Autore: ciclofficina don chisciotte Data: To: cm-roma Oggetto: [cm-Roma] Comunicato e cena per Oliviér
Allora per la cena di domani sera tutto ok, magari con l'aiuto di
qualcuno extra snia e ciclofficina, visto che l'appuntamento al
consiglio municipale aperto è per noi importantissimo e serve
presenza.
COMUNICATO
Il 30 novembre scorso Olivier Théron, fondatore della vélorution
tolosana, è stato incarcerato presso la prigione di Seysses a seguito
della decisione del Procuratore di Tolosa per scontare una pena
detentiva di 7 mesi.
Non conosciamo ancora le circostanze esatte del suo arresto, tuttavia
sappiamo che i poliziotti l'avevano avvicinato il martedì precedente
al mercato bio del Campidoglio dove aveva appena installato il
"garage-volante" e hanno confiscato-rubato il suo stand e la cassetta
degli attrezzi dell'associazione. Sono stati ritrovati più tardi
presso il deposito della polizia, senza che nessuna segnalazione di
questo intervento fosse registrata al commissariato. Colmo della
stranezza Olivier si era recato personalmente al commissariato
mercoledì 28 novembre, in seguito alla scomparsa delle sue cose, gli
era stato comunicato che non c'era mandato di cattura al suo riguardo.
Giovedì pomeriggio i poliziotti l'hanno avvicinato di nuovo alla
ciclofficina o nei dintorni della ciclofficina dell'associazione sita
a Mix'Art Myrys. Gli avvenimenti successivi non possono essere
comunicati perché ancora parziali, ma ciò che si delinea, sono delle
condizioni di arresto completamente fuori dalla procedura "normale"
con un passaggio al commissariato caratterizzato da nuove violenze e
durante il quale è apparso chiaro che i poliziotti hanno
deliberatamente approfittato dei funerali del figlio di un amico che
riuniva molte persone del suo ambiente, venerdì, per agire contro
Olivier.
Olivier ed i membri dell'associazione Velorution non hanno mai smesso
di contestare e di denunciare la detenzione a danno di Olivier. I
capi d'imputazione a suo carico sono:
* oltraggio a ministro per lancio di yogurt sull'automobile di Sarkosy (4 mesi)
* intralcio alla circolazione e resistenza a pubblico ufficiale
all'epoca del suo arresto nell'aprile 2005 alla fine di una
manifestazione di ciclisti (2 mesi)
* oltraggio a magistrato sotto forma di lettera inviata al giudice (1
mese), lettera che enuncia i molteplici impedimenti ai diritti
elementari della difesa come per esempio il rifiuto sistematico di
fornire la copia del dossier di accusa, l'insabbiamento di qualsiasi
elemento e prova che attesti i maltrattamenti e i metodi irregolari
adoperati dalla polizia, il rifiuto di accogliere i reclami (denunce)
depositati dall'associazione e da Olivier stesso, e, in modo generale,
le condizioni nelle quali si sono svolti i processi.
I conflitti di Olivier con la giustizia tolosana sono cominciati nel
2002, anno dell'apertura del primo laboratorio della Vélorution,
quando è stato incolpato per "oltraggio a pubblico ufficiale" seguito
ad un fermo per essere passato con il semaforo rosso in bici. Dopo
avere denunciato pubblicamente alcune menzogne e macchinazioni della
polizia in seguito al suo arresto, si è ritrovato nel mirino di una
piccola frangia di questa corporazione professionale a Tolosa. Il
lancio di yogurt sull'automobile ministeriale nel febbraio 2004 a
seguito delle sue confessioni pubbliche e mediatiche sulla natura del
suo atto, ha permesso un accanimento contro di lui da parte della
polizia e dei magistrati che ha inaugurato l'era di Sarkosy in
Francia.
La decisione del procuratore di mettere in cella Olivier è una
decisione politica. Nessuno dei fatti incriminati ha causato danni
corporali, materiali o finanziari se non quelli subiti
dall'associazione e da Olivier stesso. La sola ragione per la quale si
trova oggi in prigione, è che non ha mai voluto sottomettersi, né alle
ingiustizie né alle intimidazioni né alle pratiche di certi poliziotti
che fanno i propri comodi con le leggi e godono di un privilegio
sempre più insopportabile in questo paese, quello di non essere mai
disturbati o messi sotto accusa. È andato fino in fondo del suo
percorso senza perdere mai il suo coraggio. È la ragione per la quale
è oggi in prigione. Perché per il resto, si occupa di biciclette e
dedica il suo tempo e la sua energia a quelli e quelle che le prendono
in prestito. Coi laboratori di riparazione, di recupero e di
riciclaggio, ha messo in opera uno strumento collettivo prezioso per
l'autonomia dei ciclisti. Raggiunto da altri vélorutionnaires, ha
aperto una breccia, un'alternativa concreta, per rompere la logica
della dipendenza dall'automobile con le sue ripercussioni nefaste sul
controllo delle nostre vite.
Temiamo che gli venga riservato un trattamento duro in prigione perché
l'obiettivo è non solo di isolarlo, ma di renderlo fragile.
Il nostro solo obiettivo, che tutti sappiano, è che esca di prigione! Subito!