri armati Dardo e gli elicotteri Mangusta partecipano attivamente ai combattimenti e fanno vittime civili al seguito dei bombardamenti USA e NATO. Noi vogliamo rompere questa complicità di guerra, e lunica strada è quella di ritirare le truppe dallAfghanistan e bocciare in Parlamento il rifinanziamento della missione. Ma anche negli altri teatri di guerra lItalia è sempre più coinvolta: il processo di secessione del Kosovo dalla Serbia ripropone all'orizzonte una nuova devastante guerra umanitaria, mentre lembargo alla Palestina, laccordo militare Italia-Israele e il ruolo centrale dellesercito italiano in Libano ci proiettano in fronti di guerra dove non siamo neutrali ma sempre in combutta con gli USA e i loro alleati. Infine, si aggravano di continuo le minacce di una
catastrofica aggressione bellica nei confronti dellIran, da parte degli USA, di Israele e dei loro alleati.
Questa escalation di guerra invade e devasta i nostri territori, la nostra economia, la nostra politica sociale, la vita collettiva. Le spese militari sono aumentate a tutto danno delle le spese sociali, di quelle destinate al lavoro e al reddito dei settori popolari, mentre lItalia è invasa e avvelenata da basi militari, porti nucleari, depositi di armi atomiche e di munizioni, poligoni di tiro e polveriere, aeroporti militari e ben 107 basi USA-NATO a cui il governo vorrebbe aggiungere il Dal Molin, la base di Novara (assemblaggio dei cacciabombardieri a Cameri ) e il potenziamento della base militare di Sigonella per linstallazione dei nuovi aerei Global Hawk da guerra senza pilota e del micidiale sistema planetario di comunicazioni satellitari MUOS. Dunque, la guerra permanente, mentre insanguina e devasta decine di paesi nel mondo, entra quotidianamente nelle nostre terre e nelle nostre città, ingigantendo derive securitarie, razzismi e xenofobie,
repressione politica e sociale, riduzione drastica delle libertà.
Per tutto ciò vogliamo caratterizzare il 26 gennaio come una giornata contro i luoghi di guerra sui territori, a partire soprattutto da quelli dove le lotte sociali hanno già individuato gli obiettivi da smilitarizzare. Tra questi, in particolare le caserme e i luoghi militari in dismissione possono essere soggetti da subito alla riconversione ad usi civili, ad esempio in case per sfrattati e precari ed in ostelli per i richiedenti asilo, modo concreto anche per opporsi ai Cpt/lager per migranti.
La giornata del 26 gennaio viene organizzata anche in vista della manifestazione nazionale che il Patto permanente contro la guerra propone a Roma in coincidenza col voto in Parlamento sul rifinanziamento delle missioni di guerra, che dovrebbe tenersi nel periodo tra fine febbraio e prima parte di marzo.
Patto permanente contro la guerra
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