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Autore: info
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To: eh-info-it
Oggetto: [Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Euskal Herria Paso a Paso nº199: IL CONFLITTO BASCO ED I MEZZI D?INFORMAZIONE. SCANDALOSE CONDANNE


Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA PASO A PASO
Servicio informativo de ASKAPENA Nº199 

_IL CONFLITTO BASCO ED I MEZZI D?INFORMAZIONE. SCANDALOSE CONDANNE
_

Quanti siamo implicati in processi di cambiamento abbiamo costanza
del ruolo che giocano i media nella lotta politica: alleati a volte
con le cause popolari e, nella maggioranza dei casi, nemici:
agitatori permanenti contro l'Unità Popolare in Cile, istigatori
golpisti nel Venezuela bolivariano, giustificatori del terrorismo
imperialista contro l'Iraq, ricettatore del genocidio sionista contro
il popolo palestinese? Sono di grande utilità gli studi critici che si
stanno facendo rispetto al ruolo dei media come agenti della
controoluzione e diffusori dell'ideologia reazionaria.

_I BAVAGLI DELL'IMPERIALISMO SPAGNOLO _

Come non poteva essere ini un'altra forma, anche i media stanno
avendo un ruolo distaccato nel conflitto basco: la maggior parte di
essi si sono allineati contro le nostre rivendicazioni, tentando di
rafforzare le tesi della destra e del centralismo spagnolo. Alcuni
dei mezzi d?informazione che non si sono allineati in questo fronte,
sono stati vittime dell'intolleranza imperialista di Madrid. Lo Stato
spagnolo imbavaglia le voci che lo scomodano.

Grazie all'iniziativa popolare nacque il progetto informativo che
si materializzò nel quotidiano Egin e nell'emittente Egin Irratia.
Arrivò a costituire un'iniziativa unica nel suo genere; "la voce dei
senza voce"; migliaia di lavoratori che avevano apportato il loro
denaro erano gli "azionisti" dell'impresa; quando si produsse uno
sciopero di stivatori portuali, gli unici camion che caricarono erano
quelli che portavano le bobine di carta affinché Egin stesse il giorno
dopo per strada. E, quando il giornale soffrì l'unghiata repressiva,
dopo 24 ore stava per strada "Euskadi Informazione"; un prodotto di
quattro fogli, testimone audace che il paese non rinunciava al suo
progetto informativo.

La "triste alleanza" tra il baschismo pattista e Madrid, funzionò.
Il governo basco e tutte le sue multiple succursali, fecero
boicottaggio ad Egin; gli negarono qualunque propaganda istituzionale
il che lasciava i lettori di quel mezzo in grave svantaggio;
discriminazione che si impadroniva di fondi pubblici. Come il
progetto sopravviveva, il PNV cominciò a criminalizzare il
quotidiano; un corrosivo Consigliere di Interno preparò il terreno
associando il giornale con le azioni armate di ETA: "ogni mattina si
spartiscono nelle sue pagine alcuni grammi di plastico." Si stava
facendo la strada alla criminalizzazione. Nel 1994, la polizia
vascongada perquisì minuziosamente le dipendenze del giornale;
stavano dando allo Stato la pista di quello che doveva fare e fece.
Il giorno 15 di Luglio del 1998, il giudice Garzón dell'Udienza
Nazionale dettò ordine di chiusura cautelare contro il periodico Egin
e contro la stazione radiofonica Egin Irratia. La guardia civil occupò
tutte le dipendenze, requisì pezzi chiave delle rotative che, di
quella maniera, rimanevano inutilizzate. Entrambi i mezzi rimasero
sotto l'amministrazione giudiziaria dello Stato che non fece niente
per preservare la loro integrità; in più, comparve per attestare nel
macro sommario 18/98 e riconobbe che, espressamente, aveva lasciato
morire quell'iniziativa informativa e popolare che aveva 20 anni di
vita. Quando, anni più tardi, potè realizzarsi una visita alle
dipendenze, lo spettacolo fu desolante: le installazioni e le squadre
che a suo tempo furono di gran qualità, erano sconquassati. La destra
basco spagnola aveva ottenuto il suo obiettivo: mediante
un'arbitraria misura giudiziaria, aveva distrutto uno spazio di
libertà e contrasto.

