Un Forchettone Rosso pronto a votare il Decreto Nero per la cacciata dei romeni.
In unintervista a la Repubblica del 5 novembre 2007, p. 2, il Senatore Caprili
si dichiara pronto a votare il decreto di espulsione dei romeni.
Cosa volete che sia, per un Forchettone Rosso, votare un Decreto nero?
Milziade Caprili, classe 1948, non è un cittadino qualsiasi.
Ininterrottamente eletto alla Camera dei deputati dal 1983, prima per il Pci e
poi per Rifondazione comunista, con un quarto di secolo di carriera
parlamentare alle spalle è, senza dubbio, un politico di professione. Ora è tra
i Vice presidenti del Senato della Repubblica ed è membro della Direzione
nazionale del partito. Personaggio autorevole, per carica istituzionale e
incarichi nel partito più «radicale» della sinistra italiana.
In unintervista a la Repubblica del 5 novembre 2007, p. 2, il Senatore Caprili
ricorda la «mobilitazione» a Viareggio «per cacciare un centinaio di rom». Egli
conosce bene il caso, non solo per lo scalpore nazionale che suscitò, ma perché
Viareggio è la sua città natale e lì è stato Segretario di Federazione, Vice
sindaco, assessore allo sport, assessore alla cultura e assessore al
decentramento: uno, insomma che sa cosè un bel Carnevale.
Egli è preoccupato:
«è quella lì la percezione crescente nei confronti degli immigrati da parte del
popolo della sinistra».
Afferma deciso che
«La sinistra deve ritrovare una connessione sentimentale con il proprio popolo».
Ma come? Riavvicinando, ad esempio, questo «popolo di sinistra» dalle idee
confuse alla fratellanza umana, alla solidarietà con gli emarginati? Magari
lanciando una chiara e dura campagna nazionale contro il razzismo, le ronde, le
aggressioni razziste, i Cpt, i provvedimenti di espulsione?
No. La «connessione sentimentale» da ritrovare ha tuttaltro fondamento. Quella
degli immigrati,
«Ormai è una marea che monta. Se non fermiamo gli arrivi, travolge tutto».
Non è Umberto Bossi o Roberto Calderoli a dichiararlo. Neanche Gianfranco Fini o
Francesco Storace.
E sempre lui, lesperto amministratore Milziade Caprili. E precisa, a scanso di
equivoci:
«Gli altri che non hanno reddito dovrebbero essere, nel rispetto di tutti i
diritti della persona, rimandati in Romania».
Il pluriparlamentare non può che sostenere il «rispetto di tutti i diritti della
persona», ci mancherebbe altro.
Intanto, le persone in carne ed ossa sono concretamente deportate. I «romeni»
sono deportati: secondo un provvedimento la cui logica, nel linguaggio
giuridico, è molto vicina a quella del «tipo normativo dautore». Cioè ad una
tipologia secondo la quale, un tempo, lebreo era, in quanto tale, un nemico
del popolo e della razza.
In questo caso, il «peccato» imputato è quello di non avere un reddito:
imputazione veramente bizzarra se lanciata da quello che dovrebbe essere un
illustre dirigente «comunista», paladino di coloro che non hanno contro coloro
che hanno, uno che vuole il «risarcimento sociale».
Milziade Caprili, veramente, non è un cittadino qualsiasi.
E un Forchettone Rosso. Uno che riesce a votare la fiducia a Romano Prodi ed a
Giuliano Amato, i grandi privatizzatori, a Massimo DAlema, il bombardiere. Che
vota missioni militari e finanziarie. Uno che vuole continuare a fare il
Senatore, magari il Sottosegretario, possibilmente il Ministro, per ripiego il
Sindaco. Uno per cui tenersi la poltrona «a sinistra» e mantenere in vita il
governo è molto più importante del contenuto dei provvedimenti che si votano.
Cosa volete che sia, per un Forchettone Rosso, votare un Decreto nero?
I Forchettoni rossi. La sottocasta della «sinistra radicale», Massari editore,
Bolsena 2007, a cura di Massari Roberto, con testi di Massimo Bontempelli,
Michele Nobile, Marino Badiale, Antonella Marazzi, Andrea Furlan .
Michele Nobile
michelenobile@???
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o10310