Ondata xenofoba - Dalle campagne mediatiche ai tristi fatti di cronaca
poco più di dieci giorni dalluscita del decreto sulle espulsioni per i
cittadini comunitari, provvedimento che ha ampliato i poteri dei prefetti di
decidere sulla necessità di allontanare o meno una persona in nome della
sicurezza pubblica, la nuova politica del Governo sulle migrazioni interne
allUnione Europea sta dando i suoi tristi frutti.
Dalluscita delle nuove regole che hanno di fatto semplificato lespulsione dei
cittadini europei dallItalia, e che paradossalmente ha legittimato il loro
trattenimento nei Cpt, stiamo assistendo ad unondata di xenofobia molto
pericolosa. Fin da subito diverse voci avevano lanciato lallarme, dal premier
rumeno alla società civile italiana, la paura che il decreto del Governo
legittimasse atti razzisti trova conferma nelle aggressioni riportate ogni
giorno dai media. I pestaggi nelle strade, gli insulti nei mezzi pubblici, gli
slogan pieni di odio sui muri, la bomba carta contro un negozio gestito da
rumeni, sono solo esempi di una triste e pericolosa lista che si allunga ogni
giorno.
Unondata xenofoba fomentata da quel razzismo di fondo con cui quotidianamente
vengono condite le informazioni dei media nazionali e locali, una campagna
mediatica doppiamente funzionale alla deriva securitaria che sta attraversando
le istituzioni pubbliche, siano esse locali come i Comuni o nazionali come il
Governo. Doppiamente funzionale perchè da un lato creano le condizioni
mediatiche e pubbliche per lapprovazione di leggi sempre più razziste e
portatrici di esclusione sociale e dallaltro lato, attraverso la paura
indotta, legittimano risposte barbare e xenofobe allesigenza di sicurezza,
unesigenza spesso fomentata o per lo meno amplificata.
Davanti a questo scenario è sempre più evidente che non possono essere gli
aggiustamenti in fase di conversione in legge del decreto a cambiare la
situazione, anzi, diventa ancora più plateale la farsa con cui alcuni partiti
cercano di salvare la faccia agli occhi di una propria base sempre più scontenta
e sfiduciata di fronte a questa rincorsa verso destra che sta portando avanti
questo Governo.
La continua criminalizzazione dei migranti, e le leggi repressive promulgate
sullonda della stessa, sta assumendo uno scopo preciso e cioè quello di
giustificare un inasprimento delle regole che tengono sotto ricatto i
migranti a discapito di quei dibattiti che vedono i cittadini stranieri al
centro di percorsi per lottenimento dei diritti di cittadinanza. La stessa
riforma Amato-Ferrero trova un suo giustificato stop allinterno di questa
campagna. Una riforma che non toccherebbe comunque i nodi nevralgici dello
sfruttamento legalizzato della Bossi-Fini, nodi come il legame fra lavoro e
permesso di soggiorno o come il sistema di ingresso tramite il decreto flussi.
A poco servono le belle parole e le promesse piene di buoni propositi di alcuni
esponenti del Governo quando gli stessi ammettono di essere succubi delle
campagne mediatiche ammettendo così che il dibattito politico, e soprattutto le
scelte politiche, possono spostarsi dal Parlamento agli studi televisivi. Parole
e promesse che inoltre si scontrano con i fatti, con gli sgomberi dei campi rom,
con le retate, con i controlli a tappeto; quando le azioni delle forze di
polizia, che sono gli esecutori pratici delle teorie espresse dalle leggi,
prendono sfumature razziste, è un fatto molto grave.
Permettere, volutamente o meno, di farsi scavalcare dalle campagne mediatiche
non può legittimare limmobilismo di un Governo di fronte alle vere
problematicità che vivono i migranti in Italia. La mancanza di un decreto
flussi realmente ponderato anche sulle necessità dei migranti e non solo sulle
necessità del sistema italia, sistema sempre più fondato sullo sfruttamento e
sulla precarizzazione dei lavoratori migranti, smaschera le reali intenzioni di
questo Governo. Vedremo, appena sarà pubblicato, se per esempio questanno il
decreto flussi permetterà di evitare quel pericolosissimo viaggio a ritroso
verso il proprio paese dorigine che moltissimi migranti già presenti
clandestinamente in Italia sono obbligati a compiere per ritirare il loro visto
dingresso dopo aver presentato la domanda allinterno del sistema delle quote.
Sarebbe un piccolo esempio di buona volontà.
Marco Visintin, Redazione Melting Pot
http://www.meltingpot.org/articolo11471.html