G8: «Non ci faremo strumentalizzare»

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著者: brunoa01
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To: veritagiustiziagenova, fori-sociali
CC: forumgenova, forumsociale-ponge
題目: G8: «Non ci faremo strumentalizzare»
corriere mercantile 15.11.07

«Non ci faremo strumentalizzare»
Gli organizzatori del corteo di sabato replicano al portavoce dei Disobbedienti


?«?Che cos¹è uno scherzo?». Facce incredule e deluse, sguardi interrogativi e una certa irritazione malcelata. Quando ieri mattina i giornalisti
presenti alla conferenza stampa dell¹Arci hanno chiesto spiegazioni sull¹intervista rilasciata al Corriere della sera da Luca Casarini, gli
organizzatori della manifestazione di sabato sono letteralmente caduti dalle
nuvole. Non avevano ancora letto la rassegna stampa mattutina ed erano
all¹oscuro dell¹invito, più o meno velato, che il portavoce dei Disobbedienti veneti aveva rivolto agli ultrà di tutta Italia, delle colonne del quotidiano milanese. «Non spetta a me fare appelli o inviti - si legge nella risposta di Casarini a una precisa domanda dell¹intervistatore -
Questa manifestazione non l¹ho organizzata da solo (...) però... di fronte a simili episodi di violenza (la tragica morte di Gabriele Sandri, ndr) non si possono fare discorsi a compartimenti stagni». Parole decisamente poco chiare, ma con quel tanto di ambiguità, che hanno lasciato esterrefatti gli stessi soggetti che gravitano intorno all¹area no goblal e della sinistra antagonista, che in un modo o nell¹altro si sono dissociati dall¹ex leader
delle tute bianche. «Quella di sabato sarà una manifestazione pacifica - ha
sottolineato il presidente dell¹Arci, Gabriele Taddeo - Il tema della
mobilitazione sarà la commissione d¹inchiesta sui fatti del 2001. Altre
istanze non centrano nulla. E poi credevo che il corteo degli ultrà si
dovesse svolgere a Milano...».
Una posizione chiara e inequivocabile, sottoscritta anche dagli altri
organizzatori, che non hanno mai voluto far passare l¹immagine di una
mobilitazione ³anti-polizia². «Alla base della nostra iniziativa di sabato -
ha continuato Taddeo - c¹è la non violenza. Non abbiamo in programma di
istituire un vero e proprio servizio d¹ordine, ma di certo avremo dei gruppi
di contatto che si assicureranno che tutto si svolga nel migliore dei modi».
A riprova di tale ottimismo, il presidente dell¹Arci ha voluto sottolineare
anche il clima di assoluta concordia che da giorni si respira tra la
prefettura, le istituzioni genovesi e gli stessi organizzatori del corteo. E
facendo proprie le parole utilizzate da Marta Vincenzi all¹indomani della
bocciatura delle commissione, ha definito la mancanza di chiarezza sul G8
genovese una ferita aperta per tutta la città.
«La manifestazione non è ³contro³, ma ³per² qualcosa - ha spiegato Andrea
Agostini di Legambiente - scenderemo in piazza nel rispetto più assoluto
delle cose e delle persone, perché crediamo che un mondo diverso sia ancora
possibile».
A dare man forte alle parole di Taddeo, dopo che le notizie su Casarini
erano piombate come un macigno sulla conferenza stampa di ieri, ci ha
pensato anche Simone Leoncini di Rifondazione Comunista. «Saremo pacifici ma
vigili - ha ribadito l¹esponente del Prc - Prendiamo le distanze da
qualsiasi intento violento, anche perché in questi giorni stiamo lavorando
in pieno accordo con le forze dell¹ordine affinché tutto si svolga in
maniera tranquilla. La nostra priorità è fare chiarezza su quello che è
accaduto sei anni fa. E¹ passato troppo tempo. Ora vogliamo la verità».
Ed entrando nel dettaglio della giornata di sabato, la manifestazione, che
sarà preceduta, al mattino, da un convengo in piazza Sarzano con giuristi e
sindacalisti del calibro di Giuliano Pisapia e Gianni Rinaldini, si aprirà
con lo striscione ³La storia siamo noi² retto dai ragazzi della Comunità di
San Benedetto al Porto. La partenza è stata fissata alle 14,30 dalla
stazione Marittima, con il corteo che da Carignano arriverà fino in piazza
De Ferrari (anche se il percorso definitivo verrà reso noto solo oggi
pomeriggio, dopo un incontro convocato in questura). La giornata terminerà
con un lungo concerto gratuito con Roy Paci, Zulù, Bisca e Assalti Frontali,
che andrà avanti fino a notte fonda.
?Diego Curcio


