Autore: Silverio Tomeo Data: To: social forum Oggetto: [Lecce-sf] stasera il 77 su RAI3
1977, un diario in bianco e nero
com'era l'Italia prima del piombo
di ALESSANDRA VITALI
Foto di Tano D'AmicoROMA - Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Stefano
Recchioni. E' il 7 gennaio del 1978, la strage di via Acca Larentia a Roma.
Quelli sono i nomi dei ragazzi morti, vent'anni, diciotto e diciannove. Lì
finisce la storia, anzi si trasforma, presto diventerà altro, diventerà peggio.
In quella strada del quartiere Tuscolano comincia 1977. Immagini per un diario
ritrovato, in onda stasera su RaiTre alle 23.35 per il ciclo La Grande Storia,
un docufilm di Roberto Benini, Francesco Lo Sardo e Roberto Malfatto, regia di
Roberto Malfatto.
Il racconto di quell'anno, di quel pezzo di storia, degli eventi che lo
segnarono. Un po' cronaca un po' ricordo personale (gli autori all'epoca avevano
tutti sedici anni), si ripercorrono movimenti, innovazioni ed errori con
immagini inedite, private e d'archivio e con l'espediente narrativo, appunto,
del diario, pagine lette dall'attrice Daniela Giordano. Uno sguardo sulle
suggestioni e le tensioni ma pure sull'Italia che era, che a rivederla oggi
sembra lontana cent'anni. Però certe facce, passato il tempo, sono ancora qui.
"Volevamo restituire un clima, far vivere quelle emozioni anche a chi all'epoca
non c'era - spiega Roberto Benini - ed è stato possibile grazie al materiale di
privati, oltre a quello delle Teche Rai, che siamo riusciti a ritrovare. Non
volevamo fare un film 'politico', esprimere giudizi anche se molte immagini sono
abbastanza eloquenti perché il pubblico, un'idea, possa farsela da solo. Non è
un film solo sul movimento ma in generale su un periodo che a nostro parere ha
segnato la storia molto più del '68".
Il film comincia con la strage di Acca Larentia, segue una breve incursione nel
dicembre 1976, la contestazione (le immagini di un'iniziativa al cinema Maestoso
di Roma alla quale partecipò anche Domenico Modugno) contro la disputa della
finale di Coppa Davis Italia-Cile, che gli azzurri giocarono nello stadio di
Santiago, quello stesso stadio usato qualche anno prima come carcere e luogo di
tortura a cielo aperto dal generale Pinochet.
Un anno in cui le cose cambiano, in Italia e nel mondo, non solo sul fronte
della politica. "E' vero che è allora che si crea la frattura profonda, il
conflitto fra una grossa fetta di giovani e la sinistra tradizionale - osserva
Benini - e nasce un modo diverso di pensare del quale troviamo traccia ancora
oggi, ma è anche l'anno in cui muore Carosello e nasce Berlusconi, muoiono Elvis
Presley, la Callas, Chaplin, Rossellini, viene inaugurato il Centre Pompidou di
Renzo Piano a Parigi, succedono così tante cose che non siamo riusciti a
metterle tutte".
L'intenzione era raccontare due Italie, "quella dei movimenti, le contestazioni,
l'inizio della violenza politica - spiega ancora Benini - ma ci sono anche gli
Homo Sapiens che vincono a Sanremo con E sei bella da morire, nasce la tv a
colori e L'altra domenica di Renzo Arbore, il programma della trasgressione,
Padre padrone, primo film prodotto dalla Rai, vince il Festival di Cannes. Tutto
però sovrastato da violenza e tensione. Abbiamo cercato di rendere questo clima
di doppio binario".
Daniela Giordano fa da filo conduttore con le letture, una parte recitata che
introduce un elemento di novità nel docufilm, alla quale si accompagnano le
suggestoni di una colonna sonora selezionata con piglio filologico, "tutte cose
che si ascoltavano allora, non un amarcord da reduci ma un elemento fondamentale
per ridprodurre un periodo così connotato". Certo, c'è la cacciata di Luciano
Lama dalla Sapienza di Roma "perché è un momento importante - dice Benini - ma
inserita nel contesto, senza dire se quel gesto fu giusto o no".
Molte immagini inedite, molte autoprodotte, Super8 riadattati ai supporti, anche
telegiornali d'epoca, materiale dell'Archivio del Movimento operaio, cose che la
Rai ha mandato in onda una volta e mai più, e le testimonianze di Carlo Rivolta,
il cronista che per Repubblica raccontò il '77 prima di morire in circostanze
drammatiche. Ci sono le radio libere, le creatività, il femminismo, e come
l'anima del movimento si frammentò in tante anime piccole e talvolta in
contrasto fra loro. Tutto quel che il '77 ha prodotto e rappresentato, prima del
piombo, oltre al piombo.
E c'è, soprattutto, l'adesione popolare alla voglia di cambiare le cose. "Erano
giornate di cupezza - ricorda Benini - ma è impressionante quanta gente andasse
ai cortei, alle manifestazioni. Basta vedere la folla ai funerali di Walter
Rossi. Una partecipazione irripetibile".