Ci avevano provato ad Erba ad accusare il marocchino ma gli è andata male.
Credo che se il colpevole fosse stato il povero Azuz avremmo finito per dichiarare guerra al Marocco.
Questa volta finalmente è lui, il maledetto, sporco, lurido rom, che consente di saziare i nostri appetiti forcaioli e razzisti.
La persona giusta nel ruolo giusto.
Come il cacio sui maccheroni.
Adesso sappiamo con chi prendercela, senza essere costretti a fare i conti con il fatto che l'assassino è uno di noi, e che la violenza permea in modo trasversale la nostra società.
Qualcuno l'aveva già capito, negli anni '40, quanto fossero zozzi questi rom.
dario
----- Original Message -----
From: Stefano Bigliazzi
To: veritagiustiziagenova@???
Sent: Friday, November 02, 2007 10:41 PM
Subject: Re: [veritagiustiziagenova] Per l'Europa l'espulsione è «misura grave»
Vi ricordate un caso di espulsione di massa di stranieri comunitari
disposto dal Ministero dell'Interno?
I massacrati della Diaz.
I giudici annullarono quasi tutte le espulsioni.
Per evitare questo rischio, eliminiamo il controllo dei Giudici.
Tutto questo perché una cittadina rumena ha denunciato e fatto arrestare
un suo connazionale assassino.
Sono nauseato.
Stefano Bigliazzi.
Il 02/11/07, brunoa01@??? <brunoa01@???> ha scritto:
>
> liberazione 2.11.07
>
> Agnoletto: «Inasprite pene che già esistevano nella direttiva europea»
> Per l'Europa l'espulsione è «misura grave»
> In Italia col decreto è diventata una prassi
>
> Laura Eduati
> Il decreto sull'espulsione dei cittadini comunitari pericolosi potrebbe
> violare la direttiva comunitaria sul soggiorno dei cittadini Ue.
> Il condizionale è d'obbligo, poiché la stessa direttiva già prevede
> l'allontanamento con il divieto di reingresso, avvertendo però che la misura
> rischia di «nuocere gravemente alle persone che si siano effettivamente
> integrate nello Stato membro ospitante».
> Insomma, una soluzione da adottare in extremis.
> Fino ad oggi in Italia era così, poiché la facoltà di allontanare un
> cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico era concessa soltanto al
> ministro dell'Interno. Dal decreto legislativo del febbraio 2007, che ha
> recepito quella direttiva europea, il Viminale ha emanato soltanto 6
> provvedimenti di allontanamento per salvaguardare la sicurezza pubblica. Sei
> stranieri mandati a casa in un paese di 60 milioni di persone, un numero
> così esiguo da risultare superfluo.
> Poi è venuta l'emergenza sicurezza, i lavavetri, l'allarme rom. E di
> seguito il pacchetto di misure approvato dal consiglio dei ministri di
> martedì che modifica la direttiva e trasferisce la possibilità di
> allontanamento anche ai prefetti ma lascia al Viminale la competenza
> esclusiva per l'espulsione dei minorenni e dei cittadini comunitari
> residenti in Italia da almeno 10 anni, mentre la violazione del divieto di
> reingresso passa da contravvenzione a delitto, punito con la reclusione fino
> a tre anni. Un giro di vite.
> Nell'ottica del Viminale, le garanzie per i cittadini comunitari rimangono
> immutate (come ad esempio la possibilità di fare ricorso al Tar del Lazio e
> di chiedere la sospensione del provvedimento) mentre i casi di espulsione
> diventeranno molto più numerosi poiché i prefetti non dovranno chiedere il
> nulla osta del ministro dell'Interno.
> Si tratta di allontanamento o espulsione? La differenza non è peregrina.
> Mentre l'allontanamento può essere emanato da un prefetto o da un questore,
> l'espulsione deve essere convalidata da un giudice. Ecco perché nel testo
> del decreto approvato due giorni fa e immediatamente entrato in vigore si
> parla di allontanamento, con la possibilità di accompagnamento alla
> frontiera. Non tutti i cittadini espulsi, spiegano al Viminale, saranno
> fatti salire su un aereo e riportati nel Paese di origine, tranne nei casi
> di «comprovata urgenza». Negli altri casi verrà notificato un provvedimento
> di allontanamento, dando allo straniero un tempo «non inferiore ai 30
> giorni» per organizzare il ritorno a casa. Un provvedimento non molto
> dissimile dal cosiddetto «foglio di via» consegnato agli extracomunitari
> senza permesso di soggiorno, che dovrebbero lasciare l'Italia entro 5 giorni
> ma che in realtà, molto spesso, rimangono sul territorio.
> L'allontanamento diventa invece obbligatorio, dice il decreto approvato
> due giorni fa, quando il cittadino Ue, «o un suo familiare», «abbia tenuto
> comportamenti che compromettono la tutela della dignità umana o dei diritti
> fondamentali della persona umana»: in questo caso sarà il questore a emanare
> il provvedimento. Ad ogni modo, il divieto di reingresso non potrà superare
> i tre anni.
> Il Viminale smentisce con fermezza che il nuovo decreto riguardi anche
> quei cittadini Ue senza lavoro e senza capacità di autosostentamento. La
> direttiva europea, in realtà, prevede l'allontanamento degli stranieri Ue
> che dopo tre mesi di soggiorno non riescono a dimostrare di potersi
> mantenere. Una misura che Giuliano Amato ha preferito evitare, visto che non
> prevede il divieto di reingresso e nei fatti potrebbe risultare inutile: gli
> stranieri potrebbero spostarsi nella città vicina e violare così facilmente
> la misura. Ma è quello che chiede urgentemente il vicesindaco di Milano
> Riccardo De Corato per togliere di mezzo dal suolo italiano rom, lavavetri,
> donne e bambini che chiedono l'elemosina.
> Non mancano le critiche da sinistra. Marco Pannella conferma la fedeltà al
> governo ma si stupisce per le uscite del neo segretario del Pd: ««Devo dire
> che il "dolce Veltroni" ha ispirato una cosa da non credersi: un romeno,
> invece che un abruzzese, ammazza una persona e il nostro governo si rivolge
> all'Unione europea e al governo romeno come se questo fosse il
> rappresentante dell'assassino».
> Il decreto entrerà in vigore oggi, e le prefetture hanno già approntato
> lunghe liste di stranieri da espellere, principalmente rom. C
> on grande subbuglio dell'Unione delle Camere Penali, pronte a entrare in
> agitazione contro provvedimenti giudicati «inutili e dannosi».
> E' proprio la conversione da ddl a decreto a contrariare l'eurodeputato
> del Prc-Se Vittorio Agnoletto: «I percorsi legislativi che portano un ddl ad
> essere discusso in Parlamento sono fatti apposta per sottrarre le decisioni
> dall'impeto e dalle emozioni. I
> l governo invece ha scelto l'urgenza, cavalcando di fatto i sentimenti
> popolari e inasprendo delle misure che già esistevano nel recepimento della
> direttiva europea».
> E sulla presunta violazione della direttiva europea, Agnoletto si chiede
> se i prefetti possano espellere e se una misura urgente, prevista dalla
> legislazione di Bruxelles, possa diventare una prassi.
>
> 02/11/2007
>
> ___________________________________
> NOCC, http://nocc.sourceforge.net
>
>
>
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