[NuovoLab] 283° ora in silenzio per la pace

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Autore: norma
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To: aderentiretecontrog8, forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] 283° ora in silenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Indignati, ma non sorpresi, per l'affossamento della commissione di dinchiesta sul g8 di Genova, anche domani dalle 18 alle 19 saremo sui gradini del palazzo ducale di Genova per la 283° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito
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Venticinque persone rischiano pene fra i sei e i sedici anni di carcere. Sono accusate di devastazione e saccheggio per i fatti avvenuti subito dopo la carica, da parte delle forze dell'ordine in Via Tolemaide contro il corteo autorizzato delle "tute bianche"durante il g8 del 2001. I reati contestati sono gravissimi , (devastazione e saccheggio, quando in circostanze analoghe viene di solito contestato il danneggiamento) ; e le richieste pesantissime, ben superiori a quelle che vengono richieste in caso di simili reati.

Ma perché sei anni fa migliaia persone erano in piazza nella nostra città?

Nel dicembre 1999 era stato deciso che l'assemblea del G8 si sarebbe tenuta a Genova nel successivo luglio 2001.

Il G8 riunisce 8 paesi fortemente industrializzati: non "i più industrializzati" o quelli col maggiore prodotto interno lordo, ma i maggiori azionisti della Banca mondiale e del Fondo Monetario internazionale.

Cioè i detentori del VERO POTERE ECONOMICO MONDIALE: quelli che stabiliscono i prezzi delle materie prime; che strangolano le economie del terzo mondo attraverso la concessione di prestiti a tassi insostenibili; che impongono scelte economiche, come le privatizzazioni generalizzate, devastanti per i ceti più poveri. Quelli che neppure all'interno dei propri paesi hanno risolto il problema della povertà; ma ricattano i lavoratori con la minaccia di esportare le produzioni in paesi dove la manodopera è meno costosa.

Nessun trattato internazionale ha mai stabilito, nè lo avrebbe poturo, il diritto degli otto di decidere il destino dell'umanità. Naturale quindi che coloro che ritenevano inaccettabile questo "ordine " mondiale decidessero di manifestare a Genova contro una tale assurda parata di potenti.

Genova fu militarizzata; il centro storico circondato da reti altissime; stazioni, porto ed aeroporto furono chiusi. Nonostante questo furono migliaia a manifestare, nei modi più diversi. La repressione di ogni forma di dissenso fu così violenta che Amnesty International definì i giorni del G8 "La più grave sospensione dello stato di diritto in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale" Carlo Giuliani fu ucciso da un colpo di pistola sparato dall'interno di un defender dei carabinieri, e la sua morte fu archiviata come "incidente" (il proiettile che lo colpì fu deviato da un calcinaccio, sostennero i giudici, nonostante l'evidenza delle prove contrarie).

A manifestazioni già concluse, polizia e carabinieri assaltarono la scuola Diaz dove dormivano centinaia di manifestanti. Le immagini del massacro hanno fatto il giro del mondo; quelle sì, hanno costituito un vero danno di immagine per questo paese!

Il giornalista Lorenzo Guadagnucci si trovava all'interno della scuola Diaz quando avvenne l'assalto di polizia e carabinieri. Scrive su "Altreconomia":

Non prendero' il peggior caso possibile, bensi' il mio, giusto perche' lo conosco meglio di tutti gli altri. La notte del 21 luglio 2001 dentro la scuola Diaz mi hanno pestato selvaggiamente a colpi di tonfa usato a rovescio. Per proteggere la testa ho opposto le braccia, procurandomi squarci fino all'osso. Qualcuno sa dirmi che cosa mi sarebbe accaduto se per qualsiasi ragione - ad esempio debolezza fisica - non fossi riuscito a coprire la testa? Non ci voglio nemmeno pensare, ma ho ben presente quel che ha detto il dottor Michelangelo Forunier, uno degli imputati, al processo in corso a Genova:il tonfa, specie se usato in un certo modo, e' un'arma a tutti gli effetti. Sono parole di uno che se intende. Aggiungo che sono stato arrestato con accuse gravissime (le stesse contestate ai 25, con l'aggravante dell'associazione a delinquere) sulla base di prove costruite dalla stessa polizia.

Allora, ha senso che per arrivare a un'eventuale condanna a cinque, massimo sette anni con le aggravanti, per i capi dei picchiatori della Diaz (questi ultimi, com'e' noto, non sono fra gli imputati e non hanno subito nemmeno conseguenze disciplinari per la loro impresa), si debba passare per 25 condanne a complessivi 225 anni? Si dira' che la tesi della 'vendetta preventiva' e' solo una suggestione. Puo' darsi, ma la domanda diventa un'altra e non e' meno inquietante. Eccola: ha senso che un ragazzo ripreso da una telecamera in via Tolemaide mentre lancia un sasso che non colpira' nessuno - e lo lancia dopo una carica sbagliata e ingiustificata dei carabinieri - si prenda sei anni di galera e finisca davvero in prigione, mentre i funzionari e dirigenti imputati per la Diaz rischiano pene minori, sono certi di non andare mai in galera e nel frattempo hanno ottenuto gratifiche e promozioni, grazie a supremi dirigenti di polizia e ministri compiacenti? Come dobbiamo chiamare questa incontestabile verita'?