[NuovoLab] A proposito della mobilitazione contro la base di…

Delete this message

Reply to this message
Autor: Edoardo Magnone
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] A proposito della mobilitazione contro la base di Vicenza...
A proposito della mobilitazione contro la base di Vicenza...

Per un nuovo anno di lotta ai progetti di morte e alle illusioni pacifinte.

La mobilitazione contro il Dal Molin a Vicenza continua a
rappresentare uno dei terreni di lotta popolare attualmente più
importanti in Italia, perché, oggettivamente, rappresenta una spina
nel fianco ai piani dell'imperialismo, in particolare quello
statunitense. Ma ciò che manca è una direzione che voglia vincere
realmente, convogliando le grandi energie sprigionate dal movimento in
una prassi politica libera dai legacci istituzionali dei vari partiti
di turno che "stanno con i movimenti" solo per meri scopi elettorali,
per spegnere il fuoco delle rivendicazioni, per assicurare ai padroni
che è tutto sotto controllo, insomma. E il risultato, così, non potrà
che essere una sconfitta.

Dopo le prime porte sbattute in faccia dai vari politici, sembrava che
il movimento No Dal Molin cominciasse a dare segnali di voler gestire
la lotta autonomamente dal potere politico istituzionale: il divieto
di sventolare bandiere di partito all'enorme manifestazione del 17
febbraio scorso, la mancata adesione al corteo promosso dai sinistri
del 20 ottobre a Roma, la denuncia del voltafaccia della "sinistra
radicale" sulla questione della moratoria sui lavori della base
(questione in realtà spinosa, perché sospendere i lavori può avere
come effetto spegnere la lotta…) mostravano il segno della legittima
sfiducia nella politica di palazzo.

Ma il più importante passo in avanti nella crescita della coscienza di
lotta libera da illusioni e promesse sono stati i recenti blocchi
davanti all'aeroporto Dal Molin, che si sono dimostrati l'unica via
concreta per fermare i lavori di costruzione.

Forse qualcuno ha preso paura della determinazione mostrata in quei
giorni… allora bisognava dare un altro carico di promesse e illusioni
per smorzare la tensione alla lotta: ecco i saluti a Roma durante il
congresso della "sinistra arcobaleno", gli applausi ai manifestanti,
la disponibilità al dialogo e al confronto. La stessa "sinistra" che,
insieme al resto del governo, ha votato la nuova Finanziaria di guerra
e il rifinanziamento delle missioni militari italiane all'estero, ha
votato tutti i progetti sulle nocività, dalla TAV al Mose, dagli
inceneritori ai nuovi cacciabombardieri F35, rifinanziato i Cpt e
approvato quell'insieme di leggi repressive e razziste detto pacchetto
sicurezza. La partecipazione di partiti come il PRC al corteo del 15
dicembre a Vicenza, è stato uno dei risultati politici della
partecipazione a Roma alla kermesse della "cosa rossa": la
legittimazione della presenza degli ipocriti sinistri al governo nel
corteo, che sfilavano chiedendo a se stessi, seduti in parlamento, di
fermare la costruzione della base.

Chiaramente a discapito dell'autonomia del movimento e della chiarezza
sul nemico da combattere.

Ma per fortuna, nel corteo, non tutti hanno dimenticato Bertinotti,
con la mano sul cuore, salutare il 2 giugno la sfilata dei criminali
massacratori della 173esima brigata aviotrasportata, né le nefandezze
compiute da questo governo con l'appoggio di Rifondazione. Allora,
centinaia di compagni hanno dato l'unica coerente e decisa risposta
che tali soggetti, nemici della lotta contro le basi e la guerra,
meritano: l'espulsione dal corteo.

Ma, in generale, la manifestazione del 15 ha rappresentato un passo
indietro rispetto al percorso intrapreso: la direzione del movimento
ha convogliato decine di migliaia di persone, tra cui realtà
organizzate e comitati provenienti dall'estero per farle passeggiare
in centro città! Con quale obiettivo? Essere in tanti per convincere
Prodi a cambiare idea? No, perché tutti i più importanti vertici
istituzionali hanno più volte ripetuto che nessuna manifestazione
fermerà la costruzione della base. E allora? Poter contare
politicamente quando qualcuno si candiderà alle elezioni o farà da
sponda a qualche "nuovo" partito istituzionale? Essere riconosciuti
come adeguati interlocutori in grado di controllare i movimenti?
Quello che è certo è che il 15 dicembre si è voluto impedire che la
lotta proseguisse nella direzione indicata dai blocchi dei vicentini
e, quindi, si entrasse nell'aeroporto Dal Molin per occuparlo, come
giustamente proposto da alcuni compagni. Il divieto di deviare si è
concretizzato con minacce di spaccare la testa a chi ci avesse
tentato, e applicando la solita tattica del dividere il movimento in
buoni e cattivi, in pacifisti ed estremisti.

La posizione sfavorevole nel corteo, i limiti organizzativi e l'ancora
forte influenza dei pacifinti e dei loro dis-obbedienti settori di
movimento, pronti a tutto pur di mantenere il proprio controllo
politico non sono, tuttavia, la principale causa del non essere
riusciti a dare corpo all'iniziativa.

Il tentativo fallito ci mostra evidentemente che la sinistra coerente
e genuina è ancora debole nel movimento contro la guerra e che c'è
ancora molto lavoro da fare e con maggiore intensità, per levare
terreno al riformismo.

Un'azione di questo tipo deve avere l'appoggio diretto dei vicentini,
cosa che nella pratica non c'è stata, anche se ha raccolto molti loro
consensi e simpatie.

Il 15 dicembre a Vicenza è stato comunque dato un segnale di lotta, ed
è da valorizzare che alla manifestazione si è contraddistinto uno
spezzone non solo a livello pratico, ma anche nei contenuti, unendo la
contrarietà alla base Usa alla contrarietà alle guerre imperialiste,
solidarizzando con le resistenze dei popoli oppressi, ricordando gli
operai morti sul lavoro e denunciando quanti compagni/e pagano con la
galera la loro militanza politica.

E' da qui che si dovrà ripartire.

Padova, 3-01-2008

Compagni e compagne del Centro Popolare Occupato Gramigna e del C.
Doc. Comandante Giacca

http://www.cpogramigna.org