[Forumlucca] Fw: Perfino le Ong

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Author: Monti Virginio
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Subject: [Forumlucca] Fw: Perfino le Ong

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From: Lista Campo
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Sent: Tuesday, December 04, 2007 4:22 PM
Subject: Perfino le Ong


Quello che segue è un appello lanciato delle Ong europee contro l'embargo a Gaza.
Il fatto che perfino le Ong abbiano preso un'iniziativa di questo tipo la dice lunga sulla gravità della situazione nella Striscia.

Leonardo


      APPELLO DELLE ONG EUROPEE: 



      IL VERGOGNOSO EMBARGO DI GAZA MINACCIA LE VITE DEI CITTADINI ASSEDIATI 



      La Striscia di Gaza è soggetta da quasi due anni a un blocco totale e ininterrotto, che minaccia le vite dei palestinesi rimasti nell'area e nega loro le condizioni essenziali per un'esistenza umana e dignitosa. Dall'estate scorsa, le sanzioni contro Gaza - un piccolo frammento di terra con una delle più alte densità di popolazione al mondo - sono state intensificate. Il blocco è ora ancor più opprimente per il milione e mezzo di abitanti della zona, gran parte dei quali sono rifugiati che vivono in campi profughi decadenti. 



      L'assedio, condotto dal Governo di Occupazione Israeliano, ha ridotto la Striscia di Gaza a una vera e propria prigione. Nessuno dei residenti è in grado di oltrepassare i confini per nessun motivo; nessuna apertura è concessa neanche ai casi di salute più disperati, agli studenti e ai lavoratori pendolari e ai funzionari delle organizzazioni umanitarie. 



      Severe misure sono adottate anche per quanto riguarda l'importazione di medicine essenziali, nonché di cibo e di ogni forma di aiuto umanitario, compresi i rifornimenti di combustibile - risorsa esterna vitale per il territorio -, materie prime, materiale edile ed altri beni fondamentali per la vita quotidiana.



      Le pesanti sanzioni hanno creato molte situazioni allarmanti, che potrebbero produrre effetti catastrofici, in particolare in ambito sanitario, alimentare e educativo. I settori industriale e economico di Gaza ne stanno uscendo totalmente paralizzati, senza contare le gravi conseguenze sul mercato del lavoro, che già soffre per livelli record di disoccupazione - tra i più alti del mondo.





      Dall'inizio del novembre 2007, il numero di decessi ricollegabili agli effetti delle sanzioni è cresciuto notevolmente: una persona al giorno muore in seguito alla mancanza di medicine, o alla negazione del permesso necessario per essere trasferito all'estero e ricevere delle cure. In tutti i casi verificatisi finora, le vittime erano in possesso dei documenti necessari che provavano che esse avevano urgente bisogno di cure mediche fuori dalla Striscia.





      La chiusura del passaggio di Rafah, la sola apertura verso il mondo esterno, è una testimonianza delle conseguenze delle dure sanzioni imposte alla popolazione di Gaza. Da diversi mesi, migliaia di persone vengono fatte scendere alle soglie del passaggio, mentre tentano di accedere all'area o di uscirne: tra queste, un numero stimato di 3000 studenti iscritti a università, college e scuole con sede all'estero. All'inizio della scorsa estate era stato impedito loro di uscire da Gaza dopo aver fatto visita a genitori e parenti: ora, il futuro accademico di un'intera generazione di Palestinesi è a rischio.





      Questi sviluppi critici giungono in un momento nel quale le forze di occupazione israeliane proseguono le loro aggressioni quotidiane contro gli abitanti della città; un momento nel quale uomini e donne di tutte le età perdono la vita ogni giorno e le strutture civili sono sottoposte a continui danneggiamenti. Per unire la beffa al danno, il governo israeliano sta ancora minacciando di portare avanti un'invasione militare di Gaza su vasta scala nelle prossime settimane. Così è completo il quadro della situazione.





      L'aspetto più deplorevole della questione è che la comunità internazionale ha ignorato completamente tutti gli allarmi lanciati negli ultimi mesi dalle agenzie ONU per il soccorso umanitario, oltre che dalle ONG, riguardo ai pericoli della politica di sanzioni. Questo è messo ancora più in risalto nel caso di chi sostiene queste sanzioni, primi fra tutti Israele e i suoi collaboratori.





      Noi sottoscritti, alla luce di tali pericoli legati a quest'embargo:





      1.     Condanniamo in modo fermo e risoluto le sanzioni imposte alla Striscia di Gaza. Richiamiamo l'attenzione sulla natura inumana e immorale di queste politiche, che costituiscono una seria violazione della legge internazionale umanitaria e delle convenzioni per i diritti umani.





      2.     Guardiamo a queste sanzioni contro Gaza come a un lento processo premeditato di sterminio dei suoi abitanti e una violazione del loro diritto alla vita. È una distruzione programmata di ciò che resta dei loro mezzi per vivere e delle loro opportunità di costruirsi un futuro sicuro, con un'esistenza dignitosa.



       3.     Condanniamo risolutamente il governo israeliano per il suo prolungare le sanzioni e per il suo eccessivo indulgere nel rafforzarle giorno dopo giorno. Riteniamo il governo israeliano, in quanto co-autore di queste politiche, responsabile della morte di tutte le vittime e del catastrofico impatto di suddette sanzioni. Tra i responsabili includiamo anche la comunità internazionale, che ha ignorato queste violazioni e rifiutato d'intervenire per fermarle



       4.     Richiamiamo l'attenzione di tutti coloro i quali sono implicati nella loro solenne responsabilità di riaprire il passaggio Rafah - Palestina (e quindi primo fra tutti il governo egiziano), dato che si tratta del solo collegamento tra il popolo di Gaza e il mondo esterno



      5.     Consideriamo del tutto inaccettabile che l'Europa diventi eventualmente complice, diretto o indiretto, di questa politica di assedio. Questa nostra affermazione si basa sul nostro riconoscimento dell'influenza dei governi europei nella regione e degli obblighi morali e umanitari di cui essi si sono fatti carico in accordo ai trattati internazionali e alle convenzioni per la difesa dei diritti umani. Sollecitiamo il loro intervento immediato per mettere fine a queste sanzioni criminali ed esercitare ogni forma di pressione necessaria a quest'obiettivo. 



       6.     Sollecitiamo le agenzie ONU, le istituzioni civili in Europa e nel mondo e tutti i difensori dei diritti e delle libertà dell'uomo ad alzare la voce e a raddoppiare gli sforzi per premere in modo effettivo a favore dei diritti alla sanità, all'educazione, alla vita, allo spostamento e all'impiego delle persone che vivono nella  Striscia di Gaza. Bisogna che tutti questi organismi trasmettano un messaggio forte a tutte le parti in causa, ribadendo l'inaccettabilità di queste politiche. 



      7.     Dichiariamo che le sanzioni imposte a un milione mezzo di palestinesi nella Striscia di Gaza rimarranno il punto focale del nostro interesse congiunto, e consideriamo ciò un impegno morale che lega chiunque in qualunque parte del mondo abbia una coscienza.



       26 Novembre 2007





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