Re: [Cm-milano] criticalmassmilano ci sei?

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Autor: xx x
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Para: cm-milano
Asunto: Re: [Cm-milano] criticalmassmilano ci sei?
>From: "Alex Foti" <alex.foti@???>
>>
>visto che c'è anche il richiamo alla campagna di terre mutanti mi
>sembra interessante che nello sciamare nosuv si riesca a passare
>dall'arco della pace dove ci sono banchetti e schermi sulla giornata
>di azione sui cambiamenti climatici.

per me era implicito oltre che d'obbligo :)
>o durruti, risorgi e pedala,
>
>lx
>ps si è aperto oggi il cop13 a bali...

bah finora quei burocrati coi loro summit han prodotto più CO2 che altro...
altra beffa lo scempio in Indonesia alle piantagioni di olio di palma (
l'Indonesia in quanto paese in via di sviluppo non è vincolata da alcun
protocollo...)

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'olio di palma potrebbe
avere effetti negativi sulla nostra salute a causa del suo elevato contenuto
di grassi saturi (il riferimento è a pag. 92 di questo rapporto), mentre
altri lo ritengono un alimento comunque migliore dei grassi animali.
Senza alcun dubbio, la coltivazione di palma da olio sta invece avendo un
impatto fortemente negativo sulla salute dell'ambiente e sulle popolazioni
indigene.
Negli ultimi anni la superficie coltivata a palma da olio è cresciuta molto
in fretta nell'Asia sud orientale. Il grafico in alto mostra l'espansione
delle piantagioni in Malaysia. La terra destinata alla coltivazione della
palma è strappata alla foresta. Uno dei motivi della crescita della domanda
è rappresentato dall'uso dell'olio di palma come biodiesel .
La situazione è ancora più critica in Indonesia. Scrive l'ONU nel Rapporto
sullo sviluppo umano 2008 (capitolo 3, p. 186 in italiano)
Con l’impennata dei prezzi dell’olio di palma, sono stati sviluppati
programmi ambiziosi per espandere le coltivazioni. Un esempio è il
Kalimantan Border Oil Palm Project in Indonesia, che mira a convertire 3
milioni di ettari di foresta nel Borneo. Le concessioni sono già state
rilasciate alle varie società. Nonostante la legislazione nazionale e le
linee guida volontarie del settore prevedano la tutela delle popolazioni
indigene, queste norme vengono rispettate in modo discontinuo, nella
migliore delle ipotesi, e, in alcuni casi, vengono ignorate. Tra le aree
giudicate idonee per le concessioni rientrano anche aree forestali
utilizzate dalle popolazioni indigene: numerosi sono i casi documentati di
persone che hanno perso la terra e l’accesso alle foreste.
L'Indonesia ha già perso un quarto delle sue foreste e ogni anno la
deforestazione procede, alimentata da centinaia di incendi incontrollati e
illegali. Secondo il rapporto ONU per ogni dollaro guadagnato dall'industria
dell'olio di palma se ne potrebbero perdere da 50 a 100 per le aumentate
emissioni di CO2 (secondo i parametri europei dal carbon trading).
Lasciando da parte i dollari, il vero problema è il genocidio: genocidio di
popoli indigeni strappati alle loro foreste, genocidio degli oranghi che
perdono inesorabilmente il loro habitat, forzata estinzione di innumerevoli
specie non ancora scoperte.
E' assolutamente assurdo, incivile, immorale e insensato che l'estinzione di
specie e culture umane debba essere causata dal crescere della domanda di
oli alimentari a basso costo e biocombustibili. Ricordiamocelo la prossima
volta che compriamo grissini con olio di palma...

http://ecoalfabeta.blogosfere.it/2007/11/lolio-di-palma-fa-male-alla-salute.html

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