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Autor: elisa frediani
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From: Ufficio d'Informazione del Kurdistan In Italia
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Tuesday, December 18, 2007 3:03 PM
Subject: Comunicato Stampa: Bombardamenti della Turchia



UIKI-ONLUS

Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia




Comunicato stampa



Il Governo e l'Esercito turco hanno messo nel loro mirino il popolo kurdo e i suoi rappresentanti. I fatti recentemente accaduti: sia il bombardamento del 16 dicembre, sia lo sconfinamento dell'esercito di oggi, dimostrano che l'esercito non ha intenzione di fermarsi contro il popolo kurdo e colpendo obiettivi civili. Condanniamo fermamente le azioni militari dell'Esercito e del Governo turco. Nel corso del bombardamenti che sono durato due ore e mezzo, il quale sono stati impiegati 50 aeri, ben 15 villaggi, dove viveva la popolazione civile, sul cui territorio di trovano due scuole e un ospedale, sono stati colpiti. Si tratta fra l'altro dei villaggi di Bokirîkan, Ênze, Lêwje, Kutel, Zargelî, Qelatûkan, Rezge, Maredû Silêyiyan (collegato al paese Xinêrew), Qebirî Zahîriyan e Sîdekan. Nel bombardamento sono morti due civili e 5 guerrieri, i feriti fra i civili sono 10. Per la prima volta dopo la guerra del golfo c'è stata nell'area un'incursione così vasta, che ha scaricato sul territorio kurdo oltre 100 tonnellate di bombe. Si tratta di una misura spropositata per essere un'operazione mirata, le dimensioni di questo attacco rientrano più in quelle di una vera guerra per annientare uno stato nemico.



Ieri sera, Nurettin Demirtas, presidente del DTP (Partito della società democratica) al rientro dall'Europa, dove aveva incontrato varie personalità, è stato arrestato all'aeroporto da una squadra anti-terrorismo senza alcun motivo reale. Ricordiamo che è stato avviato un processo per la chiusura del DTP e la messa al bando dalla politica per 150 mila membri dello stesso DTP. Questo sommato alla pressione in atto su tutta la società civile, in cerca di una soluzione politica della questione, e ai processi contro i deputati kurdi della Grande assembla turca, sono la dimostrazione del fatto che la Turchia non ha intenzione di trovare una soluzione pacifica e politica. La stampa kurda da luglio ad oggi ha visto la chiusura di sei giornali: Yasamda Democrasi, Haftaya Bakis, Yedinci Gun, Gercek Democrasi, Guncel, Yasamda Gundem, Gundem. Queste azioni dimostrano la vera intenzione dello Stato turco, lasciando che ogni speranza per una nuova Costituzione turca, che avrebbe potuto aprire una strada politica alla soluzione della questione kurda, sia ormai infranta.



La politica di guerra dello Stato turco contro il popolo kurdo, non fa altro che portare instabilità in Medioriente e nel Governo regionale autonomo del Kurdistan, oltre a violare il diritto internazionale. Ancora oggi, infatti, le autorità kurde della regione autonoma del Kurdistan hanno condannato l'incursione turca. Anche le Nazioni Unite hanno espresso la loro preoccupazione come dichiarato dal Segretario generale, e secondo le stime dell'UNHCR sarebbero già migliaia le persone che hanno perso la casa e sono in fuga.



Chiediamo al Governo italiano di intervenire sia in sede bilaterale, che multi-laterale sul Governo turco per fermare le incursioni contro il popolo kurdo e mettere fine alla politica di persecuzione nei confronti dei rappresentanti politici e della società civile del popolo kurdo. Inoltre, chiediamo al Governo italiano di rivedere la sua attività di vendita delle armi italiane alla Turchia, usate contro il popolo kurdo. Facciamo appello al Governo italiano affinché la politica dell'Europa, fin troppo debole, che ha anche appoggiato l'avvio delle incursioni nel Kurdistan iracheno, si faccia più incisiva nei confronti del governo turco. E, chiediamo al Governo italiano di esigere dal Governo turco un progetto preciso su come intende affrontare la questione politicamente.



Chiediamo, infine, all'opinione pubblica italiana ed internazionale di essere sensibile nei confronti dei massacri perpetrati dallo Stato turco, e di fare pressione sulle Istituzioni europee e turche, affinché si fermi la via militare alla soluzione della questione.



Roma, 18 dicembre 2007



Via E. Jenner, n. 86 - 00151 Tel. 06 97845557 - Fax. 06 97845547 Email:uiki.onlus@???