[NuovoLab] "Non si può dare a un gruppo l’etichetta di crimi…

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Autor: Edoardo Magnone
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Dla: forumgenova
Temat: [NuovoLab] "Non si può dare a un gruppo l’etichetta di criminali"
...e pensare che al governo ci sono persone e partiti che si dicono dalla parte
degli oppressi!
Da non crederci!!

Edoardo Magnone

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Gabriele Carchella

Domenica 2 Dicembre 2007

“Non si può dare a un gruppo l’etichetta di criminali. La discussione che c’è
stata in Italia dopo il caso di cronaca che ha coinvolto un cittadino rumeno ci
ha preoccupato”. Peter Schatzer, direttore generale per il Mediterraneo
dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), agenzia
intergovernativa presente in oltre 150 pesi, mette in guardia contro i facili
allarmismi che conducono a soluzioni drastiche. Schatzer parla a margine
dell’incontro organizzato a Venezia dall’Inter Press Service (Ips), agenzia
internazionale indipendente sul sud del mondo che conta su una rete i
corrispondenti in 150 paesi. Tema del dibattito è “Il ruolo della comunicazione
nell’alleanza fra le civiltà”. Una buona occasione per commentare le vicende che
hanno riportato in testa all’agenda politica italiana la questione immigrazione.
“Ci opponiamo a ogni tipo di espulsione di massa. Ogni caso va analizzato nel
merito, altrimenti si rischia la discriminazione delle nazionalità e il
razzismo”.

Si riferisce al decreto approvato d’urgenza dal governo dopo l’aggressione di
Tor di Quinto, a Roma?

Per fortuna, al momento, l’orientamento del governo sembra quello di evitare
espulsioni di massa e di rimpatriare solo coloro che hanno infranto la legge.

Ci sono misure che vorrebbe suggerire al governo italiano?

Ci sono alcune disposizioni della legge Bossi-Fini che potrebbero essere
cambiate. Si tratta delle norme che introducono un sistema di liste all’estero
per il reclutamento di forza lavoro straniera e il rilascio del visto. E’ un
sistema che difficilmente funziona. Sarebbe meglio rilasciare visti per la
ricerca di lavoro agli stranieri che posseggono qualifiche che in Italia
mancano. E’ un metodo più efficace per far incontrare domanda e offerta di
lavoro, più adatto al mercato attuale. Ora, invece, gli stranieri entrano con
il visto turistico e si regolarizzano grazie alle quote. Un procedimento
complicato. Altre carenze dell’Italia sono la mancanza di una legge organica
sul diritto d’asilo, l’assenza di un iter giuridico certo per gli stranieri che
hanno commesso reati. Comunque, il principale problema non è tanto l’afflusso di
immigrati, quanto la loro integrazione economica.

Un caso a parte è quello dei nomadi...

Con l’apertura delle frontiere a paesi con numerose comunità di rom, il problema
della loro integrazione è diventato più pressante. Sono comunità che hanno uno
stile di vita completamente diverso. Ora tocca all’Italia fare la sua parte,
ricordando che rom non significa rumeno e che molti di loro vivono ai margini e
sono sfruttati da pochi malavitosi.

Ha visitato qualche Centro di permanenza temporanea?

Li abbiamo visitati. Alcuni sono eccellenti, mentre in altri c’è molto da fare.
Abbiano visitato anche centri per immigrati in Libia. Preferiamo però la via
della diplomazia silenziosa alla denuncia, perché a volte la denuncia provoca
reazioni che si traducono in un peggior trattamento per gli immigrati. Non
siamo contrari di per sé alla denuncia, ma riteniamo che sia compito di altre
organizzazioni.

Dove cominciare per fermare le migrazioni clandestine che a volte costano la
vita a chi decide di affrontare la traversata del Mediterraneo?

Si deve cominciare con l’assicurare migliori condizioni di vita nei paesi da cui
la gente fugge in cerca di un futuro migliore. Bisogna far anche capire che il
viaggio clandestino verso l’Europa comporta tantissimi rischi. A partire dalla
traversata del deserto, per coloro che provengono dall’Africa sub-sahariana,
per passare ai rischi che si corrono solcando il Mediterraneo a bordo di
imbarcazioni d fortuna. Tutto ciò è responsabilità dei trafficanti di esseri
umani, ma non si può dimenticare che la responsabilità per la soluzione del
problema ricade su tutti noi.


http://www.lettera22.it/showart.php?id=8112&rubrica=6