lungo dibattito, con toni più pacati, in consiglio comunale

E il G8 torna a dividere la sala rossa

?Le ferite del G8 si riaprono nella sala rossa di Palazzo Tursi, in vista
della manifestazione di sabato, e il consiglio comunale torna a dividersi:
con la maggioranza che (quasi tutta) rilancia la richiesta della commissione
parlamentare d¹inchiesta sul G8 e il centrodestra che torna a bocciare sia
la commissione che il corteo. L¹Unione, però, prova anche a fare un passo
avanti e, oltre a lanciare un appello alla non violenza ai partecipanti alla
manifestazione di sabato, invita l¹amministrazione a promuovere «un forum
sui temi dei diritti, della globalizzazione e della nonviolenza,
valorizzando così positivamente l¹elaborazione collettiva che ha preceduto e
seguito le giornate del G8 di Genova». E¹ quanto recita la mozione
approvata, che ha come primo firmatario Luca Borzani, ulivista di matrice
ds. Il documento, però, crea problemi proprio nel gruppo dell¹Ulivo-Pd,
perché alcuni ³margheriti² non condividono la richiesta della commissione
d¹inchiesta, ribadita nelle premesse. Per superare la frattura e non
rischiare la bocciatura del testo si procede, quindi, con un¹operazione
³chirurgica², decidendo di votare la mozione per parti separate: la premessa
con il riferimento alla commissione d¹inchiesta viene così approvata con 24
sì e i 18 no della Cdl, i ³margheriti² Marylin Fusco e Gianni Vassallo si
astengono, Stefano Anzalone non vota, Vincenzo Vacalebre e Umberto Lo Grasso
non sono in aula. Verdetto quasi uguale per la seconda parte della mozione
relativa al Forum, a favore della quale votano anche Fusco e Vassallo.
Bocciati, invece, anche con il ³no² di Fusco e di Vassallo (gli altri tre
³margheriti² non votano), tre ordini del giorni di An che chiedono di
vietare il corteo, di chiedere una cauzione ai manifestanti e di esprimere
«solidarietà incondizionata» alle forze dell¹ordine.
Il lungo dibattito ³scorre², comunque, con toni più pacati rispetto ad altre
volte. La maggioranza insiste sulla necessità della commissione d¹inchiesta
per «chiudere le ferite» di Genova individuando le «responsabilità di
politiche» di quanto accadde soprattutto alla Diaz e nella caserma di
Bolzaneto «perché il G8 ha creato una falla in un Paese che da anni non
vedeva una violenza politica di piazza» afferma il capogruppo dell¹Ulivo-Pd,
Simone Farello. «Si lasci lavorare la magistratura» si dissocia Anzalone.
«La ferita adesso non può essere ricucita perché le posizioni sono
inconciliabili e non abbiamo la maturità per fare un dibattito che individui
le responsabilità politiche» ribatte il forzista Remo Viazzi. Sul corteo di
sabato, tuttavia, le posizioni divergono, com¹è noto, nell¹Unione. «Come
Ulivo e Partito democratico non aderiamo perché - spiega Farello - alla base
c¹è una critica alla magistratura a cui, invece, noi plaudiamo». Il
riferimento è alle condanne richieste per i 25 manifestanti sotto processo e
giudicate troppo pesanti dagli organizzatori del corteo. «Le manifestazioni
sono tutte legittime finché non interviene qualche fatto illegittimo e i
fatti dicono che, dopo il 2001, tutte le manifestazioni del movimento si
sono svolte senza incidenti». Al corteo non parteciperà neppure l¹Idv anche
se «condividiamo le scelte degli altri» dichiara Manuela Cappello, mentre
Bruno Delpino (Pdci) spiega che «noi vogliamo riprenderci la volontà di
manifestare, sapendo che la polizia sarà lì per difenderci e non per
offenderci». Antonio Bruno (Se-Rc) porta la sua testimonianza di
³manganellato² in piazza Manin nel 2001 e segnala «la situazione paradossale
per cui se una persona, sbagliando, sfacia tre vetrine rischia 10 anni di
carcere, mentre se uno sfascia tre crani avrà il proprio reato prescritto ed
indultato». Ben diverse le valutazioni dell¹opposizione. «Genova ha già
pagato un caro prezzo alla violenza dei manifestanti - attacca Gianni
Bernabò Brea, di An - Questa manifestazione è un tentativo d¹intimidazione
dei magistrati e adesso si aggiunge anche il pericolo della tifoseria
violenta. Gli unici a non accorgersi dei rischi sono Prefetto e Sindaco. La
Vincenzi ha sempre protetto i no global e ci stupisce che non sia al corteo
con la bandiera rossa». Per Raffaella Della Bianca (Fi) «Genova non merita
di avere tutti gli anni questo tipo di manifestazioni e sono preoccupata che
alcuni assessori a titolo personale partecipino». «Questa è una
manifestazione contro lo Stato» afferma Franco De Benedectis (lista
Biasotti), mentre per Enrico Musso (gruppo misto) «questa manifestazione è
legittima ma un rischio esiste, in un Paese dove cresce la voglia di menare
le mani, e nostro compito è prevenirlo, non fomentarlo». Il dibattito si
chiude. Aspettando il corteo.

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