La sentenza del Tribunale Speciale Antiterrorismo(persecuzione del Tribunale
 speciale Franchista)"Audiencia Nacional",ha determinato la macro operazione mediatico-poliziesca 
che tra ieri e questa mattina si è sviluppata in Euskal Herria:46
imputati(giornalisti,avvocati,professori ed
intellettuali,rappresentanti del movimento ecologista,della
dissobedienza civile non violenta,esponenti della cultura edella
politica basca)sono stati arrestati.Le condannne emese dal tribunale di
Madrid superano le stesse richieste della Fiscalia(PM):da 10 a 18 anni
per collaborazione e partecipazione in banda armata.Quello che
evidenzia questa sentenza è dunque che il Teorema del tristemente noto
giudice Garzón viene fatto proprio dallo Stato e dal Governo
Zapatero(..pensare ad una divisione di poteri in Spagna fa 
semplicemente ridere):TUTTO È ETA.Dai quotidiani e le radio alle
fondazioni culturali per la ricerca sui metodi della non violenza,dagli
organismi di solidarietà internazionale alle società
imprenditoriali..tutto è pensato,diretto ed organizzato per ETA!!! Il
processo,durato quasi due anni,ha dimostrato anche di fronte ai
numerosi osservatori internazionali,giuristi,giornalisti ed esponenti
politici,l'incredibile mostro giudiziario,il vero e proprio montaggio
kafkiano orchestrato contro l'insieme della società democratica e
indipendentista basca.E,ancor più in queste ore,rappresenta la chiara
,netta volontà dell'esecutivo Zapatero di utilizzare ogni strumento
repressivo,antidemocratico,d'eccezione inquisitoriale come campagna
elettorale rincorrendo la destra del Partito Popolare sul terreno della
continuitá autoritaria e fascista dell'eesenza della Monarchia Spagnola.
Però pensare che le ricette repressive possano piegare le aspirazioni
di democrazia e libertà di un intero popolo è l'errore che,da Franco
fino a Gonzales,Aznar e Zapatero,è l'errore contro il quale tutti i
governi hanno dovuto scontrarsi,fracasSando nell'intento.I governi
passano ed il popolo Basco resta.Con la sua lotta e la sua
determinazione.
Questa mattina in una affolata conferenza stampa gli ultimi,per il
momento purtroppo,imputati liberi accomapgnati da numerosi esponenti
della cultura,dell'informazione,del mondo del lavoro e della
politica,hanno convocato per domani-domenica 2 diciembre-una
MAIFESTAZIONE NAZIONALE A BILBAO ed una giornata di lota con sciopero
generale di un ora per il 13.
Di seguito la traduzione dell'articolo sulla Conferenza stampa data da
tutti gli imputati dieci giorni fa in previsione della sentenza.
MAXIPROCESSO 18/98
 
I processati chiamano la società a prepararsi per rispondere alla sentenza
 
Le persone giudicate nel processo 18/98 invitarono il passato 6 novembre 
la cittadinanza a partecipare ad una manifestazione nazionale non appena 
si saprà la sentenza. Considerarono che "siamo in un momento importante 
per rispondere come popolo e costruire un muro contro le ingerenze." 
30/11/2007 14:18:00
 
*Kepa PETRALANDA/BILBO -. *La sentenza dettata dall'Udienza Nazionale 
spagnola in relazione al processo 18/98 ed il procedimento contro 52 
persone sarà specialmente importante per Euskal "Herria", secondo i 
propri processati, "e non solo per le pene di prigione che imporrà, 
bensì per l'incidenza che avrà nella materializzazione dei diritti 
civili e politici della cittadinanza basca." Una buona rappresentanza 
dei cittadini baschi processati in questo giudizio comparvero in Bilbo 
per mettere in all'erta la società ed annunciare che, nel momento in cui 
si verrà a conoscenza della sentenza, convocheranno una manifestazione 
nazionale che si svilupperebbe dietro la parola d’ordine "Per i diritti 
di Euskal Herria. Condizioni democratiche per tutte le opzioni 
politiche." Gli imputati considerano che con questo appello situano la 
necessità di "superare la situazione di imposizione che viviamo per 
potere sviluppare, in uno spazio democratico, le strade della 
costruzione di Euskal Herria." "Chiediamo alla cittadinanza ed agli 
agenti sociali che si preparino per fare fronte a questa sentenza e che 
siano coscienti dell'importanza della nuova aggressione contro la 
democrazia che supporrà" la sentenza del tribunale speciale spagnolo, 
aggiunsero gli imputati. In questo contesto, sollecitarono i citati 
agenti sociali affinchè lavorino ognuno nel proprio "ambito" intorno al 
"nocciolo" di questo caso. La convocazione di manifestazione, 
precisarono, andrebbe accompagnata da un'altra per “realizzare 
specialmente uno sciopero di una ora" che "amplierebbe quello lavoro in 
comune, coi sindacati." Le iniziative annunciate da parte di quanti sono 
stati giudicati in questo processo, aperto quasi dieci anni fa, hanno la 
loro origine nella “encerrona” che realizzarono il passato mese di 
giugno in Gernika. Da allora, le 52 persone giudicate hanno continuato a 
lavorare, come ricordarono ieri, "per cercare di trasformare la 
solidarietà di fronte alla punizione giudiziaria in lavoro insieme, 
elkarlana."
 
