Szerző: Alex Foti Dátum: Címzett: radical-europe, precog, critical mass milano - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/ ::: la rivoluzione non sara' motorizzata !!! Tárgy: [Cm-milano] impressioni fugaci da un giorno di orgoglio noglobal
la cosa forse più bella di ieri è stato il viaggio verso genova sul
rebel train organizzato dal cantiere+casaloca cui hanno aderito asso e
chainworkers (sono questi 3 ormai i gangli cruciali del movimento
milanoide, senza nessuna offesa a tutte le altre realtà importanti che
sono venute in forze). A milanesi, monzesi, rodensi e sangiulianesi si
sono uniti in centrale i compagni e le sorelle di brescia e trento.
Per la prima volta dal 2003-2004 tutto il movimento noglobal della
metropoli si è unito sotto un'unica rivendicazione e si è anche
mescolato nei vagoni con quale affettuosa presa per il culo ma senza
cattiverie o rancori. La generazione noglobal dei nati negli anni 70,
80, 90 (e mettiamoci anche la generazione X di quelli nati negli anni
60, che sono antropologicamente più simili a quell* che sono venuti
dopo che a quelli che sono venuti prima;) è stata la protagonista
assoluta della mobilitazione genovese lanciata da globalproject e
supportolegale: i centri sociali erano ben più di metà del corteo,
come solo in due articoli il manifesto e il corsera hanno avuto il
coraggio di scrivere. Sui repubblica e i tiggì (i meno peggio: 7, sky,
tg1), la mistificazione più ricorrente e per me odiosa: che quella
fosse la manifestazione per chiedere la commissione d'inchiesta invece
che per chiedere la libertà dei 25 sotto processo per genova. Se fosse
stato così, perché rifonda sarebbe stata messa in fondo al corteo
insieme a fiom, arci e compagnia (il pdci e i verdi hanno perso
l'occasione di stare zitti, arrivando a esprimere in tivù solidarietà
ai giudici...)? A questo riguardo, mi aveva lasciato un fondo dubbioso
la gioa dell'appello sottoscritto da tutt* a milano in cui si imputava
al governo di non aver fatto la commissione d'inchiesta, oltre ad aver
promosso i carnefici di genova: ma se noi non la vogliamo, perché già
sappiamo che metterebbero sullo stesso piano tute bianche e indymedia
con polizia e carabinieri, perché menzionare anche questa ennesima
mancata promessa di prodi? E' una questione secondaria, ma grazie a
chi me la potrà risolvere.
La questione centrale è un'altra. Se il 17 novembre è stata
un'occasione eccezionale per rimettere in moto flussi e affetti del
movimento noglobal made in italy, di quella sinistra eretica che si
rifiuta di perire come corvi di destra e paternalismi di sinistra
scopertamente desiderano, la generazione di genova (perché l'estrema
maggioranza ieri erano ventenni e trentenni a sinistra della sinistra
parlamentare, non era il mar rosso transgenerazionale del 20 ottobre)
non ha preso la parola come io speravo. Quella di ieri è stata una
manifestazione quasi muta sui media, ma anche in piazza, oltre che
avara di simboli. Se non ci fossero stati gli assalti frontali dal
camion in testa a dire quello che tutti pensavamo nell'enorme spezzone
di tolemaide e della diaz senza bandiere che apriva il corteo, avrei
pensato che la generazione noglobal cercano sempre di non farla
parlare mai in prima persona, anche nelle manifestazioni da noi
organizzate. Piuttosto della melassa comunista/riformista, assai
meglio un prete come don gallo, ma è pur sempre un ottantenne...
Un'altra questione era il vuoto di simboli in testa, voluto per non
dividere e per esprimere cordoglio per carlo e i torturati di
bolzaneto, ma anche indice del fatto che non abbiamo simboli
unificanti che ci permettano di affrontare il futuro con il coraggio
di chi sa chi è e dove vuole andare. Se mi permettete di fare un po'
di vessillologia, oltre alle bandiere notav e nodalmolin e ai forti e
perentori striscioni dei centri sociali di tutta italiland, c'era
davvero scarsità di proposte visive nella prima e numericamente
dominante parte, vale a dire quella eretica e noglobal, del corteo. Io
ho registrato: la bandiera del che (qui in fondo alla via lo
utilizzano per far pubblicità all'havana club), bandiere nerorosse
anarcosindacaliste, bandiere anarchiche, una bandiera pirata e un
gruppetto di clown. Insomma un po' poco davvero, rispetto a quanto
visto quest'anno a Rostock, Copenhagen, Heathrow, Gatwick.
Tornando in treno con philopat e il duca, abbiamo avuto un'epifania
nello scompartimento: abbiamo conosciuto un ragazzo troppo giovane per
il 2001 che era venuto da solo a genova dopo aver letto WE ARE
EVERYWHERE di John Jordan e letto gli appelli per tornare a genova su
globalproject: La subcultura noglobal si sta radicando..:)
un abbraccio a tutt* quell* che si sentono insopprimibilmente noglobal,