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Auteur: Alessio Ciacci
Date:  
À: forumlucca, g.corazzi, Pera Dino, Da Collina Moreno, g.marcucci, a.ciacci
Sujet: [Forumlucca] Fw: Le sfide e gli impegni del PRC nel Governo Regionale: parla EugenioBaronti
Le sfide e gli impegni del PRC nel Governo Regionale: parla Eugenio Baronti
Da: info@??? [mailto:info@prcgruppotoscana.it]
Inviato: lunedì 3 dicembre 2007 15.05
A: paolo.gangemi@???
Oggetto: Le sfide e gli impegni del PRC nel Governo Regionale: parla EugenioBaronti

PRC Gruppo Toscana
Le sfide e gli impegni del PRC nel Governo Regionale: parla Eugenio Baronti
La riflessione del neo assessore del PRC nella Giunta Regionale Toscana


Oggi l'attuale fase politica consegna nelle nostre mani una grande responsabilità storica, ci offre una opportunità forse unica e irripetibile, quella di ricoprire gli enormi spazi lasciati liberi a sinistra dalla nascita del PD, perdere questa occasione per pigrizia intellettuale, per mancanza di coraggio, o peggio, per settarismo, sarebbe un drammatico errore imperdonabile che ci condannerebbe inevitabilmente nella marginalità e al rischio di una probabile estinzione politica.


La nostra scelta di fare l'unione anche in toscana è contestuale all'avvio del processo di costruzione di una nuova più grande sinistra, dentro la società, tra i movimenti per creare massa critica, radicamento sociale, conquistare all'impegno politico i giovani, per riconciliare con la politica generazioni di uomini e donne di sinistra bruciate negli anni dai nostri troppi errori, divisioni, ideologismi esasperati. Un nuovo soggetto politico, non partitico ma unitario, socialmente e politicamente utile, capace di incidere nei processi politici in corso.

Rifondazione può giocare in questo processo un ruolo fondamentale, decisivo. Avviare un percorso significa sapere con chi e in quale condizione si parte oggi ma nessuno può prefigurare fin d'ora quale potrà essere il punto di arrivo. Ci vuole una grande disponibilità al confronto, all'ascolto, saper convivere con le diversità anche quando queste inevitabilmente diventano divergenze politiche.

Ora dobbiamo saper utilizzare al meglio lo strumento del governo regionale per dimostrare alla nostra gente che, esserci o non esserci, non è la stessa cosa.

Sono passati poco più di due mesi dalla mia nomina ad Assessore alla casa, alla ricerca, all'università e alla tutela dei consumatori e utenti, e oggi, sono in grado, dopo una faticosa corsa contro il tempo e un lavoro di ricognizione sullo stato dell'arte dei settori che mi sono stati affidati, di iniziare a delineare le azioni da mettere in campo e che vorrei condividere con tutti voi.

Iniziamo dalla casa, diritto e bisogno primario per ogni cittadino di questo mondo. Un diritto oggi negato a molti perché la casa è stata cancellata dall'agenda della politica nazionale per tanti anni e oggi ci ritroviamo ad essere il fanalino di coda in Europa. Bisogna recuperare il tempo perduto ed accelerare il passo. Questo governo finalmente ha dato un segnale, certo insufficiente, ma sicuramente importante nella giusta direzione: 550 milioni di euro subito, da spendere entro il 31 dicembre di questo anno. C'è bisogno di riscrivere una nuova Legge regionale che aggiorni l'intera materia adeguandola ad una realtà profondamente mutata. Bisogna ridefinire requisiti, criteri, parametri, regole, per formare ed aggiornare le graduatorie, per far si che mai più un diritto essenziale si possa trasformare in privilegio a causa di vecchi vizi, inerzie e mancanza di rigore di un sistema regionale di gestione delle politiche abitative poco efficiente. Intanto c'è bisogno di mettere in piedi in tempi brevi un Osservatorio Regionale per la Casa, un sistema informatizzato interfacciato con gli uffici casa dei comuni e con l'Osservatorio nazionale, in modo da avere il quadro completo della situazione, quei dati essenziali che oggi, o mancano completamente, o sono insufficienti o incompleti e che ci possano indicare dove, e con quali azioni, possiamo intervenire per rimuovere le criticità del sistema. Dovremo contribuire a costruire una nuova cultura dell'abitare in una casa pubblica, affermando il principio che una casa popolare non è per sempre, per la vita e magari da lasciare in eredità. Dovremmo promuovere una politica abitativa articolata che si fonda su di un forte rilancio dell'intervento pubblico nell'edilizia residenziale sovvenzionata ma che sa costruire anche una risposta ad esigenze e bisogni sociali, ad una domanda di abitazione profondamente cambiata e articolata e quindi che è fatta anche di edilizia agevolata, di affitto concordato, sperimentando anche esperienze innovative come l'autorecupero e l'autocostruzione. Una qualificata politica abitativa pubblica rappresenta anche una grande opportunità di riqualificazione urbana, di recupero e rivitalizzazione di aree e quartieri degradati, può permettere di recuperare la funzione residenziale ai nostri centri storici che si sono trasformati in città vetrina e museo privi di vita sociale a causa dell'espulsione dei residenti. Dentro la nuova Legge Regionale dovranno essere inseriti stringenti criteri qualitativi e di sostenibilità energetica e ambientale sia per le nuove edificazioni, sia nel recupero e riqualificazione del patrimonio esistente trasformando, la dove è possibile, i condomini in autoproduttori di energia elettrica attraverso la diffusione di impianti fotovoltaici..