*"Consolidamento" *
 
Precisamente, la riflessione unita realizzata ha portato loro a 
concludere che la sentenza "sarà specialmente importante per Euskal 
Herria, e non solo per le pene di prigione che imporrà, bensì per 
l'incidenza che avrà nella materializzazione dei diritti civili e 
politici della cittadinanza basca." Al filo di questa affermazione, 
notarono che "la violazione di diritti che si produsse nel 18/98 e negli 
altri processi rimarrà consolidata con la sentenza", al tempo che 
vollero denunciare che "per molti anni, la transizione nello Stato 
spagnolo ha tagliato diritti civili e politici, come diritti umani 
basilari, dell'insieme della cittadinanza basca, mediante legislazioni 
di eccezione." Per tutto ciò, non dubitarono nel segnalare che la 
sentenza pendente "approfondirà" la citata la negazione di diritti, ogni 
volta che "porrà basi rinnovate per criminalizzare le persone e 
collettivi che lavorano per la costruzione di Euskal Herria." Al momento 
di contestualizzare il processo e la sentenza derivata dallo stesso, 
considerarono che non è stato un passo isolato"; al contrario, 
sostennero che "è la continuazione della persecuzione alla quale è stato 
sottoposto durante lunghi anni il movimento politico indipendentista di 
Euskal Herria." Ma non solo quello: "in fondo, c'è un'aggressione 
strutturale contro i diritti civili e politici dei baschi che raggiunge 
ogni volta più gruppi ed attività." Posti ad offrire riferimenti 
rispetto a questa affermazione, ricordarono il giudizio "contro le 
organizzazioni giovanili e le condanne conseguenti", per ricordare, di 
seguito, che dietro il giudizio per il 18/98 se ne produssero altri nei 
mesi successivi [in riferimento ai casi di Udalbiltza, ` Egunkaria', 
Gestora pro-Amnistia-Askatasuna e Batasuna] accumulando accuse e condanne."
 
*Influenza " diretta" *
 
Considerarono che la sentenza per il 18/98 "avrà influenza diretta su 
questi casi e sopra le possibilità della cittadinanza basca di vivere e 
svilupparsi in democrazia." L'attuale congiuntura politica mira, 
inoltre, in quella direzione. Come sottolinearono gli imputati, "nelle 
ultime settimane abbiamo potuto vedere come utilizza il Governo del PSOE 
gli strumenti repressivi dei quali dispone per punire ideologie ed 
attività pienamente legittime. In più - proseguirono -, portavoce del 
Governo spagnolo annunciarono che hanno preso la decisione di continuare 
per questa strada." In quella situazione incorniciarono anche 
l'encerrona promossa cinque mesi fa in Gernika, come il manifesto 
elaborato ed invalso in quell'occasione, nel quale si segnalava che 
indipendentemente da chi siano le persone od organizzazioni obbligate " 
a sedersi nel banco, sono la libertà di pensiero, organizzaziuoni ed 
espressioni quelle che stanno essendo giudicate e condannate." In 
definitiva, a loro intendere, "è la democrazia quella che viene 
giudicata e condannata." A partire da questa valutazione prende 
significato la direzione del lavoro intrapreso nella cittadina 
giurisdizionale, poiché allora fecero un appello, tanto alla 
cittadinanza in generale come agli agenti sociali e politici baschi "per 
lavorare congiuntamente in difesa dei diritti e la democrazia."
 
*"Il momento di compiere passi" *
 
Sono dell'opinione queste persone processate e giudicate a Madrid che 
"ora è arrivato il momento di compieere passi per quel lavoro in comune. 
Come abbiamo segnalato, la sentenza del 18/98 trascende oltre lo stesso 
processo, poiché si stanno abbattendo i pilastri maestri della 
costruzione di Euskal Herria, si chiudono le porte ad una soluzione 
democratica e si consolida la criminalizzazione dell'opzione politica a 
beneficio dell'indipendenza." Stando così le cose, ritengono questi 
cittadini baschi che sarà giustamente "il momento in cui si detti 
sentenza, dopo il lungo giudizio del 18/98, quello adeguato per dare la 
risposta che richiedono l'insieme di aggressioni contro Euskal Herria." 
Di lì l'annuncio delle convocazioni realizzato nella loro conferenza. A 
modo di conclusione, manifestarono che "avvalendosi di tribunali e 
legislazioni speciali, vogliono zittire la parola dei baschi, vogliono 
fare sparire agenti, mezzi di comunicazione, istituzioni ed 
organizzazioni create dalla stessa società basca."
 
*"Al di sopra delle sentenze" *
 
Gli imputati in questo processo aggiunsero ugualmente che "quella che 
dobbiamo costruire tra tutti e tutte è una soluzione democratica che 
garantisca i diritti di Euskal Herria e degli e delle basche, affinché 
anche i progetti indipendentisti possano essere difesi in uguaglianza di 
condizioni ed affinché i diritti civili e politici di tutte le persone 
siano vitali." Quella è, precisarono, la "nostra scommessa, quella che 
continuerà al di sopra di tutte le sentenze e condanne." Le udienze per 
questo processoo incominciarono il 21 di novembre 2005 e finirono il 14 
di marzo 2007, cosa che costituisce il giudizio più lungo celebrato mai 
nello Stato spagnolo. Un totale di 55 persone furono processate 
inizialmente, benché durante quella prolungata vista si produsse la 
morte di Jokin Gorostidi, mentre Iñigo Elkoro e José Ramón Aranguren 
furono stralciati per malattia. Questo maxiprocesso consta di cinque 
parti: quella relativa alle imprese che l'accusa vincola a KAS; quella 
di Orain S.A. A., impresa editrice del quotidiano "Egin"; quella di 
Ekin; quella che si riferisce alla disubbidienza civile; e quella di 
Xaki. In totale si celebrarono 203 sessioni, durante 126 giornate, la 
maggioranza di esse nella Casa de Campos di Madrid.
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