[cm-Roma] OT: viva la costituzione

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"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro" (dei morti:
http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/incidenti-lavoro/dati/dati.html),
ma soprattutto fa piacere la coerenza che sta dietro al principio secondo
cui "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
" ....
infatti l'italia e gli USA in Iraq sono andate per... turismo!!!!:

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_69753940.html




USA, RICOSTRUZIONE IN IRAQ BASATA SU GUIDA TURISTICA DEL 1994
LONDRA - Gli Stati Uniti andarono alla guerra in Iraq senza alcuna idea su
come poter ricostruire il Paese dopo il conflitto: un'accusa spesso mossa
all'amministrazione Bush, anche da suoi ex membri, che viene clamorosamente
confermata da un'inchiesta della Bbc. Con un particolare che sarebbe comico,
se non avesse avuto conseguenze tragiche sul dopoguerra: la squadra di
esperti Usa incaricata della ricostruzione basava le sue informazioni sul
paese su una guida turistica del Medio Oriente pubblicata dalla Lonely
Planet, per giunta vecchia, del 1994.

La scioccante rivelazione è stata fatta dall'ex ambasciatore Usa Barbara
Bodine, che faceva parte di quella task-force, nel corso di un'inchiesta
della Bbc che va in onda stasera. Secondo quanto anticipa il Sunday Mirror,
Bodine, una delle 170 persone che avevano il compito di coordinare la
ricostruzione dell'Iraq, spiega che nessuno aveva informazioni su quel che
si doveva fare, così lei e i suoi colleghi ricorsero alla vecchia Lonely
Planet: "E' un'ottima guida - dice candidamente - Ma non dovrebbe essere la
base di un'occupazione".

Lei e i suoi colleghi lessero quindi dell'economia, della geografia e della
cultura irachena in pillole e si copiarono gli indirizzi delle ambasciate da
quel libro, certo non pensato per dare informazioni strategiche. Nel suo
reportage 'No plan, no peace' la Bbc evidenzia come questa sconcertante
superficialità abbia portato all'instabilità dell'Iraq, con i suoi circa
90.000 morti civili nel dopoguerra, senza contare le centinaia di militari
Usa e britannici caduti, nonché i 500 miliardi di dollari spesi per la
guerra e per l'occupazione nei sanguinosi anni di terrore e violenza che
l'hanno seguita.

Tra le testimonianze citate, quelle del generale britannico Tim Cross, il
più alto in grado a essere coinvolto nella ricostruzione, che attacca la
mancanza di pianificazione: "Il piano a lungo termine era: non abbiamo
bisogno di un piano", accusa. Il Mirror fa peraltro un raffronto tra quello
che scriveva sull'Iraq la guida Lonely Planet sul Medio Oriente del 1994, e
quello che scrive oggi la stessa pubblicazione australiana, anche per
evidenziare che le cose sono drammaticamente peggiorate, dopo la guerra. Per
esempio, spiegando perché visitare l'Iraq, Lonely Planet diceva: "l'Iraq ha
le radici nella Storia. Dagli anni '50 e' molto cresciuto. Ci sono molti
luoghi interessanti da visitare" (1994); E nel 2007: "E' uno dei posti più
pericolosi della terra. Gli occidentali sono obiettivo di rapimenti e di
attacchi suicidi. Non è un posto dove andare in vacanza".

Oppure, su come chiamare un taxi: se nel 1994 scriveva che "taxi condivisi
possono essere usati per muoversi tra le città. I colori dei taxi sono crema
ed arancione", nel 2007 si ammette "Nel momento in cui andiamo in stampa,
l'Iraq non è un posto sicuro dove viaggiare in maniera indipendente". Triste
anche il raffronto sullo stato, oggi tragico, dei musei iracheni: "Sono
eccellenti. Molti sono gratuiti e ospitano numerosi pezzi interessanti"
(1994). "Molti dei musei sono stati saccheggiati dopo la guerra del 2003.
Possono essere o meno aperti" (2007). Infine, un monito al viaggiatore
solitario, con il quale la Lonely Planet 2007 sul Medio Oriente parla chiaro
sull'Iraq: "Devi essere pazzo ad andarci".



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