[NuovoLab] "Alla Diaz La Barbera fu decisivo" e altro

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Autor: brunoa01
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Assumpte: [NuovoLab] "Alla Diaz La Barbera fu decisivo" e altro
lavoro repubblica

IL PROCESSO
"Alla Diaz La Barbera fu decisivo"



«In quel servizio, la perquisizione nella scuola Diaz, l´anomalia era la presenza sul posto del prefetto Arnaldo la Barbera, che fu determinante». Lo ha detto ieri Giovanni Calesini, dirigente Ucigos, all´epoca del G8 vicario del questore Francesco Colucci, sentito come teste di parte civile nel processo per la sanguinosa irruzione dei poliziotti nella scuola Diaz, durante i giorni del G8.
«Si trattava infatti - ha spiegato il dirigente - di un´operazione di polizia giudiziaria, per cui il fatto che un prefetto vada sul posto e si metta il casco ha creato degli imbarazzi anche al dirigente dell´ordine pubblico». La Barbera, a sua volta indagato, è morto nel corso delle indagini preliminari.
Parti civili, Accusa e Difesa hanno quindi cercato di fare chiarezza su chi comandava quella notte alla Diaz, sulla famosa catena di comando rimasta nebulosa a distanza di sei anni dai fatti del G8.
«La decisione di perquisire la scuola come operazione di polizia giudiziaria compete ai dirigenti di polizia, in questo caso del questore. Ma un prefetto come La Barbera aveva una tale autorevolezza nei confronti del questore e degli altri dirigenti che non si poteva non obbedire comunque».
Nel corso del processo sono stati sentiti altri due testi, tra cui un agente di polizia giudiziaria, incaricato di repertare gli oggetti trovati nella scuola, il quale ha sostenuto di non aver visto quella sera le due bottiglie molotov.



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Corteo del G8, il giallo dei treni
I manifestanti: "Prezzo politico", le Ferrovie rispondono picche

Duecento giovani cureranno il servizio d´ordine, gli ultrà respingono l´invito di Casarini: non saranno a Genova
GIUSEPPE FILETTO


SI FARÀ. «Non c´è ragione per impedire la manifestazione - dice Giuseppe Romano - né per ritenere che non sia pacifica». Il prefetto fuga ogni dubbio sulla partecipazione di gruppi ultrà, invitati dall´ex leader delle "tute bianche" Casarini. «L´appello è stato respinto», ha detto. Non fanno paura i ventimila manifestanti, di cui la metà dovrebbe arrivare da fuori Genova. Per ricordare le tragiche giornate del luglio 2001 e protestare contro la richiesta della Procura di infliggere 225 anni di reclusione ai 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, dopo quella che anche il vice questore Michelangelo Furnier in tribunale ha definito la "macelleria messicana", dovrebbero arrivare in treno duemila manifestanti dall´asse Venezia, Bologna e Milano; altrettanti da Napoli, Roma, Firenze: militanti dei centri sociali, sindacalisti di base e "no-global". Tutti intenzionati ad andare in treno, pagando solo 10 euro, "per il diritto a manifestare". Anche se fino alla tarda serata di ieri Trenitalia non ha garantito i convogli speciali. Ha fatto sapere che i manifestanti potranno avvalersi delle tariffe agevolate per le comitive, o affittare treni charter al normale prezzo applicato per ogni altra manifestazione.
Tornando a Genova, le dichiarazioni del prefetto arrivano alla fine di una riunione allargata. Ieri il rappresentante del Governo ha radunato attorno allo stesso tavolo il sindaco Marta Vincenzi e gli assessori comunali Francesco Scidone (Sicurezza), Bruno Pastorino (Politiche della Casa); il questore Salvatore Presenti e il capo della Digos, Giuseppe Gonan. Ha chiamato anche il presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise, ed i vertici di Ascom, Mario Montessoro e Antonio Ornano; ma anche i leader delle principali sigle che organizzano la manifestazione di domani e con loro don Andrea Gallo. Da questi ultimi si è visto promettere ciò che voleva: «Le motivazioni di chi scende in piazza il 17 novembre sono diverse rispetto a quanto si chiede negli stadi», ha precisato Domenico Chionetti della Comunità di San Benedetto al Porto.
Non fanno paura i diecimila manifestanti, attesi a Genova con 3 treni speciali e 100 pullman da ogni parte d´Italia. Tantomeno gli altrettanti "no global" locali. Anche se il servizio d´ordine ("Meglio chiamarlo autotutela") conta 200 militanti: ciascuna organizzazione curerà il suo spezzone di corteo con il compito di isolare eventuali infiltrati e impedire qualsiasi tipo di scontro. In testa saranno i giovani dei centri sociali, guidati da don Gallo e dalla Comunità di San Benedetto con lo striscione ‘La storia siamo noi´. In coda il sindacato, l´Arci, i pacifisti. Al centro gli anarchici del Fai. Ha annunciato la sua presenza il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. Non ci sarà Marta Vincenzi. Lo ha ribadito ieri: «Scendo in piazza quando condivido le ragioni della protesta, dalla a alla zeta», ha precisato il sindaco.
I negozi dovrebbero rimanere aperti, almeno questo è l´appello lanciato da Confesercenti ed Ascom, che ieri oltre le garanzie del prefetto e del questore, hanno avuto anche le rassicurazioni degli organizzatori: «Tutte le componenti intendono questo momento come pacifico e non violento - tranquillizza Simone Leoncini, della segreteria genovese di Rifondazione Comunista - è una festa delle democrazia e dei diritti». Nonostante ciò, in città permane il timore di disordini, e l´apertura dei negozi è legata anche allo sciopero nazionale del commercio, in programma per l´intera giornata.
In ogni modo, "Per riscrivere una nuova pagina a Genova", alle 3 del pomeriggio il corteo partirà dalla Stazione Marittima, attraverso via Gramsci, Caricamento, corso Aurelio Saffi, via Corsica, via Fieschi, piazza Dante arriverà a De Ferrari. Il prefetto ha ribadito la sua "scommessa" sulla non violenza del corteo e facendo riferimento alle richieste arrivate da An negli scorsi giorni, di rivalutare la sua autorizzazione, ha dissipato ogni dubbio affermando di "non aver mai pensato ad un divieto".
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La sindaco non partecipa ma presidierà Tursi: molti rappresentanti politici, invece, si schierano
La destra insiste ancora "Fermate la manifestazione"

