Bombardieri F35, nuove basi, guerra interna, guerra infinita. E questo il paese
normale?
Gli accordi, le commesse e gli interventi militari che fanno del nostro paese
una punta di lancia dellOccidente contro i popoli euro asiatici e
mediorientali non hanno soluzione di continuità.
Dallaggressione alla Jugoslavia del 1999 sino ad oggi i governi succedutisi in
Italia hanno mantenuto lobiettivo di ritagliare, con la punta delle baionette,
uno spazio alle imprese della azienda Italia, in primis Finmeccanica ed ENI.
Lattuale esecutivo di centro sinistra primeggia in questo compito, investendo
enormi risorse dei cittadini nel dividendo bellico, con incrementi esorbitanti
di spesa per truppe, mezzi, industrie e ricerca militare. Nel 2007 la Legge
Finanziaria ha incrementato del 13% le spese. Quella del 2008 prevede un
ulteriore aumento del 31%, tagliando risorse ad asili, cooperazione
internazionale e fondi per i contratti dei lavoratori pubblici. La decisione di
costruire i bombardieri nucleari F35 a Cameri contestualmente agli investimenti
per il caccia Eurofighter evidenzia la schizofrenia di un esecutivo piegato
ai voleri statunitensi ed a quelli dellEsercito europeo.
Guerra in Afghanistan e pianificazione dellaggressione allIran, scudo
antimissilistico contro la Russia, occupazione del Kosovo e del Sud Libano,
accordo di cooperazione militare con lo Stato criminale dIsraele, ritorno in
Iraq con i carabinieri, nuova base al Dal Molin di Vicenza, progetti
dallargamento delle basi di Sigonella e camp Darby, inserimento
dellUniversità italiana nella catena di produzione bellica di Finmeccanica,
costruzione degli F35 e degli Eurofighter....
Il quadro dinsieme evidenzia la scelta strategica del governo Prodi: investire
sulla guerra come controtendenza alla crisi del capitalismo italiano, malato di
familismo e parassitario statale.
Le enormi spese previste per il Ministero dellInterno e lultimo pacchetto
sicurezza sono laltra faccia della guerra, quella interna, che militarizza
sempre di più la vita di tutti i giorni.
Per sostenere queste politiche occorrono enormi risorse economiche ed un largo
consenso, ma i due obiettivi sono evidentemente in contrasto tra loro.
La stabilità sociale inizia, infatti, ad essere messa in discussione dalla
rabbia di chi non sopporta più di lavorare per un salario da fame, per un
futuro incerto e precario.
Ecco allora che scatta il meccanismo del nemico interno, verso il quale
tentare di orientare lo scontento popolare. Allo scopo si usano singoli fatti
criminosi per mettere alla gogna una intera fascia di popolazione, quella
migrante, che contribuisce per il 7% al PIL nazionale facendo lavori umili, mal
pagati, spesso in condizioni vergognose.
Il fatto che le attuali campagne razziste contro i migranti siano cavalcate
direttamente dai rappresentanti del neonato PD ed avallate con il voto della
cosiddetta sinistra radicale da il senso della degenerazione di unintera
classe politica.
I contorni del paese normale che vogliono costruire inizia a prendere forma,
ed è quella di un incubo militarista e securitario, sostenuto dalla paura e
dalla militarizzazione.
Chi oggi vota le scelte del governo Prodi come male minore mente sapendo di
mentire.
Mai un governo di centro destra sarebbe stato in grado di produrre simili
politiche.
Di fronte a questo vuoto di rappresentanza occorre uno scatto dautonomia ed
indipendenza dei movimenti italiani. Il movimento contro la guerra, con la
grande manifestazione del 9 giugno scorso a Roma, con la manifestazione di oggi
a Novara e con quella di dicembre a Vicenza marcia su questa strada.
La Legge dIniziativa Popolare sui Trattati internazionali le basi e le servitù
militari è un primo strumento concreto per riportare direttamente in Parlamento
la lotta contro la guerra.
FIRMALA ANCHE TU!
La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org
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