liberazione 4.11.07
Non ce l'ha fatta Giovanna Reggiani la donna vittima della brutale aggressione a Roma. Il rumeno in carcere: «Non l'ho violentata»
I pm lo accusano di omicido volontario. Intanto il decreto legge è in vigore. Scontro Fini-Amato. Nelle baraccopoli cresce la paura
All'armi siam razzisti. Caccia ai romeni
ruspe nei campi e prime esplusioni
Ieri sera è morta Giovanna Reggiani, la signora aggredita tre giorni fa a Tor di Quinto a Roma. E' stata per due giorni in coma irreversibile. Parecchie ore prima della sua morte era già scattata la reazione dello Stato, durissima e molto altisonante. Tutto funziona come negli schemi più classici della persecuzione razziale. Verrebbe quasi da usare la parola pogrom. Per fortuna qui in Italia si resta alla deportazione, i porgrom invece erano bagni di sangue. Qual è lo schema classico della persecuzione razziale? Si prende lo spunto da un delitto per il quale è sospettata una persona che appartiene ad una certa nazionalità, o a un gruppo etnico. Si monta una campagna contro il delitto e si delinea un automatismo tra delitto e nazionalità. Sulla base del pregiudizio razziale, che è durissimo a morire. Subito dopo, spinti dall'ira popolare, si procede a leggi speciali, persecutorie, che sospendono il normale corso della legalità e della costituzionalità e anche i diritti fondamentali dell'uomo. In Italia già successe così i con le leggi speciali del 1938, varate per colpire gli ebrei.
Mercoledì sera il governo Prodi ha varato le leggi speciali che autorizzano la persecuzione dei romeni al di fuori delle vie ordinarie del diritto. Non solo dei romeni sospettati di qualche reato, ma anche dei loro familiari. Esistono, come vedete, tutte le caratteristiche della deportazione. Che viene decisa dal prefetto, cioè da un funzionario del governo, sulla base della sua discrezionalità. La magistratura è esclusa, cioè lo Stato di diritto subisce una sospensione, dovuta all'emergenza - questa è la motivazione ufficiale - e che riguarda solo alcune categorie di persone (cioè alcune nazionalità).
Ieri si giunti anche al secondo atto della persecuzione. Orrendo, odioso. Le autorità hanno deciso che la risposta giusta al delitto è passare con le ruspe e abbattere i villaggi dei rom che si trovano a Tor di Quinto sulle rive del Tevere. Era da molti decenni che in Europa e nell'occidente non si assisteva a qualcosa del genere: villagi spianati per vendetta, dallo Stato, come risposta a un reato. Scene di guerra, oppure di Far West. Ad aggravere la situazione, che è molto preoccupante - si delinea un clima barbarico - sono venute le ronde organizzate dai gruppi di destra.
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