[NuovoLab] G8, l´ombra lunga della prescrizione

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著者: Carloge
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題目: [NuovoLab] G8, l´ombra lunga della prescrizione

Repubblica Genova

Si ammala un giudice e va in tilt il sistema informatico per un attacco
hacker. La sentenza potrebbe diventare inutile
G8, l´ombra lunga della prescrizione
Rinvio per le violenze a Bolzaneto, "impunità" sempre più vicina
NUOVO ed imprevisto rinvio delle udienze per uno dei processi-chiave del
G8, quello per i soprusi e le violenze nella caserma di Bolzaneto. E
inevitabilmente si allunga l´ombra nera della prescrizione. La temporanea
indisponibilità di uno dei giudici della sezione del tribunale fa slittare
a data da destinarsi l´udienza - fino a ieri prevista per il 14 gennaio -
in cui i pubblici ministeri Petruzziello e Ranieri Miniati attaccheranno
con la requisitoria. Al problema si aggiunge l´inconveniente di un
presunto attacco hacker che da ieri avrebbe mandato in tilt il sistema
informatico del Palazzo di Giustizia genovese. Il risultato è che il
procedimento nella migliore delle ipotesi riprenderà a febbraio, e che per
la sentenza si dovrà attendere il prossimo autunno.A PAGINA II

Pagina II - Genova
G8, la prescrizione dietro l´angolo
Giudice si ammala, slitta il processo ai poliziotti per Bolzaneto
Se la sentenza va oltre l´estate, il rischio "impunità" è certo
A gennaio il termine ultimo, poi l´estinzione del reato
I magistrati: "Comunque vada questi brutti fatti non saranno dimenticati"
MASSIMO CALANDRI
LA temporanea indisponibilità di Elena Minici, giudice a latere con Luisa
Carta nella sezione del tribunale presieduto da Renato De Lucchi, porterà
inevitabilmente ad un rinvio del processo per le violenze e i soprusi
nella caserma di Bolzaneto durante il G8. Le udienze rischiano di slittare
di almeno un mese, sempre che il presunto attacco al sistema informatico
di ieri pomeriggio - e di cui raccontiamo nell´articolo in basso - non
provochi ulteriori ritardi. Per la sentenza, attesa in un primo tempo
intorno a luglio, si passa con ogni probabilità al prossimo autunno. E
l´ombra nera della prescrizione, che scatterà esattamente tra di un anno,
si allunga a questo punto in maniera pesante.
Terminata il 30 ottobre scorso l´istruttoria dibattimentale, la prossima
udienza dovrebbe essere quella di lunedì 14 gennaio: in programma c´è la
requisitoria dei due pubblici ministeri, Patrizia Petruzziello e Vittorio
Ranieri Miniati. Scontato il rinvio a data ancora da definirsi. Si attende
il rientro di Elena Minici. I più ottimisti parlano di febbraio, e a
questo punto spulciano preoccupati il calendario. L´ultima delle udienze,
già programmate da De Lucchi, era prevista per martedì 8 aprile. Si va
dunque a maggio nella migliore delle ipotesi, ma nel conto andranno
inserite alcune settimane di fisiologici, ulteriori ritardi. Il rischio è
che la sentenza non arrivi prima della pausa estiva: rimandare all´autunno
significherebbe sfiorare pericolosamente il gennaio 2009, data in cui
cadrà comunque la prescrizione. La speranza è che almeno si possa arrivare
ad un primo grado di giudizio.
Quarantacinque imputati tra generali, funzionari di polizia, ufficiali dei
carabinieri, agenti, militari e medici: accusati a diverso titolo di abuso
d´ufficio, violenza privata, abuso di autorità contro detenuti o
arrestati, falso, violazione dell´ordinamento penitenziario e della
convenzione per la salvaguardia dei diritti dell´uomo e delle libertà
fondamentali. Le persone offese sono 209. Il processo aveva preso il via
il 12 ottobre di due anni fa: le udienze sono state 157, in aula sono
state ascoltate 392 persone (compresi 12 imputati). Gli accusati si sono
sostanzialmente difesi, sostenendo di non aver compiuto - e tantomeno
visto compiere - nulla di illegale. I pm ritengono invece che la tesi
accusatoria sia uscita pienamente rafforzata dal dibattimento. Ci sono
buone ragioni per credere che la loro requisitoria ricalcherà in larga
parte quanto già denunciato in una esemplare memoria agli atti. Dove
Petruzziello, Ranieri Miniati (e Francesco Pinto, che firma con loro il
documento) ricordano le «pagine brutte che sono state scritte in quei
giorni a Bolzaneto nella caserma Nino Bixio: pagine brutte di
comportamenti gravi che, se anche dovessero incontrare la prescrizione,
tuttavia difficilmente potranno essere dimenticati». I magistrati
rifiutano di credere «ad esplosioni improvvise di violenze. I capi ed i
vertici di quella caserma hanno permesso e consentito che in quei tristi
giorni del luglio 2001 a Genova si verificasse una grave compromissione
dei diritti delle persone, perché è questo ciò che le indagini hanno
provato essere accaduto. Ancora più grave perché erano delle persone
detenute, già private della loro libertà personale; persone che in quella
caserma, a prescindere dal comportamento precedente che ve le aveva
portate, erano inermi e impotenti, spesso ferite, quasi sempre spaventate
e terrorizzate».
In questi anni è stato prosciolto in udienza preliminare Vittorio Bertone,
mentre Antonio Biribao - unico ad aver scelto il rito abbreviato - non era
stato riconosciuto dalle vittime e quindi assolto. Tra gli indagati era
comparso anche il giudice Antonio Sabella, che durante il G8 era il più
alto in grado tra i responsabili della gestione dei fermati a Bolzaneto:
la sua posizione era stata successivamente archiviata.

