[Badgirlz-list] [fwd]a petition and a call for position in i…

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Autore: Errata
Data:  
To: l38squatter, badgirlz-list
Oggetto: [Badgirlz-list] [fwd]a petition and a call for position in italian
[NextGenderation]

A right wing newspaper has proposed a moratorium on
abortion in Italy , and a group of feminists prepared
the following response, please send signatures or ask
info to this mail address andremonia@???. I have
tried to translate for those who can be interested and
do not read IT, see here
http://www.diserzionisensibili.splinder.com/

see also below for 9 scholarships in Piemonte region

best

Chiara









Care amiche,



                di fronte all´ennesimo attacco
mediatico alla libertà delle donne mosso da Giuliano
Ferrara e da Il Foglio, abbiamo preparato una risposta
che è anche un appello vi chiediamo di leggere e se
siete d´accordo di aderire inviando una email di
risposta all´indirizzo andremonia@??? , il nostro
intento è di raccogliere più firme possibile e poi
inviarlo alla stampa nazionale come forma di risposta
collettiva, possibilmente prima della fine dell´anno,
consapevoli che la retorica finto buonista verterà
anche su questo punto.




                Grazie e Buone Feste,




le promotrici!



Dead women walking



Il patriarcato da bar è il modo più semplice che ha il
simbolico patriarcale e maschilista di fare presa e di
riprodursi all´interno del discorso comune, della
chiacchiera riportata e non ragionata, dello
stereotipo senza argomentazione e logicità. Tutto
questo si ritrova nell´ultima idea di Giuliano
Ferrara, quella di prendere adesioni per una grande
moratoria sull´aborto. Ma nell´intento di aprire
nuovamente questo discorso stantio c´è anche la
malafede di coloro che fanno di ogni discorso un´arma
politica contro l´avversario per cui, con il PD debole
sulla bioetica e di fronte ad una bella figura
internazionale del governo ottenuta con il voto
all´ONU sulla moratoria per la pena di morte, Ferrara
e altri hanno deciso di strumentalizzare l´aborto per
aumentare i malumori nel governo e sperare in un
cedimento sui nodi scoperti.

Siamo davvero stufe che i nostri corpi e le nostre
vite vengano invase da discorsi opportunistici e di
bottega. Ci appelliamo a Giuliano Ferrara perché
rivolga la sua crociata altrove: mai pensato di
diventare animalista? La questione della libera scelta
della maternità non deve più essere argomento su cui
imbastire lotte per poltrone e potere politico.

Utilizzare la moratoria sulla pena di morte per fare
un parallelo con l´aborto è arrampicarsi sugli
specchi. Infatti non c´è nesso logico tra una
decisione che per legge uno Stato prende per togliere
la vita di qualcuno che è nato ed ha diritti anche se
ha commesso qualche grave delitto, e la decisione di
una donna di far nascere, amare e crescere un figlio o
di non poterlo fare per motivi che riguardano le sue
singole e personalissime decisioni di vita e di
coscienza. Già lo Stato italiano si è arrogato diritti
di decisione per parte delle donne, ponendo limiti
alla libera maternità attraverso le limitazioni
imposte dalla 194 e con il diritto all´obiezione di
coscienza, e decidendo per noi su quando e come avere
dei figli o non averne. Si è raggiunto il paradosso
della Legge 40 del 2004 con la quale lo Stato ha preso
chiara posizione su come bisogna che noi donne
abbassiamo la testa alle decisioni degli altri, a
decisioni ideologiche e di principio, perché non
possiamo scegliere liberamente di avere dei figli
neanche in caso di problemi di sterilità.

Il femminismo italiano, come ha ricordato Adriana
Cavarero intervistata da Il Foglio, ha già ribadito
che sul corpo e sulla sessualità, sulle decisioni di
vita delle donne non si deve legiferare, pertanto
nessun appello ad un "diritto universale" a favore di
ipotetici nascituri può permettersi di andare a
contrastare con il diritto di autodeterminazione
(autonomia) e di libera scelta che è tra l´altro anche
uno dei fondamenti della bioetica, e che spetta a ogni
donna. Il dibattito dovrebbe essere posto sul versante
dell´etica della responsabilità che deve coinvolgere
le donne e gli uomini in ogni parte del mondo, per
una decisione matura rispetto alla nascita di un
figlio che è un progetto di vita, un impegno
fondamentale perché questo nuovo nato abbia
possibilità di una vita felice e sviluppare tutte le
sue potenzialità. E non funziona neppure
l´argomentazione che vuole le donne vittime di una
selezione delle nascite in paesi considerati meno
civili di quelli europei, questa tragica piaga infatti
non si vince con un´ipotetica imposizione statale alla
nascita ma con il miglioramento delle situazioni
economiche delle donne e con i diritti politici
effettivi dati alle donne. Solo così e con una cultura
dell´autodeterminazione le donne di questi paesi
saranno libere di scegliere quanti figli avere, e solo
se non saranno costrette a mandare le loro bambine a
prostituirsi o a venderle come spose bambine, allora
la nascita delle loro figlie sarà una gioia e non un
dolore mortale.

Noi donne, di nuovo trattate pubblicamente come
contenitore da maneggiare in talk show abbiamo ora il
compito di gridare forte non solo il nostro NO a
queste strumentalizzazioni. Dobbiamo pubblicamente
rifiutare il ruolo di "dead women walking" che
vogliono appiopparci, perché in questo gioco mediatico
siamo noi le sottoposte a pena di morte simbolica.

