secolo xix
Consulenze sul G8il pm Zuccava al contrattacco
toghe e polemiche
Dopo le accuse dei funzionari di polizia imputatiinviato dossier alla Procura: «Nessuna spesa inutile»
Genova. «Se per terra trovo un escremento vedo di non colpirlo sennò mi imbratto». L'escremento che il sostituto procuratore Enrico Zucca cercava di evitare poco più di un mese fa, era il clima creatosi intorno al processo sull'irruzione della polizia alla Diaz durante le giornate del G8 genovesi. Un clima reso ancora più spiacevole da un esposto riguardo presunti eccessivi costi sostenuti durante le indagini dalla Procura. Ora il pm contrattacca e con un documento inviato alla Procura generale risponde punto per punto alle contestazioni elevate da alcuni funzionari di polizia imputati nel processo: da Nicola Gratteri a Gilberto Calderozzi, per arrivare a Filippo Ferri, Salvatore Gava, Spartaco Mortola e Nando Dominici. «Non mi si può certo acccusare di aver sperperato soldi dello Stato - commenta amareggiato Zucca - quando sono l'unico sostituto procuratore ad aver chiesto ed ottenuto che venisse drasticamente tagliata la parcella di un un consulente. Doveva percepire 150 mila euro, gliene sono stati liquidati solo centomila. Nessuno qui ha mai fatto niente di simile».
E nel documento controfirmato dai suoi colleghi del nono piano di Palazzo di Giustizia, Zucca specifica anche quali sono stati i costi di un processo ancora lontano dalla conclusione: «Secondo una stima provvisoria - scrive il pm - il totale delle spese ammonta a circa 190 mila euro: una qualsiasi tra le più ordinarie e coeve indagini in corso nell'Ufficio, con intercettazioni telefoniche, ovvero con consulenze tecniche liquidabili a percentuale, ha generato costi ben più consistenti. Il valore delle spese oggetto di contestazione, all'interno di questa somma totale, ammonterebbe a poche migliaia di euro».
«Le censure principali - spiega Zucca nel suo esposto - in relazione ai provvedimenti di liquidazione sono riconducibili a tre tipologie, la prima riguardante incarichi di trascrizioni di registrazioni fonografiche, la seconda riguardante incarichi di traduzioni ed attività di interpretariato, la terza infine riguardante fotocopiatura di atti».
«Si tratta - aggiunge - di attività la cui essenzialità e necessità sono di immediata evidenza perché attinenti alle esigenze di documentazione degli atti e di intellegibilità degli stessi, a favore di tutti i soggetti processuali ed in primis dei difensori, talora solo dei difensori, come è ancor più evidente nel caso della fotocopiatura, dagli stessi richiesta, degli atti dei fascicoli processuali raccolti in 56 faldoni».
«Nulla a che vedere - specifica - con "consulenze d'oro" per attività superflue o non dovute, ovvero con gli sprechi evocati in maniera suggestiva nella gogna mediatica attivata dall'esposto presentato».
Zucca scende quindi nel dettaglio rispondendo punto dopo punto alle contestazioni e spiegando, soprattutto, il perché delle alte spese di traduzione: «La ricostruzione dei fatti oggetto di indagine - scrive - ha avuto come momento determinante l'assunzione di informazioni e dichiarazioni di numerosissime persone straniere».
Intanto il processo per l'irruzione alla Diaz è ripreso ieri mattina dopo una pausa "tecnica" dovuta alla sostituzione di un difensore. Ieri è stata ascoltata come testimone di parte civile una giornalista di Repubblica, Concita De Gregorio, che ha cercato di ricostruire quanto avvenuto all'esterno della scuola. La teste ha raccontato di aver visto vetri rotti, indumenti, zaini e libri a terra nel cortile pochi minuti dopo l'irruzione, ma secondo le difese nulla sarebbe stato lanciato nel cortile. Stamane, sempre come teste di parte civile, sarà ascoltato l'europarlamentare Paolo Cento.
Isabella Villa
08/11/2007
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