Autor: massimiliano.piacentini@tin.it Data: Dla: forumlucca Temat: [Forumlucca] Lettera di G. Cremaschi
"...E'stupefacente come chi non è mai stato parte o ha tutto rifiutato
della storia comunista, ricorra oggi al principio stalinista per cui
chi dissente nelle tue file favorisce l'avversario..."
Da
"Liberazione" 8/11/2007
Sconsolata lettera al giornale di uno dei
segretari della Fiom
Cara Liberazione, questa Italia di oggi
è più
berlusconiana di Berlusconi...
di Giorgio Cremaschi
Caro Sansonetti,
fai bene a chiederti quali sono i limiti della partecipazione al
governo delle sinistre e di Rifondazione Comunista. E' una domanda
sacrosanta alla quale si possono dare diverse e concrete risposte.
Quelle del sottoscritto, magari, sono molto più estreme di quelle di
altri. Tuttavia ho l'impressione che la tua domanda sui limiti non avrà
risposta. E mi dispiace: io credo che non dare risposta a questa
domanda sia un suicidio.
La recente campagna del Partito Democratico e
del governo contro i migranti, è l'esempio di una catena di
sant'Antonio della riduzione del danno che porta, alla fine, alla
catastrofe. Giuliano Amato dichiara che non possiamo lasciare alla
destra la possibilità di scatenare un fascismo di massa. Quindi un
piccolo fascismo, un po' contenuto e un po' più perbene, gestito dal
governo di centrosinistra, riduce il danno. A sua volta la sinistra
radicale dichiara che non possiamo lasciare che Giuliano Amato e il
Partito Democratico si accordino con la destra, pertanto bisogna
ridurre la riduzione del danno. E così si va avanti, in un teatrino
della politica nel quale si dà per scontato che le misure prese dal
governo verranno prima contrastate e poi accettate dalla sinistra
radicale che, dopo, mostrerà la sua incisività dichiarando di aver
cambiato profondamente le decisioni iniziali.
L'incapacità di
scegliere, di decidere, di assumersi le proprie responsabilità sul
merito delle questioni, la politica dei penultimatum e delle minacce
che si sa già che poi rientreranno, questo ha distrutto tra tante
persone la credibilità e la fiducia verso la politica.
Oggi si dice
che non si può andare contro la marea popolare che dice basta con i
migranti. Ma quando il ministro del Tesoro, con una politica di rigore
liberista, smantella pezzo per pezzo il blocco sociale del
centrosinistra, dalla scuola pubblica alle pensioni, dalla precarietà,
alle privatizzazioni, ai contratti, allora quella politica antipopolare
può essere accettata. Il populismo di destra va assecondato, a quello
di sinistra non si può dare ascolto.
Lo dimostra anche quello che è
avvenuto dopo la manifestazione del 20 ottobre. Che tu, assieme a Il
Manifesto e a Carta, avete avuto il merito di convocare. Manifestazione
che poi è finita immediatamente nel tritacarne delle interviste, dei
convegni, delle chiacchiere politiciste. Chi doveva rappresentarla
nelle istituzioni se ne è già dimenticato.
Quanto avviene alla sinistra
e a Rifondazione è molto simile a ciò che accade alla Cgil.
Se
guardiamo il programma dell'Unione e lo misuriamo con la concreta
politica del governo è ovvia la domanda: ma che ci state a fare, lì? Se
misuriamo la piattaforma congressuale e le lotte passate della Cgil con
l'ultimo accordo del 23 luglio, è naturale la domanda: ma che c'entra
quell'intesa con gli obiettivi del più grande sindacato italiano?
Nella
Cgil la paura di restare da soli a praticare il conflitto sociale, anzi
la crescente sfiducia nei confronti del conflitto sociale in quanto
tale, hanno prodotto una subalternità di fondo all'impostazione
moderata e concertativa della Cisl.
In Rifondazione Comunista la
paura di ripetere il '98 è diventata il cardine di ogni scelta politica
e si sa che la paura è sempre cattiva consigliera. Il danno peggiore
inferto alle forze popolari della sinistra da questo governo e questa
maggioranza è la diffusione della paura. La paura di essere
responsabili del ritorno di Berlusconi, e poi la paura della paura.
Quando i gruppi dirigenti emanano paura è difficile pensare che siano
il popolo, i cittadini, la classe operaia ad aver coraggio da soli.
Eppure a volte questo succede ugualmente, perché nonostante tutto ci
sono lotte, movimenti, manifestazioni che esprimono uno spirito di
resistenza e non rassegnazione che guarda al futuro. Tuttavia fino a
quando questi movimenti si scontreranno con il voto di fiducia
permanente che il governo chiede su se stesso, prima o poi si
troveranno di fronte all'attacco alla loro indipendenza e autonomia.
Caro Direttore, tu ed io abbiamo subìto l'onere di diversi attacchi, in
particolare da L'Unità e La Repubblica, essendo considerati agenti di
Berlusconi nel campo della sinistra. E' stupefacente come chi non è mai
stato parte o ha tutto rifiutato della storia comunista, ricorra oggi
al principio stalinista per cui chi dissente nelle tue file favorisce
l'avversario. Così come a destra ci sono gli atei che diventano
fondamentalisti religiosi per ragioni di potere, così a sinistra ci
sono gli anticomunisti che praticano lo stalinismo. E' questo l'ultimo
cascame del fallimento del centrosinistra.
Perché questa è la sintesi
di tutto: una strategia che voleva dare rappresentanza politica e
istituzionale a una alleanza di forze tesa a costruire un'alternativa
alla destra berlusconiana e alla sua cultura, è oggi fallita proprio
nel suo obiettivo di fondo. Oggi nella politica e nella società le
ragioni della destra sono più forti di quando al governo c'era
Berlusconi. E più berlusconiana l'Italia di oggi di quella governata
dal Cavaliere. A questo punto non è neanche detto che il futuro sia il
ritorno di Berlusconi al governo. La sua funzione infatti può essere
esaurita per obiettivo raggiunto. Ci sono persino discrete probabilità
che un governo costruito attorno al Partito Democratico porti avanti
questa svolta.
Questa è l'evoluzione a destra della politica italiana,
rispetto alla quale non c'è alcun reale e visibile contrasto da parte
della sinistra radicale. Dire che tutto questo non ha responsabilità, è
frutto del destino cinico e baro o addirittura colpa del popolo che non
lotta a sufficienza, è una scusa mediocre e meschina.
Caro Direttore,
mi fermo qui perché capisco che ora potrei eccedere. Nulla in politica
sta scritto nelle tavole del destino, dunque la catastrofe del
centrosinistra poteva essere evitata, se ci fossero stati più coraggio,
più capacità di ascolto, più disponibilità verso il dissenso,
soprattutto più verità e rigore. Ora andiamo alla crisi di una politica
sostanzialmente al buio. Non è chiaro cosa succederà. E' sicuro però
che si ricomincerà a vedere la luce solo quando la sinistra farà la
sinistra, sia contro la destra, sia contro il centro, senza assumersi
l'obbligo di stare al governo sempre e comunque. Fino ad allora avremo
l'antipolitica prodotta dai gruppi dirigenti della politica.