Posizioni sottilmente differenziate per marcare la decisione di sfilare o no nel corteo
DONATELLA ALFONSO


LEI, la sindaco, in corteo non ci sarà «non perché ritengo che i sindaci non debbano scendere in piazza, ma perché aderisco solo ad una parte dei contenuti della manifestazione: e cioè la richiesta della commissione parlamentare d´inchiesta sul G8, ma non quella che riguarda i processi in corso». Lei, Marta Vincenzi, sabato pomeriggio sarà in comune, ad ascoltare le voci da fuori e confermare che la città ospita il diritto di manifestare, a confermare il suo appello ai negozianti a tenere aperto e la sua convinzione che tutto andrà serenamente. E nel pomeriggio aggiunge la sua soddisfazione all´appello delle associazioni di volontariato e promozione sociale perché la manifestazione di domani sia «pacifica e civile», in una giornata normale «Scendere in piazza è un diritto civile straordinario che va tutelato e che è stato conquistato con lotte. La nostra città può continuare ad essere sede di incontri e di manifestazioni, ma non può diventare il luogo dove si consuma il pendolarismo della violenza». L´appello viene dopo l´incontro tra Vincenzi e associazioni per discutere di un forum permanente per la pace e i diritti
La sindaco resta a Tursi, ma la vicepresidente della Provincia Marina Dondero (Prc), e le assessore all´Organizzazione e personale Milò Bertolotto (Pd) e al Patrimonio naturalistico Renata Briano (Us) in corteo ci saranno a titolo personale; soprattutto per chiedere l´istituzione di una commissione d´inchiesta sul G8. Troveranno altri loro "colleghi", sempre a titolo personale: da Tursi Gianfranco Tiezzi e Massimiliano Morettini (Pd), Bruno Pastorino (Prc), Carlo Senesi (Pdci); dalla Regione Franco Zunino (Prc) e Enrico Vesco (Pdci); probabili altre adesioni, così come di consiglieri, anche dello stesso Pd, che ufficialmente, com´è stato ripetuto martedì a Tursi, non partecipa perché non condivide gli attacchi alla magistratura ma a sua volta chiede che sia fatta verità e luce sui fatti del 2001. Sicuri tra loro Luciano Grillo e Giampaolo Malatesta; altri scioglieranno i dubbi nelle ultime ore. Parteciperanno i verdi, non si sa con quanti rappresentanti; da Roma arriva l´adesione dei senatori di Sinistra democratica guidati da Cesare Salvi .
Da destra risponde uno squillo: il senatore Giorgio Bornacin ed il capogruppo regionale Gianni Plinio si rivolgono alla magistratura chiedendo di vietare il corteo e diffidano «in ogni caso, la sindaco Marta Vincenzi dal non esigere il versamento di una congrua cauzione da parte degli organizzatori con riserva di citarla in giudizio per il risarcimento di tasca propria di eventuali danni che dovessero essere arrecati a persone, negozi e cose». «Schiamazzi importuni e inopportuni» li bolla al stretto giro di posta Vesco; che non dimentica però di bollare negativamente le sparate di Casarini e avverte: «Organizzeremo un severo servizio d´ordine che avrà il compito di isolare eventuali infiltrati e impedire qualsiasi tipo di scontro».

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