Grindhouse ovvero quei cinema le cui proiezioni mostravano, spesso con doppi spettacoli, film di tutti i generi d'exploitation: film di kung fu, splatter, slasher, horror, thriller, sexploitation, blaxploitation, spaghetti-western. La comune passione di Tarantino e Rodriguez per quel cinema ha portato alla nascita del progetto Grindhouse: due distinti film che riprendano atmosfere e generi degli anni settanta da proporre in unica pellicola. L'insuccesso al botteghino negli Stati Uniti ha indotto la produzione a distribuire in Europa i due film distintamente. A giugno abbiamo già avuto modo di vedere A prova di morte di Quentin Tarantino con l'omaggio ai folli inseguimenti tra automobili, con uno spietato serial killer (un superbo Kurt Russell) armato di auto blindata a caccia di giovani ragazze, il tutto condito dai consueti dialoghi tarantiniani e da una colonna sonora trascinante. Adesso è la volta del film di Rodriguez, Planet Terror, in cui troviamo una cittadina texana, dove la spogliarellista Cherry (Rose McGowan), capeggia una resistenza contro un popolo di affamati zombie, liberati da un perfido tenente dell'esercito.
Ezechiele vi propone in via eccezionale di godere del doppio spettacolo ideato da Tarantino e Rodriguez con la visione di entrambi i film nella stessa sera. Un evento da non perdere.
5 per un solo film, 7 per due
Mercoledì 7 novembre ore 21.30
François Truffaut: il piacere degli occhi
LA MARIÈE ETAIT EN NOIR
(LA SPOSA IN NERO)
di François Truffaut, Fra 1967 107'
con Jeanne Moreau, Jean Claude Brialy
v.o. francese con sottotitoli italiani
«Caro Signor Hitchcock,
aspettavo, per rispondere alla sua lettera, di terminare le riprese di La sposa in nero. [...]
Posso dirle che la buona volontà di Jeanne Moreau, la sua prontezza di spirito, il suo costante buon umore e la sua solidarietà senza riserve con il film ne fanno un'attrice ideale sul lavoro. [...] Il pericolo che corre in La sposa, dipende dal fatto che il suo ruolo è, semplicemente, meraviglioso; il personaggio, una donna che domina gli uomini e poi li uccide, è troppo "prestigioso". Per controbilanciare un po', ho chiesto a Jeanne di interpretare la parte con semplicità e in quel modo familiare che rende la sua azione inattesa, verosimile e umana. Julie Killen, come l'immagino io, è vergine, poiché suo marito è stato ucciso in chiesa nel giorno del loro matrimonio. Ma nel film non lo si dice mai esplicitamente e dunque questa rivelazione dovrà restare un segreto tra Jeanne, lei e me! [...].
François Truffaut» (lettera da Parigi, 31 agosto 1967)
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