Non fu l'unico assalto: in agosto del 1998 fu fermato Pepe Rey, il
capo della sezione di investigazione su cui contava Egin. Dopo essere
messo in libertà provvisoria, lo stesso giornalista tornò ad essere
fermato nel 1999. Dopo uscito dalla prigione, mise in moto un altro
progetto informativo di investigazione in formato di rivista "Ardi
Beltza" (pecora nera). Durante la sua breve vita, la pubblicazione
smascherò innumerevoli casi di corruzione. L'anno 2001, Ardi Beltza
corre la stessa fortuna di Egin ed è chiusa per ordine dell'Udienza
Nazionale.

Il 20 febbraio di 2003, l'Udienza Nazionale chiude cautelarmente il
periodico "Euskaldunon Egunkaria"; giornale che si pubblicava
integramente in basco. I suoi responsabili soffrirono prigione e
crudeli torture.

La causa contro Egin fu incorporata al processo 18/98 che è stato
giudicato. Quei processati sono appena stati imprigionati; secondo i
dati della sentenza filtrati, il loro lavoro informativo ha supposti
loro alcune condanne di prigione tra 4 e 19 anni. Non si tratta di un
incubo truculento, è la cruda realtà che impone ai baschi lo Stato
spagnolo.

_LA VALUTAZIONE DEI GIURISTI INTERNAZIONALI _

Durante i primi giorni di novembre si è celebrato un incontro di
giuristi internazionali che hanno fatto una riflessione su "Mezzi di
comunicazione e conflitto" riferendosi alla realtà di Euskal Herria
Presero parte noti giuristi della Germania, Stato spagnolo, Stati
Uniti ed Olanda. Queste sono alcune delle conclusioni raccolte nella
relazione finale:

La libertà di espressione è pietra angolare di una società
democratica; che il diritto a ricevere qualunque informazione ed a
conoscere l'espressione del pensiero altrui, fa parte del contenuto
essenziale del diritto e della libertà di espressione; senza che il
diritto alla libertà di espressione sia un diritto assoluto.

Gli esperti ricordano che il Tribunale Costituzionale intende che
la misura della chiusura provvisoria di mezzi di diffusione, se si
applicasse a supposti casi di terrorismo, supporrebbe una limitazione
di diritti riconosciuti o una sospensione degli stessi.

Le chiusure di Egin, Egin Irratia ed Euskaldunon Egunkaria violano
gli articoli 10 e 15 dell'Accordo Europeo di Diritti umani per il
loro carattere sproporzionato esistendo altre misure meno gravose e
tradottesi, nella pratica, nella dissoluzione di alcuni mezzi con
indipendenza del risultato dei processi penali nei quali si è
adottata la misura.

Le chiusure violano la Costituzione spagnola perché la misura
implica, nella pratica, la sospensione del diritto fondamentale alla
libertà di stampa. Un diritto non sospendible salvo in quelli di
stato di eccezione e di posto, art.. 55. 1 della Costituzione,

Se fosse poco la cosa anteriore, è da sottolineare la mancanza di
copertura costituzionale nell'applicazione dell'art. 129. 2 del
Codice penale relativo alla sospensione di di attività e chiusura di
impresa dei mezzi di comunicazione.

Gli esperti concludono che, nell'attuazione giudiziaria contro
Egin, Egin Irratia ed Euskaldunon Egunkaria non si rispettarono i
criteri giudiziali basilari che stabilisce il Tribunale Europeo di
Diritti umani.

_UN RICHIAMO CHE ANCORA VIVE _

I bavagli spagnoli non sono riusciti a soffocare la voce della
strada. Ammazzarono Egin e nacque Gara, un altro agente informativo
con volontà di servire la causa popolare. Chiusero Euskaldunon
Egunkaria e nacque Berria, un altro mezzo nuovo ed anche euskaldun.
Tacquero Egin Irratia e si sta strutturando una rete di radio, fedeli
servitrici della libertà di espressione.


                                                                                                    Euskal
Herria, di 2007.

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