[NuovoLab] I frutti malati dell'emergenza

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Autor: ugo
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Asunto: [NuovoLab] I frutti malati dell'emergenza

SALVATORE PALIDDA

Non è vero che quello che è successo domenica non fosse prevedibile. Purtroppo
l'esito delle scellerate scelte neoconservatrici che si succedono da almeno due
decenni è diventato inevitabile e sarà sempre più grave se si continua con
questo andazzo. Un poliziotto spara addirittura dall'area di servizio
dell'autostrada su quella della corsia opposta contro un'auto e colpisce a
morte Gabriele Sandri.
La versione ufficiale che viene subito divulgata afferma che si tratta di un
tragico errore, che il poliziotto avrebbe sparato in aria per far smettere una
rissa fra ultra di razioni opposte. Secondo Repubblica, il capo della polizia
conosce nei dettagli prima di tutti quello che è successo. Ma parla di tragico
errore di cui si dichiara profondamente addolo¬rato accreditando però
l'informazione data da tutti i media che un tifoso è stato colpito per sbaglio
a segui¬to di una rissa fra ultra. Secondo una logica la cui razionalità
appartiene a quel genio oscuro del Viminale, con l'assenso del ministro
dell'interno Amato e del vi¬ceministro Minniti, Manganelli avrebbe imposto alla
Federcalcio di non fermare il campionato per evitare che Sandri appaia come una
vittima della polizia para¬gonabile a Raciti che il Viminale ha fatto passare
per vittima dei tifosi. Risultato: in tutt' Italia esplode la rivol¬ta delle
tifoserie - mai tanto solidali fra loro - e, all'opposto della decisione del
Viminale, ben tre partite non saranno giocate. Ma guardiamo da vicino i fatti.
Primo: E' sin troppo evidente che l'agente ha spa¬rato sull'auto (continua a
dire : «Non ho mirato a nessuno»). Allora è diventata questa la modalità
operativa abituale degli operatori delle forze di polizia? (si pensi ai diversi
fatti recenti: come scrive qualcuno su uno dei tanti siti «Sempre meglio
beccarsi una multa che una pallottola al culo, parola di uno che abita in zone
dove non è nuovo che poliziotti sparano a persone che non si fermano ai posti
di blocco vedi poliziotto che a Pozzuoli sparò a un ragazzo»). Non è forse
questo il comportamento che tende a diffondersi fra molti operatori delle
polizie (pubbliche e private, nazionali e lo cali - per fortuna non fra tutti)
a seguito dell'esaltazio ne della «tolleranza zero»? Non è forse lo stesso
modello operativo che i militari adottano in Iraq e altrove? Non si sta
coltivando questo tipo di pratiche a forza di reclutare nelle polizie di stato
e anche in quelle locali nonché nelle private solo i giovani che hanno svolto
il servizio militare volontario? (i concorsi pubblici non si fanno più). Altro
che mancanza di addestramento e di fondi, come piagnucolano certi personaggi;
per la sicu rezza (pubblica e privata) si spende sempre di più e l'Italia è il
paese che in proporzione spreca più risorse. E dov'è il controllo democratico
che dovrebbe assicurare la prevenzione di comportamenti illeciti è in
particolare violenti da parte degli agenti? Al contrario, come s'è ben visto
dopo Napoli e soprattutto dopo il G8di Genova, gli autori di violenze degne di
squadristi in divisa non solo non sono sospesi ma vengono promossi. Non
sorprende quindi che in un contesto in cui si,inneggia alla tolleranza zero
qualsiasi agente zelante (se non fascista) si senta autorizzato e «coperto» nel
trattare come nemico di guerra chiunque consideri fuori dalla (sua) legge.
Secondo: I ministri Pisanu e Amato nonché i dirigenti delle forze di polizia
meriterebbero un premio speciale di arguzia nel governo dell'ordine pubblico.
Sono comunque riusciti a favorire un evento storico: solidarietà fra tutte le
tifoserie spontaneamente unite in un’unica mobilitazione contro la polizia
Come non capire che a forza di accanirsi con misure da tolleranza zero e di
criminalizzazione delle tifoserie si finiva per ottenere la rivolta
generalizzata che ovviamente identifica come nemico la polizia? (che è
anch'essa vittima di tale genio). Non si tratta solo di dabbenaggine nella
comunicazione ma anche di un gravissimo giocare col disordine: dopo che s'è
provocata l'esplosione si ordina di lasciare «sfogare i teppisti» e di fatto di
far ferire gli agenti più ingenui o che magari cercano la mediazione. E'
insomma il classico risultato di un governo autoritario dell'ordine pubblico
che pretende di escludere la saggia negoziazione pacifica delle regole del
disordine articolata con l'eventuale isolamento e repressione dei veri
provocatori. E' infatti probabile che ci sia stato anche stavolta lo «zampino»
dei fasci-nazi di Forza nuova magari in combutta con qualche dirigente di
polizia sensibile a quest' orientamento e con qualche politicante che non
rinuncia mai a giocare sporco con la speranza di mettere ancora più in crisi il
traballante governo. Ma, la tattica di gestione della crisi da parte del
ministero dell'interno si presta allo scontro con il sostegno di tutti i
benpensanti che straparlano nei media aizzando sempre più scontri. Ecco una
breve carrellata di tali perle: «orgoglio tribale degli ultras» imbarbarimento
delirante «guerra»... «terrorismo domenicale»... forse non è sbagliato pensare
a vietare del tutto le trasferte delle tifoserie,... la voglia matta di
aggredire il «nemico» non sono gestibili da nessuna polizia del mondo, a meno
di non militarizzare una volta la settimana autostrade, stazioni ferroviarie e
piazze... «Il canagliume attendeva solo un pretesto per scatenare lo scempio e
la bestialità che abbiamo visto». E per finire, la procura di Roma esasperala
logica ideologica della criminalizzazione: i tifosi arrestati saranno imputati
con l’aggravante di terrorismo (come si sa si può applicare anche ai pacifisti
e agli sradicatori di piante ogm). Eppure le polizie sanno bene come, dove,
quando e chi organizza le provocazioni di forza nuova. o queste fanno comodo
per esasperare ancora di più un neostato di polizia che certo non mancherà di
colpire chiunque disturbi il disordine permanente che è utile ai
neoconservatori?

fonte :"il manifesto del 13/11/07







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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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Ugo Beiso