Re: [NuovoLab] Sicurezza il decreto discrimina

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Author: Edoardo Magnone
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
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Subject: Re: [NuovoLab] Sicurezza il decreto discrimina
Rogo ThyssenKrupp, morto il settimo operaio

Giuseppe De Masi, 26 anni, è deceduto in seguito a un arresto
cardiocircolatorio. Era rimasto ustionato nell'incendio scoppiato il 6
dicembre scorso nell'acciaieria di Torino. Le condizioni del giovane,
gravissime fin dalle prime ore, si erano ulteriormente aggravate negli
ultimi giorni

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.1720079314


Il 30/12/07, antonio bruno<bruno@???> ha scritto:
> liberazione 29.12.07
>
> Giuliano Pisapia
> Nelle fabbriche, nei cantieri, nei luoghi di lavoro continua la strage di
> vite spezzate dalla mancanza di quella sicurezza che lo Stato ha il dovere
> di garantire a tutti
>
> Giuliano Pisapia
> Nelle fabbriche, nei cantieri, nei luoghi di lavoro continua la strage di
> vite spezzate dalla mancanza di quella sicurezza che lo Stato ha il dovere
> di garantire a tutti. Napoli brucia sommersa dall'immondizia, l'intero
> Paese è sconfitto da una Giustizia sempre più sull'orlo di un collasso che
> rischia di diventare irreversibile. Sono più di due milioni e mezzo le
> famiglie che vivono sotto la soglia di povertà: il 10% delle famiglie
> italiane non ha i soldi per mangiare e il 14,7% non ha la possibilità di
> curarsi. Il potere d'acquisto dei salari è in continua diminuzione, il
> costo della vita in inesorabile aumento. La precarietà è in vortiginoso,
> progressivo aumento. In Palestina si continua a morire; le guerre e le
> violenze aumentano in tutto il mondo e, in Italia, aumentano le basi e le
> spese militari. In questra situazione, sempre più insostenibile, il
> Governo, nell'ultimo Consiglio dei Ministri dell'anno, invece di prendere
> gli indispensabili provvedimenti per porre freno ad una deriva senza
> approdo, approva nuovi incentivi per le imprese e approva un decreto legge
> sulla sicurezza (sic!), con norme che neppure il governo Berlusconi aveva
> osato proporre. Un provvedimento ingiustificato, discriminatorio e
> incostituzionale, non solo per l'insussistenza di quei presupposti di
> "straordinaria necessità e urgenza" che possono giustificare la
> decretazione d'urgenza (art. 77 Cost.), ma anche perché in contrasto con le
> sentenze della Corte Costituzionale che hanno ritenuto illegittima la
> reiterazione di decreti legge non concertiti. Se a ciò si aggiunge che, nel
> 2007 ( in particolare negli ultimi 6 mesi), vi è stata una sensibile
> diminuzione dei reati (meno rapine, meno omicidi, meno incendi, meno scippi
> ecc.), con un bilancio positivo che non ha precedenti, vi sono tutti i
> motivi per dire che la misura è colma.
> Malgrado l'incontestabile fallimento del cd. pacchetto sicurezza del 2001;
> malgrado l'ingloriosa fine del cd. decreto "antirumeni" , si è perseverato
> nell'errore, di merito e di metodo, approvando un decreto che servirà
> affatto per contrastare la criminalità ma che avrà l'effetto, cercato e
> voluto da una parte del centrosinistra, di creare nuove difficoltà alla
> sinistra, proprio mentre sta faticosamente avanzando un importante,
> improcrastinabile e prezioso percorso unitario. La sicurezza (nei luoghi di
> lavori, nelle città, nelle proprie abitazioni) è un bene non negoziabile e
> lo stato ha il dovere di proteggere i cittadini, ma un Governo di cui fa
> parte anche la sinistra non può fare proprie, approprindosele dal
> centrodestra, norme inutili, ingiuste, pericolose e, in parte, criminogene.
> Tanto più che - in un momento in cui, al nord, sta dilagando la politica
> xenofoba della Lega - sarebbe stato invece urgente intervenire, con poche,
> incisive e condivise, modifiche legislative in grado di dare una risposta
> alle esigenze, e alle richieste, di una giustizia equa, celere ed efficiente.
> Come può, la sinistra, e chiunque crede nei valori della democrazia,
> accettare che sia punito con tre anni di reclusione, chi, pur non avendo
> commesso alcun reato, rientra, per lavorare e non per delinquere, nel
> nostro Paese, dopo esserne stato allontanato a seguito di un provvedimento
> amministrativo? Come è possibile dimenticare la dura, e vincente,
> battaglia, in Parlamento e nel Paese, contro una analoga proposta dal
> Governo Berlusconi?
> Come può, la sinistra, accettare l'espulsione di chi lavora regolarmente, e
> vive onestamente, ma non è in grado di dimostrare di "avere risorse
> economiche sufficienti", perché gli è impedita, dalla legge o dal datore di
> lavoro, la regolarizazzione della propria posizione? Come è possibile far
> propria una norma, a dir poco incivile, che prevede non solo l'espulsione
> di una persona "sospetta", ma anche dei suoi familiari, con una sorta di
> responsabilità oggettiva che neppure il fascismo aveva previsto in caso di
> espulsione, di confino o di altre limitazioni della libertà personale?
> Il tutto sarebbe giustificato, si legge nei comunicati stampa, dalla novità
> dell'espulsione immediata di cittadini comunitari "sospettati" di
> terrorismo, e sarebbe stato accettato anche a seguito dell'impegno del
> governo di una corsia preferenziale per la modifica dela Bossi-Fini.
> Ebbene, l'espulsione preventiva dei "sospetti di terrorismo" altro non è
> che la proroga di una norma, approvata dal centrodestra nella scorsa
> legislatura, che, oggi come allora, è ben difficile non considerare
> criminogena. In presenza di una persona sulla quale gravano sospetti di
> terrorismo, lo Stato ha il dovere di fare tutti i controlli e gli
> accertamenti necessari: se è un terrorista non si può certo lasciarlo
> libero di andare all'estero a seminare odio e sangue. Se, invece,
> terrorista non è, allora l'espulsione sarebbe ingiusta, in quanto
> colpirebbe un innocente (e i suoi familiari), e pericolosa perche rischia
> di creare le condizioni per il suo ingresso in un circuito illegale,
> rendendolo facile preda della criminalità organizzata. Per quanto concerne
> la garanzia di una corsia preferenziale per la modifica della legge
> sull'immigrazione, si può solo dire, pur comprendendo le difficoltà di chi
> ha un ruolo istituzionale, che nulla può giustificare storture
> costituzionali, politiche e giuridiche quali quelle contenute nel decreto
> legge approvato dal Governo. Il decreto, oltre a tutto, è già operativo,
> mentre, è inutile nasconderselo, il disegno di legge avrà un percorso non
> agevole e non vi è certezza alcuna che sarà approvato senza modifiche
> peggiorative.
> Ora la parola passa al Parlamento, dove la sinistra dovrà liberarsi dalla
> morsa in cui non pochi, anche all'interno del centrosinistra, cercano di
> stringerla, con la speranza di stritolarla. Solo una sinistra, unita e
> plurale, potrà contrastare tale disegno e determinare quella svolta,
> politica e sociale, necessaria per il Paese e indispensabile, non solo per
> riconquistare il consenso perduto, ma anche per interloquire con i tanti
> che ancora intendono affrontare, e risolvere, le vere emergenze.
>
>
> 29/12/2007
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