Università e ricerca; in tutti gli strumenti della pianificazione politica regionale viene considerata a ragione elemento strategico fondamentale per il nostro futuro per una riqualificazione qualitativa del nostro modello di sviluppo.

Cosa possiamo fare? Possiamo provare, per esempio, ad impedire che le università si adeguino ai modelli aziendali e diventino esse stesse un'azienda. Possiamo concepire l'università come il luogo dove si pratica una conoscenza libera e disinteressata e, in quanto tale, antagonista a quella di un modello di sviluppo che produce morte e distruzione planetaria.

Cresce la consapevolezza, a livello di opinione pubblica mondiale, della fragilità del nostro pianeta e che questo modello di sviluppo ci sta portando alla rovina perché il nostro stile di vita sta consumando il capitale naturale terrestre con consumi del 30% superiori alla biocapacità del pianeta. I mutamenti climatici di origine antropica rischiano di alterare profondamente le caratteristiche fisiche e bilogiche con conseguenze potenzialmente catastrofiche, perché quando cambia il clima, cambia la disponibilità dell'acqua, la fertilità del suolo, la forza dei venti ecc..Questo modello di sviluppo non ha futuro perché produce una quantità enorme di rifiuti, inquinamento, saccheggio di risorse, distruzione di equilibri naturali. Dovremo lavorare per affermare dentro le università un pensiero del limite, perchè è una follia continuare a perseguire una crescita infinita in uno spazio finito come è il pianeta terra, potremo cercare di indirizzare la ricerca scientifica per perseguire l'ecoefficenza nel governo del territorio, nei processi di produzione, nella organizzazione dei servizi, per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando meno risorse, consumando meno energia, riducendo le emissioni in atmosfera, e producendo meno rifiuti. Dare priorità alla qualità della vita dell'uomo e alla difesa dei delicati equilibri che regolano la natura e la vita, in altre parole, indirizzare la ricerca e l'innovazione verso una riconversione ecologica dell'economia e dello sviluppo. L'università è il più grande dei beni comuni di un paese poiché è in essa che si preparano gli studenti, i futuri cittadini, ad affrontare i grandi temi civili, sociali, scientifici posti dall'epoca contemporanea. Anche qui c'è necessità di fare una Legge regionale per la promozione della ricerca, dell'innovazione e delle attività universitarie e di Alta formazione dove il punto sicuramente più qualificante dovrà essere quello di incominciare a far pensare e soprattutto a fare agire le nostre università non come entità separate tra loro, ma come sistema universitario toscano per concorrere alla pari con i grandi sistemi regionali europei ed internazionali. Dovremo promuovere una rete regionale della ricerca e dell'innovazione per favorire l'integrazione funzionale tra soggetti operanti nel sistema regionale della ricerca; università, centri di ricerca, agenzie regionali, parchi scientifici e tecnologici, consorzi, incubatori di imprese ecc.. Questa rete regionale dovrà essere radicata e legata al territorio, capace di dare una risposta a bisogni ed esigenze che questi ci segnalano, talvolta legati a vere e proprie emergenze ambientali, ad esigenze di riorganizzazione di cicli produttivi, di riduzione di costi o di elevazione della qualità di servizi resi al cittadino. Una rete che accetta la grande sfida epocale di questo passaggio storico difficile in cui la posta in gioco è il futuro stesso dell'umanità.

Infine, per ultimo, ma vi inviterei a non sottovalutare le enormi potenzialità di azione e di intervento sociale e culturale che può stare dentro e dietro alle politiche dei consumatori ed utenti. Non si tratta solo della difesa giuridica ed economica dei diritti dei consumatori ma si tratta di mettere in piedi vere e proprie campagne culturali, azioni e buone pratiche concrete e virtuose, per educare il cittadino ad un consumo responsabile, critico e consapevole, avviare percorsi di autonomia che sappiano dare strumenti di difesa ai cittadini oppressi da campagne pubblicitarie mediatiche continue, invadenti, e sempre più sfacciate che inducono ed istigano a comportamenti individuali e sociali negativi e dannosi per la salute e l'ambiente. Si tratta di modificare comportamenti e stili di vita per iniziare a mettere in discussione un modello di consumo insostenibile. Significa parlare del modello di gestione, delle tariffe e della qualità dei servizi pubblici essenziali che condizionano la vita quotidiana di ogni cittadino utente, parlare delle politiche di gestione dei rifiuti urbani, dell'acqua, dei trasporti, della scuola, della sanità, dell'agricoltura, del credito, del rapporto con le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e potremmo continuare all'infinito. Mi fermo qui.

Ce la faremo? Di sicuro da solo nemmeno a provarci. Rifondazione, insieme a tutta la sinistra toscana, mobilitando le migliori energie di cui dispone verso questi ambiziosi obiettivi, tutti insieme potremmo anche farcela.



Eugenio Baronti

Assessore Regione Toscana

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