In questa società nella quale il diritto alla vita è
sempre più messo in pericolo, e non certo per le
scelte della popolazione femminile ma semmai per la
cultura scellerata maschilista che ci considera
proprietà del marito, del fidanzato, del padrone,
dello Stato, noi donne dobbiamo rivendicare la nostra
responsabile autodeterminazione.
Ci chiediamo infine come mai lo pseudo-neo-tomista
Giuliano Ferrara non abbia invocato gli
universalissimi principi della vita e della difesa
degli innocenti quando volenterosamente il suo governo
appoggiava - quella sì - la silenziosissima strage di
innocenti in Afghanistan e Iraq. C´è da chiedersi
infatti come mai il realismo politico di certi maschi
rimanga tale per quanto riguarda la guerra - ultima e
preziosissima ratio della politica di cui solo loro
colgono l´essenza - e si trasformi in un melenso
idealismo che difende i feti quando si tratta del
corpo femminile. Ferrara - e molti uomini con lui - è
realista e cinico quando si tratta delle bombe in
Iraq, diventa idealista e mistico quando si tratta del
corpo delle donne.

Che dire infatti di quei bambini carbonizzati dalle
bombe al fosforo bianco lanciate sull´Iraq dagli aerei
americani: innocenti forse non lo erano più per il
fatto di essere venuti al mondo dalla parte sbagliata?
Perché ci fu il silenzio, allora, su quella vera e
propria strage di innocenti - vivi e coscienti -
avallata dall'occidente? Quello è sì uno dei tanti
crimini contro l´umanità passati sotto silenzio per il
quale le madri gemono e continueranno, inascoltate, a
gemere.



Monia Andreani, Olivia Guaraldo, Francesca Palazzi
Arduini, Emma Schiavon



Seguono adesioni:











Da: precas-bounces@???
[mailto:precas-bounces@women.it] Per conto di chiara
Inviato: lunedì 24 dicembre 2007 13.34
A: precas@???
Oggetto: [Prec@s] FW: 9 borse di studio per una
ricerca sul tema della violenza alle donne





Subject: 9 borse di studio per una ricerca sul tema
della violenza alle donne
To: cirsde@???
Riceviamo e, volentieri, vi inoltriamo

Consulta delle Elette del Piemonte



Quanto si sa sulla violenza alle donne?



9 borse di studio

per una ricerca sul tema della violenza alle donne



Una ricerca per studiare il fenomeno della violenza
sulle donne e la rappresentazione che ne danno gli
organi di informazione è l´iniziativa più recente
promossa dalla Consulta delle Elette del Piemonte.


"Abbiamo constatato che il fenomeno della violenza
sulle donne - dice la vicepresidente del Consiglio
regionale Mariangela Cotto, Presidente della Consulta
- è purtroppo rilevante, ma i numeri dell´Istat non ci
sono di molto aiuto a livello locale, perché non sono
disaggregati su base regionale. Come Consulta abbiamo
quindi chiesto e ottenuto dalla presidenza del
Consiglio di avviare uno specifico progetto di
indagine, che sarà svolto in collaborazione con
l´Ordine dei Giornalisti del Piemonte. In pratica, dal
prossimo anno, avremo impegnati nove giornaliste e
giornalisti precari, scelti dall´Ordine, due in
provincia di Torino e uno per ogni altra provincia. Il
loro compito sarà di definire il fenomeno della
violenza contro le donne sia in termini quantitativi,
sia nell´impatto che questi fatti hanno sull´opinione
pubblica, attraverso la visione che ne danno giornali
e televisioni".


Il bando per chiedere le borse di studio è sul sito
dell´Ordine dei giornalisti www.odgpiemonte.it con
questo avviso firmato dal Presidente dell´Ordine
Sergio Miravalle:
"Care colleghe e colleghi,
la Consulta regionale delle Elette, in collaborazione
con il Consiglio dell´Ordine dei giornalisti del
Piemonte, promuove una ricerca sul tema della violenza
alle donne.
Sono a disposizione n. 9 borse di studio, il cui
importo è ancora da definire, per altrettanti
giornalisti che siano interessati alla problematica.
Le 9 borse di studio sono così ripartite:


·        2 per Torino e provincia 
·        1 per ogni provincia del Piemonte.



Chi è interessato può inviare il suo curriculum vitae
entro e non oltre il 31.12.2007 alla segreteria
dell´Ordine dei giornalisti via e-mail
(info.ordine@???), fax (011/53.87.98),
posta (Corso Stati Uniti 27 - 10128 Torino) o
recandosi personalmente in segreteria. La selezione
avverrà da parte del Consiglio dell´Ordine adottando i
criteri della competenza, dell´esperienza e della
situazione lavorativa".



Per informazioni

Segreteria dell'Ordine dei giornalisti

Corso Stati Uniti n. 27 - 10128 Torino

e-mail: info.ordine@???

www.odgpiemonte.it



Cordialmente,

la segreteria

_______________________

     CIRSDe - Centro Interdisciplinare Ricerche e
Studi delle Donne
     Università di Torino
     Via S. Ottavio, 20
     10124 - Torino
     ITALY
     Tel. *39.011.6703129
     FAX*39.011.6703270


     e-mail: cirsde@???
     www.cirsde.unito.it




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