Auteur: ugo Date: À: aderentiretecontrog8, forumgenova Sujet: [NuovoLab] 17 a genova sulla rampa di lancio
Il 17 novembre a Genova
sulla rampa di lancio
Mentre Carta quotidiano si preparava ad andare on line,
era ancora in corso a Genova la riunione di preparazione
per la giornata di mobilitazione del 17 novembre. Ecco
cosa si è discusso e cosa si è - insieme - deciso.
Enzo Mangini
Mentre Carta quotidiano si preparava ad andare on
line, era ancora in corso a Genova la riunione di
preparazione per la giornata di mobilitazione del 17
novembre. All’appello di don Andrea Gallo e della
comunità di San Benedetto al porto hanno risposto
praticamente tutti, e qualcuno in più: la Cgil, che nel
2001 non partecipò alle contestazioni contro il vertice
del G8, stavolta ci sarà, attraverso la Camera del lavoro
di Genova. Così come ci saranno le mille anime
che nel luglio di sei anni fa avevano fatto di Genova la
capitale del movimento altermondialista globale: dai
Cobas alla Rete Lilliput, dai centri sociali del nord est
a quelli della Campania, dall’Arci alla Fiom, passando
per i collettivi di avvocati e i network di appoggio
legale nati per seguire i processi del post-G8.
Tutti d’accordo sullo striscione di apertura: «La storia
siamo noi», il titolo dell’appello diffuso qualche giorno
fa da Supporto legale. E tutti d’accordo sul fare del 17
una giornata più ampia di mobilitazione, divisa tra un
incontro, la mattina, sulle politiche di repressione e
criminalizzazione dei movimenti sociali, e il pomeriggio,
un corteo. Sarà diffuso un breve appello in cui si
dirà: siamo contro il decreto razzista contro Rom,
romeni e migranti.
Il 17 novembre, però, sarà solo l’inizio. Già il 24
dovrebbe esserci un secondo convegno, organizzato
dai collettivi degli avvocati, per continuare il lavoro
sui temi dell’ordine pubblico, della difesa degli imputati,
della risposta penale ai fenomeni sociali. Poi, nelle
settimane e nei mesi successivi si preciserà un calendario
di iniziative, sia nazionali che locali, per «accompagnare
» i vari processi fino alle sentenze. La prima in
ordine di tempo dovrebbe essere quella relativa alle
undici persone imputate per aver cercato di impedire
una manifestazione neofascista a Corso Buenos Aires a
Milano. Entro metà dicembre, invece, dovrebbe arrivare
la temuta sentenza sul primo dei processi del
G8, quello a carico dei 25 manifestanti accusati di
devastazione e saccheggio [rischiano 225 anni di
carcere, in totale].
La lista non finisce qui. Sempre a dicembre, infatti, il
19 se il calendario delle udienze sarà rispettato, è
prevista anche la sentenza per «il romanzo» di Cosenza,
contro la Rete del Sud ribelle, strettamente connesso
alle inchieste genovesi.
I poliziotti imputati per il blitz alla scuola Diaz, così
come per le torture nella caserma di Bolzaneto, hanno
invece più tempo. Le sentenze di questi due processi
non sono attese prima della primavera e dell’estate del
2008. Un calendario di scadenze che dovrebbe spingere
a fare del 17 una rampa di lancio per una mobilitazione
quanto più duratura possibile, anche tenendo
a mente che la «risposta muscolare» del governo ha già
tracimato: dal contrasto ai movimenti al «contenimento
» di ogni fenomeno di disagio sociale.
Con questo spirito, una parte delle organizzazioni
presenti alla riunione di Genova sta cercando di allargare
la «mission» del 17 novembre. Ma in ogni caso
ci si deve concentrare sul processo contro i 25 presunti
«saccheggiatori», nel bel mezzo delle udienze dedicate
alle arringhe della difesa, che dureranno fino al
30 novembre.
Tutte da affrontare, invece, le questioni logistiche, per
quanto pressanti, visto che già il tam tam è forte e la
partecipazione al 17 novembre, forse anche sulla scia
del successo del corteo del 20 ottobre, «rischia» di
essere molto ampia. Trenitalia avrebbe già fatto
sapere di non essere disponibile a concedere treni
speciali, ma le trattative sono in corso. Il loro successo
dipenderà anche dalla compattezza [senza uniformità
forzate] di cui sapranno dare prova le anime della
protesta del 2001 che hanno deciso di ritrovarsi
martedì a Genova. Lo «stile» di sei anni fa è necessario
anche oggi, e forse perfino più urgente.
da "carta quotidiano del6 novembre 2004
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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