[Incontrotempo] Neanche un secondo di lavoro senza sicurezza

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Autore: info
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To: incontrotempo
CC: pop, redditoxtutti
Oggetto: [Incontrotempo] Neanche un secondo di lavoro senza sicurezza

“NEANCHE UN SECONDO DI LAVORO SENZA SICUREZZA”
Verso lo sciopero generalizzato del 9 novembre
Assemblea pubblica 31 ottobre – LOA ACROBAX

L’Italia mantiene in Europa il triste primato dei morti sul lavoro:
i funerei e costanti dati INAIL denunciano ogni anno oltre 1300
morti, 250.000 invalidi, 1.200.000 d’infortuni. Cifre per difetto,
perché nelle statistiche non rientrano i morti post-ospedalizzati.
quelli incidentati per andare/tornare al/dal lavoro, i lavoranti in
nero e gli immigrati irregolari, i tanti da malattie professionali.
Una strage permanente, per lo più nascosta dai media, che mantiene
l’Italia tra i paesi che di fatto applicano “la pena di morte” .

Le chiamano "morti bianche", come se il tutto fosse frutto della
casualità e della sfortuna. Le chiamano “morti bianche” quasi non
ci fossero dei responsabili dietro gli omicidi che si compiono ogni
giorno.
Ma le responsabilità hanno un nome-cognome-indirizzo: governi e
parlamenti nazionali e regionali, enti locali, aziende e loro
associazioni datoriali, politiche degli appalti al massimo ribasso e
dell’eliminazione delle spese per la sicurezza del lavoro,
sindacati concertativi e complici, anche i poco formati RLS che pur
potendo agire in forza di legge (L.626/94) per prevenire, denunciare
e sanare, tralasciano e/o non sono supportati in questa missione.
“Morti bianche”, fredde e calcolate come le parole e le
dichiarazioni ipocrite che si ripetono con costanza per celebrare i
“caduti sul lavoro”, mentre di tratta di un massacro permanente,
fatto di lutti, feriti, invalidi!!
“Morti bianche”, come pallido e scarno è il tributo sociale del
riconoscimento, il misero e ridicolo vitalizio che la madre-moglie-
figli ricevono come “rimborso spese” per la violenza-tragedia
patita sul lavoro!

Il principale responsabile di quello che sta accadendo oggi in Italia
è il processo di precarizzazione lavorativa e di vita che ci
costringe ad accettare lavori e contratti di merda con tempi e ritmi
inumani senza percepire i livelli di rischio costanti.
Solo nel Lazio in queste ultime due settimane ci sono stati quattro
morti.
L’11 ottobre Roberto Pignalberi di 35 anni muore per un'esplosione
che si è verificata all'interno della fabbrica inglese di armamenti
leggeri, Simmel Difesa, di Colleferro. Il 17 ottobre Michele
Cozzolino di 31 anni perde la vita mentre lavora alla riconversione a
carbone della contestatissima Centrale di Torre Valdaliga Nord. Un
tubo innocente lo colpisce da un’altezza di 60 metri, questo accade
mentre da mesi i lavoratori denunciano la mancanza di sicurezza nel
cantiere.
E’ una strage continua. Annunciata e preventivata nei bilanci delle
aziende.
Nel movimento, tra le migliaia di attivisti impegnati nella lotta per
i diritti negati, tra i milioni di precari che subiscono la violenza
di condizioni di vita grama e a rischio, è ora che si prenda
coscienza di massa di questa situazione di belligeranza posta in
essere da questo sistema profittale.
Porre fine a questo massacro, indicare le soluzioni per sconfiggere
le condizioni materiali che lo provocano, è l’altro compito che
dobbiamo prefiggerci per uscire dal modello della precarietà, dal
“vivere per lavorare”, dai “morti del lavoro”.
Il problema della sicurezza e dei morti del lavoro deve essere al
centro del prossimo sciopero generalizzato del 9 novembre convocato
contro il “protocollo pensioni-welfare del 23 luglio”, per il
lavoro stabile e il reddito garantito, per il diritti sociali e la
tutela dei beni comuni (casa, servizi, acqua, trasporti, scuola,
sanità, energia).
Il “comitato NO morti lavoro” è uno degli strumenti di lotta per
combattere questa “strage degli innocenti”! Lo abbiamo intitolato
ad Antonio Salerno-Piccinino, il giovane precario pony express ucciso
nelle strade di Roma nel 2006, ma è dedicato a tutte le vittime di
questa catena criminale, a partire dagli “invisibili”, a coloro
che non hanno contratto e in quanto tale non esistono, non figurano
nemmeno tra i morti.
Per attrezzarci a questa sfida abbiamo pensato anche ad un blog, che
possa essere anche uno strumento di informazione sulle cause che
portano ogni giorno ad almeno 4 morti e centinaia di feriti-invalidi
del lavoro. Inoltre, si stanno avviando momenti di connessione e di
comunicazione con collettivi, comitati, reti, con associazioni dei
familiari, tecnici ed esperti, che già intervengono e denunciano le
responsabilità delle forze politiche e delle istituzioni, dei datori
di lavoro e dei sindacati, nel contribuire a questa vera e propria
strage sociale che si svolge ogni giorno nei diversi luoghi di
lavoro, nei cantieri come nei campi e sulle strade.

Pensiamo che sia ora di raccontare le storie personali degli uomini e
delle donne che ogni giorno subiscono la violenza del lavoro per
trasformarle in lotte collettive.

MERCOLEDI 31 OTTOBRE, dalle ore18,
al LOA ACROBAX (via della vasca navale 6 – viale marconi)
è convocata L’Assemblea pubblica provinciale

interverranno Laut (Civitavecchia), Coordinamente contro la guerra
Valle del Sacco-Colleferro, lavoratori AMAGEST, ACEA, FS, Cantieri,
precari, RLS/RSU, Confederazione Cobas, Rdb-Cub, Usi-Ait

-         ore 21 cena a sottoscrizione del comitato nomortilavoro


-         ore 22 proiezione del film Motoboy di Cèsar Meneghetti,
Elisabetta Pandimiglio, Italia/Brasile, 2004, 75’. Il film verrà
introdotto da Marco, uno dei primi speedy boys della Capitale.


nomortilavoro@???
nomortilavoro.noblogs.org