Assalto degli hacker, paralizzata la rete informatica
Palazzo di Giustizia computer ancora in tilt
il caso
Magistrati e cancellieri costretti a sostenere la parte degli amanuensi
DI NUOVO in tilt, a distanza di pochi mesi, il sistema informatico di
palazzo di Giustizia. I computer dei vari uffici sono bloccati. Sulle
cause si formulano svariate ipotesi, in primis quella dell´inserimento
nelle apparecchiature dei famigerati hacker. Non viene escluso - ma
soltanto per scrupolo - il dolo. L´Aggiunto Mario Morisani, su direttive
del procuratore capo Francesco Lalla, ha impartito disposizioni per
eliminare al più presto l´inconveniente. I tecnici sono già al lavoro e si
spera che la paralisi non si prolunghi troppo nel tempo: l´ultima volta
occorsero mesi per porre fine alla paralisi. Si occupano del caso anche
gli uomini della polizia giudiziaria. Magistrati, cancellieri e gli altri
addetti ai lavori da ieri sono diventati... amanuensi: i provvedimenti,
quali ordinanze di arresti, capi di imputazioni, eccetera, vengono scritti
a mano. Si è ritornati infatti ai tempi in cui l´informatica non faceva
parte dell´organizzazione giudiziaria. Si ricorderà che ai primi dello
scorso anno, quando si verificò per la prima volta al palazzaccio la
paralisi della strumentazione, i tecnici riuscirono dopo mesi di
accertamenti e verifiche di ogni tipo a scoprire che a provocare il blocco
era stato "presumibilmente" un surriscaldamento negli armadi contenenti i
delicati congegni. Per settimane giudici e personale amministrativo furono
costretti a un paziente e faticoso lavoro per fare ricerche di sentenze o
di altri importanti e indispensabili documenti. La lamentela era generale.
Qualcuno attribuisce l´inconveniente alla sostituzione di non pochi vecchi
computer con altri nuovi di zecca. Non ci sono timori su una possibile
sparizione di quanto già memorizzato: esiste un server centrale nel quale
tutto è rimasto immagazzinato e perciò recuperabile, sia pure con
difficoltà e considerevoli perdite di tempo. I "guasti" all´origine del
precedente blocco furono individuati e riparati in poche settimane.
Evidentemente, però, qualcosa potrebbe essere sfuggito agli esperti e
perciò l´inconveniente si è ripetuto a poca distanza di tempo.
(vincenzo curia)




--

Carlo

Forum Per La Sinistra Europea - Genova

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Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità

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